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Cittadini e malattie reumatiche

Sono oltre 5 milioni gli italiani colpiti, 734mila presentano le forme più disabilitanti e serie. Interessano soprattutto le donne: sino a nove volte più dell’uomo.
In Italia la spesa farmaceutica per queste patologie è di circa 1,5 miliardi di euro, mentre in termini di perdita di produttività i costi si aggirano intorno ai 3 miliardi. Tra perdite di produttività, care giver e cure informali, si stima che il totale dei costi indiretti sia di circa i 2/3 dei costi totali, un 1/3 a carico del Ssn. Il costo annuo medio per paziente è di 8mila euro.
Dai dati relativi alle schede di dimissione ospedaliera (Sdo) del 2008 è emerso che su un totale di oltre 12 milioni di dismissione, oltre 1,1 milioni riguarda pazienti per i quali malattie dell’apparato muscolo scheletrico sono state il motivo del ricovero (74%) o hanno complicato il trattamento del paziente ricoverato per altri motivi (26%).
Secondo i dati forniti delle organizzazioni dei malati reumatici è emerso che l’iter diagnostico non è ancora adeguatamente rapido nonostante la possibilità di bloccare la progressione della malattia con una diagnosi precoce. C’è inoltre un’estrema eterogeneità tra le diverse Regioni, e anche nell’ambito della stessa Regione, per quanto riguarda l’accesso a strutture specialistiche, la disponibilità delle nuove terapie e l’uso aggiornato dei vecchi farmaci.

L'Artrite reumatoide è l’esempio paradigmatico di malattia reumatica. Responsabile di una progressiva disabilità con riduzione delle aspettative di vita di circa 6-10 anni In Italia, meno del 20% dei pazienti presenta una malattia con durata inferiore ai 2 anni. Al contrario, la quasi totalità dei pazienti è affetto da malattia di lunga durata: il 21% ha durata di malattia dai 2 ai 5 anni; il 32% ha durata di malattia da 5 a 10 anni; il 29 % ha durata di malattia oltre 10 anni. Colpisce soggetti di ogni età, con un’incidenza tra le persone in età lavorativa, cioè tra i 25 e i 55 anni.

Osteoartrosi ed osteoporosi: la stima attuale della prevalenza nella popolazione generale italiana si aggira tra il 10 ed il 20 %, tenendo presente la difficoltà di una diagnosi accurata.

Il Ministero della salute, l’Aifa e le Regioni sono invitate a monitorare l’uniformità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, attraverso un continuo confronto con le società scientifiche e le associazioni di pazienti.

(Fonte: sintesi dei principali dati e proposte contenute nel documento conclusivo sulle malattie degenerative approvato all’unanimità in commissione Sanità al Senato l’8 marzo 2011 e pubblicato su www.quotidianosanita.it, 09 marzo 2011)