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Coerentemente con le indicazioni emerse dal Congresso Nazionale di Cittadinanzattiva del 2008, che impegna il Movimento a sviluppare una propria politica sul versante dell'immigrazione, il servizio PIT di Cittadinanzattiva ha esteso l'ambito del proprio intervento alla tutela e promozione dei diritti dei migranti. Le segnalazioni raccolte nell'arco dell'ultimo anno fotografano alcune problematiche propriamente legate alla presenza dei migranti nel nostro paese, riflettendo le tipiche difficoltà affrontate dai cittadini stranieri nell'approccio con il servizio giustizia, i servizi pubblici e di pubblica utilità, il servizio sanitario. A seguire, la tipologia delle segnalazioni raccolte da Cittadinanzattiva in tema di immigrazione.

 

Immigrati tra sanità, giustizia e PA: la hit delle principali criticità (sintesi Rapporto Pit Giustizia 2010-focus immigrazione)

  1. Spiccano, su tutte, le segnalazioni in ambito amministrativo, inerenti ai procedimenti di concessione dei titoli di soggiorno. Su questo fronte, le indicazioni provenienti dal PIT Giustizia1 e dal PIT Servizi2 sono perfettamente convergenti e documentano per prima cosa i clamorosi ritardi di Questure e Prefetture nella trattazione delle pratiche relative a rilascio ed al rinnovo dei permessi. I tempi di attesa lunghissimi sono imputabili principalmente alla inefficienza e disorganizzazione strutturale dei competenti uffici, dove si registrano frequenti episodi di smarrimento delle pratiche, oppure risultano giustificati da lacune nella documentazione presentata dai richiedenti, non prontamente comunicate agli interessati e che spesso si rivelano pretestuose. Disservizi analoghi riguardano le domande di riconoscimento della cittadinanza italiana, laddove i tempi di chiusura delle pratiche relative all'acquisto della cittadinanza per naturalizzazione oltrepassano i tre anni.
  2. Seguono le segnalazioni relative al rifiuto del permesso di soggiorno o al diniego del rinnovo, accompagnati dai relativi provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale, molti dei quali risultano affetti da palesi vizi di legittimità. In particolare, i decreti prefettizi di espulsione ed i relativi ordini di allontanamento dei Questori, che siano legati al diniego di un permesso oppure emessi nei casi di "ingresso o permanenza irregolare", registrano, pressoché costantemente, la violazione dell' obbligo di traduzione nella lingua effettivamente conosciuta dal destinatario, limitandosi a giustificare l'impiego degli idiomi residuali di cui all'art. 13 comma 7 T.U. immigrazione (francese, inglese o spagnolo) attraverso tipiche formule di stile, quali la classica impossibilità di reperire un interprete.
  3. Sul piano dell'accesso alla P.A. emergono, inoltre, gravissime carenze sotto il profilo informativo in ordine alle procedure per il rilascio dei documenti di soggiorno ed alle indicazioni sullo stato delle pratiche. Risultano, infatti, inesistenti o del tutto inefficienti i servizi deputati all'orientamento dei migranti sull'iter da seguire, sulle modalità di presentazione delle domande, sugli eventuali adempimenti integrativi, sui tempi di attesa prevedibili ecc.
  4. Diverse, inoltre, le disparità di trattamento denunciate, rispetto ai cittadini italiani, nell'accesso agli asili nido ed nell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
  5. Sul versante dell'accesso al credito da parte dei migranti, si registrano consistenti difficoltà nella concessione di finanziamenti, massimamente legate all'instabilità lavorativa ed alla temporaneità del titolo di soggiorno.
  6. In ambito sanitario, le segnalazioni raccolte denunciano anzitutto difficoltà di ordine economico, legate ai costi delle prestazioni sanitarie ed evidenziano, in alcuni casi, sostanziali disparità di trattamento rispetto agli utenti italiani3.
  7. Relativamente ai cittadini extracomunitari che si ammalano nel nostro paese, emerge il problema della possibilità e della continuità della cura, al di là delle prestazioni essenziali, legato alla difficoltà e, in alcuni casi, alla preclusione del rinnovo del titolo di soggiorno, o della sua conversione in un permesso per cure mediche.
  8. Problematico, inoltre, risulta l'accesso al servizio sanitario da parte dei cittadini "neo comunitari" (in massima parte di nazionalità rumena), laddove l'iscrizione al servizio sanitario nazionale è subordinata al possesso di un regolare contratto di lavoro, spesso purtroppo difficilmente esigibile, o alla sottoscrizione di polizze sanitarie private, che non sempre coprono tutte le prestazioni mediche necessarie e di regola sono molto onerose.
  9. Diverse segnalazioni, infine, concernono problemi legati al riconoscimento dell'invalidità civile ed alla attribuzione dell'indennità di accompagnamento, evidenziando, in alcuni casi, atteggiamenti discriminatori a danno di stranieri inabili ed interpretazioni del tutto erronee ed inutilmente rigide della normativa in materia di accesso alle prestazioni assistenziali di invalidità.