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A seguire, una sintesi dei principali problemi riscontrati dai cittadini in questo ambito.

Cittadini e dimissioni forzate (sintesi Rapporto Pit 2011)

Le segnalazioni sulle dimissioni ritenute improprie sono enormemente aumentate passando dal 63,9% del 2009 all’82,7%; quasi 20 punti percentuali in più. Siamo  davvero troppo lontani da quella che dovrebbe essere la missione del servizio sanitario ovvero garanzia di cure adeguate e sicure, presa in carico celere,  attenzione per la qualità della vita e chiediamo a gran voce che questi valori vengano recuperati. Gli stessi medici, dichiarano di avere le mani legate, invischiati anch’essi in logiche economiche più grandi di loro, laddove invece il senso di responsabilità dovrebbe prevalere.
dimissioni tabella pit 2011

Fonte Cittadinanzattiva – Rapporto PiT Salute 2011

Inoltre, il dato che riguarda la scarsa reattività del territorio (10,8%) dimostra quanto una dimissione precoce possa incidere pesantemente nella vita di una famiglia, alle prese con i problemi della vita quotidiana, aggravati in più dal senso di inadeguatezza di fronte all’assistenza di un malato. Il 10,8% dei cittadini segnala, nell’ambito della dimissione, la mancanza di coordinamento tra il reparto che dimette e la presa in carico da parte del territorio. In particolare la mancanza di orientamento rispetto alle strutture extraospedaliere esistenti o la modalità di attivazione dell’assistenza territoriale gettano nello sconforto le famiglie. Sconcerta inoltre il dato sulle dimissioni di pazienti terminali (6,5% nel 2010).

Dimissioni /Area specialistica

2010

2009

Neurologia

23,8%

34,9%

Oncologia

19,7%

11,6%

Ortopedia

16,7%

23,3%

Cardiologia

11,4%

7,0%

Gastroenterologia

9,3%

2,3%

Chirurgia generale

8,4%

4,7%

Pneumologia

6,3%

4,7%

Endocrinologia

2,2%

0,0%

Altro

2,2%

11,5%

Totale

100%

100%

Fonte Cittadinanzattiva – Rapporto PiT Salute 2011

A segnalare maggiormente i disagi causati da una dimissione, sono soprattutto i pazienti affetti da patologia neurologica (traumatizzati, esito di ictus, esito di ischemia,ecc) che raggiungono il 23,8% delle segnalazioni. Queste patologie più di altre compromettono alcune funzioni elementari della vita e necessitano di una presa in carico complessa (riabilitazione funzionale, neurocognitiva, logopedica) che l’ospedale non può fornire ma alla quale neanche il territori sa rispondere.

È interessante notare le patologie che in questo ultimo anno hanno registrato un trend in crescita. Oncologia (+ 8,1 punti percentuali), cardiologia (+4,4 punti percentuali), chirurgia generale (+3,7 punti percentuali) sono solo alcune delle aree che subiscono un evidente incremento di segnalazioni. L’aumentare delle segnalazioni in oncologia come in cardiologia mostra un dato allarmante se consideriamo che sono le cause di maggiore mortalità nel nostro paese. Inoltre l’aumento delle segnalazioni rispetto alla chirurgia generale evidenzia la difficoltà per i cittadini di confrontarsi con gli esiti di un intervento chirurgico, dove la convalescenza è più aggravata dalla necessità di medicazioni della ferita chirurgica spesso affidata agli stessi cittadini (laddove spetterebbe al medico di famiglia o agli infermieri dell’assistenza domiciliare).

ricoveri tabella pit 2011 Fonte Cittadinanzattiva – Rapporto PiT Salute 2011

Il dato più evidente in questo grafico è l’aumento notevole delle segnalazioni inerenti il rifiuto di ricovero che sale dal 36,6% del 2009 al 42,4% nel 2010. Questo dato riassume le segnalazioni dei cittadini ai quali è stato negato il ricovero presso gli ospedali a causa della carenza di posti letto. I tagli ed il riordino previsto, in molte regioni, della rete ospedaliera ha prodotto per il momento solamente malcontento, chiudendo le porte ai malati. Sebbene il riordino e la conversione di alcune strutture in ambulatori si è reso indispensabile a causa dei pesanti disavanzi creati dalle cattive gestioni dei fondi sanitari regionali, è sempre e comunque il cittadino a farne le spese. Come spesso accade in questo paese, prima si corre ai ripari tagliando, poi si pensa a giustificare in modo quasi pedagogico la motivazione di tali scelte e si cerca di convincere che è la scelta più razionale. Forse allora è solo un problema di ‘comunicazione’ quello di cui ci troviamo a discutere perché al cittadino comune non è stato affatto facile comprendere il perché della chiusura dell’ospedale di zona.
Di fronte a simili problemi di accesso è chiaro che appaia quasi secondario al cittadino segnalare la scarsa assistenza medica ed infermieristica durante il ricovero; sebbene segnalato nel 19,1% dei casi scende rispetto allo scorso anno (24,4% nel 2009).
Il cittadino, il 15,5% delle volte, segnala che a causa della carenza dei posti letto viene ricoverato in un reparto inadeguato dove non è garantita la presenza dello specialista nella patologia sofferta. Un esempio fra tanti riguarda il caso di un paziente affetto da rettocolite ricoverato nel reparto di cardiologia dove erano chiaramente assenti farmaci utili ai suoi bisogni. Ma a preoccupare in modo crescente i cittadini è la mancanza di servizi/reparti chiusi anch’essi per razionalizzare la spesa (7,8% nel 2010 contro il 7,3% nel 2009). Inoltre è segnalato come emergente (12,2% nel 2009; 15,2% nel 2010) il problema dei trasferimenti presso strutture più specializzate. Ad incontrare queste difficoltà sono spesso pazienti costretti a sobbarcarsi costi di ambulanze per il trasferimento in strutture più specializzate o ad organizzare da sole il trasferimento non potendo contare sulla complicità/collaborazione del medico o dell’intero reparto. La necessità del trasferimento poi, il più delle volte, non rappresenta una libera scelta del paziente ma piuttosto una necessità espressa dalla stessa struttura per inadeguatezza delle competenze specialistiche.

Ricoveri /Area specialistica

2010

2009

Ortopedia

21,0%

18,8%

Oncologia

20,5%

20,7%

Neurologia

20,0%

17,1%

Nefrologia

16,2%

15,6%

Cardiologia

11,2%

12,8%

Ginecologia e ostetricia

6,1%

2,3%

Gastroenterologia

2,4%

4,7%

Altro

2,6%

8,1%

Totale

100%

100%

Fonte Cittadinanzattiva – Rapporto PiT Salute 2011

Le segnalazioni che riguardano problemi nel ricovero per lo più provengono da cittadini con problemi in ortopedia nel 21% dei casi. Un incremento notevole lo osserviamo in ginecologia e ostetricia (6,1% nel 2010 contro il 2,3% del 2009) dove certamente la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno ha rappresentato per i cittadini un evidente ostacolo all’accesso.