Vuoi saperne di più in tema di sangue infetto?

  • Guide utili

  • Conciliazione

A seguire, una sintesi dei principali problemi riscontrati dai cittadini in questo argomento/settore.

Cittadini e sangue infetto (sintesi Rapporto Pit 2011)

Quest’anno le segnalazioni dei cittadini rispetto alle problematiche connesse al sangue infetto sono leggermente in flessione; passiamo da un 5,4% del 2009 al 3,8% del 2010. Nonostante  questa lieve diminuzione, rimane costante da parte nostra l’attenzione al tema, nell’intento di far emergere ancora una volta le difficoltà incontrate dalle persone danneggiate da sangue infetto.

È nostro scopo richiamare l’attenzione delle istituzioni alla tematica della sicurezza in tutte le sue declinazioni, e dare voce, di nuovo, ai cittadini che hanno subito questo terribile danno.

Osservando il grafico che mette a confronto i problemi segnalati nell’ambito del sangue infetto negli anni 2009 e 2010 notiamo alcune interessanti tendenze. Aumentano infatti, di oltre 7 punti percentuali (dal 27,6% del 2009 al 34,9% del 2010), le segnalazioni relative alle difficoltà incontrate nel procedimento per ottenere l’indennizzo previsto dalla legge 210/92. Ancora una volta puntiamo il dito contro la burocrazia, la tortuosità del procedimento, la carenza di informazioni chiare da parte di chi preposto, che di fatto bloccano la possibilità, per molti, di accedere al percorso di riconoscimento di indennizzo e portarlo a termine
sangue infetto tabella pit 2011 Fonte Cittadinanzattiva – Rapporto PiT Salute 2011

Salgono ancora, e addirittura di oltre 8 punti percentuali (12% nel 2009 al 20,2% nel 2010), le segnalazioni sull’esito negativo del procedimento attribuito alla mancanza di riconoscimento del nesso di causalità. Questo nesso diviene sempre più difficile da dimostrare per il cittadino, poiché è a lui che spetta dare prova della causalità del contagio. Questo per carenza di documentazione, spesso impossibile da reperire dopo molti anni dalla trasfusione imputata.
Salgono inoltre al 13,2%, rispetto al 12% del 2009, le segnalazioni sulla rivalutazione dell’indennizzo. L’incremento di questo dato conferma i timori che lo scorso anno avevamo già sollevato.
La finanziaria del 2010 ha eliminato la possibilità di rivalutare l’intero importo dell’indennizzo condannando di fatto i cittadini a percepire, negli anni, un indennizzo sempre più esiguo per non dire irrisorio.
I cittadini quest’anno, più che nello scorso, si sono dunque riversati sul nostro servizio PiT Salute gridando a gran voce l’ingiustizia vissuta.

Fonte dell’infezione

2010

2009

Trasfusione

61,2%

77,0%

Ferri infetti

15,6%

10,1%

Emoderivati

14,7%

9,7%

Lavoro in ambiente a rischio

8,5%

3,2%

Totale

100%

100%

Fonte Cittadinanzattiva – Rapporto PiT Salute 2011

Dalla tabella si evidenzia come nella maggior parte dei casi il danno sia stato procurato da una trasfusione infetta (61,2%). Interessante notare che al decremento della percentuale rispetto all’anno precedente (77%), si affianca un incremento allarmante di segnalazioni relative alle altre fonti di infezione che abbiamo analizzato. Notiamo infatti l’incremento della percentuale dal 9,7% nel 2009 al 14,7% nel 2010 per danni causati dalla somministrazione di emoderivati.
Proseguendo nella valutazione dei dati emersi, notiamo come salga di oltre 5 punti percentuali (15,6%) rispetto allo scorso anno (10,1%) il contagio da ferri infetti. L’incremento notevole del dato sconcerta, se si pensa che ancora oggi si rischia di contrarre un virus a causa di ferri non sterilizzati.
Infine, crescono enormemente le segnalazioni da parte dal personale che lavora in ambiente a rischio (soprattutto personale infermieristico) a contatto con pazienti infetti, dal 3,2% del 2009 all’8,5% del 2010. Quest’ultimo dato, affiancato a quello relativo al rischio di infezione per ferri infetti, mette in luce un problema molto rilevante che attiene alla disapplicazione di procedure standard di prevenzione dalle infezioni. Queste procedure, che banalmente riguardano la sterilizzazione dei ferri e dell’ambiente contaminato (nei tempi e nei modi previsti), l’utilizzo di guanti, camici, mascherine e quant’altro si sia dimostrato utile ad impedire un possibile contagio, sono misure minime che salvaguardano sia i pazienti che lo stesso personale sanitario da possibili infezioni. Dal dato emerge tuttavia che vi sia una sottovalutazione del rischio ed una disapplicazione delle misure di sicurezza nell’ambito ospedaliero.

Malattia contratta

2010

2009

Epatite C

58,9%

58%

Epatite B

34,9%

35,5%

HIV

6,2%

6,5%

Totale

100%

100%

Fonte Cittadinanzattiva – Rapporto PiT Salute 2011

Per quanto riguarda il tipo di infezione contratta si confermano i dati dello scorso anno. Pertanto prevalgono le infezioni da epatite c con il 58,9%, seguono le infezioni da epatite b con il 34,9% ed Infine quelle da HIV con il 6,2%.

Condividi