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Curarsi oltre confine: cosa succede oggi in Italia., nella fotografia fornita dal Il punto di Rapporto PiT salute.
Il Rapporto PiT salute è il principale strumento attraverso il quale il Tribunale per i Diritti del Malato ogni anno fornisce una fotografia del Servizio Sanitario Nazionale dal punto di vista del cittadino.
Il Rapporto PiT viene infatti realizzato attraverso la raccolta e l’elaborazione delle segnalazioni provenienti dai cittadini che contattano annualmente il servizio PiT Salute, le sedi del TDM i servizi PiT locali.

L’intento del rapporto è triplice:

  1. mettere a disposizione della opinione pubblica, dei cittadini, e di quanti esercitano ruoli rilevanti nel Servizio Sanitario e nel sistema del welfare in generale, dati ed informazioni sul rapporto tra cittadini e sistema sanitario, secondo un approccio che mette in primo piano la condizione degli utenti e dei servizi;
  2. verificare l’impatto di politiche e programmi, individuare priorità, indirizzare la spesa pubblica, orientare la programmazione regionale e la gestione delle aziende sanitarie, guidare le politiche dei cittadini;
  3. orientare programmi ed azioni del Tribunale per i Diritti del Malato, del Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC), e di Cittadinanzattiva tutta.

Ovviamente i dati raccolti e presentati annualmente non sono rilevanti dal punto di vista statistico, ma costituiscono una sorta di termometro delle più rilevanti situazioni di malessere con le quali si misurano i cittadini nel loro contatto con i servizi sanitari, e possono pertanto essere considerati degli indicatori significativi dei temi verso sui puntare l’attenzione all’interno del panorama della sanità italiana e regionale. Di seguito l’elaborazione delle segnalazioni giunte nel 2012 sul tema della mobilità internazionale per motivi di salute.

3.1 Analisi dei datigiunti al PiT salute, nell’anno 2012
L’analisi di seguito riportata fa riferimento alle 269 segnalazioni ricevute nel corso del 2012 sul tema delle cure all’estero; si tratta di storie di persone che si sono rivolte al Tribunale per i diritti del malato per ottenere informazioni, consulenza e assistenza per risolvere difficoltà incontrate nell’accesso alle cure oltre-confine. 

Fig. 1 – Problemi incontrati dai cittadini nella mobilità per cure verso l’estero (UE)
torta-cure-esteroFonte: Elaborazione segnalazioni PiTSalute- Cittadinanzattiva, 2012


Le segnalazioni dei cittadini, raccolte nel corso del 2012 dal servizio PiT Salute nazionale e dalla sedi del Tribunale per i diritti del malato sul territorio, confermano la sussistenza di importanti difficoltà a recarsi all’estero per ricevere le cure.
La maggior parte delle difficoltà riguarda la necessità di ottenere l’autorizzazione dalla ASL per potersi recare all’estero; il 36,3% riguarda infatti proprio la mancata o ritardata ricezione dell’autorizzazione.
In particolare tale aspetto non solo pregiudica la possibilità di accedere, in tempi congrui, alle terapie utili al cittadino, ma sottolinea anche problemi di carattere procedurale in capo alla ASL. La procedura per ottenere l’autorizzazione prevede ad oggi passaggi che inevitabilmente richiedono dei tempi di attesa.
In alcuni casi la mancata o ritardata ricezione di una risposta da parte della ASL diviene disfunzionale, disorienta il cittadino e mette a repentaglio la sua salute.
Un altro aspetto segnalato dai cittadini, come particolarmente problematico, riguarda la burocrazia e la carenza di informazioni (27,2%) per portare a termine l’intero iter, che prevede molti passaggi nella maggior parte delle volte poco chiari al cittadini. Primo fra essi è la necessità di ottenere certificazioni mediche che giustifichino la necessità di recarsi in strutture transfrontaliere;vi è poi l’obbligo di presentare specifica domanda di autorizzazione alla ASL;è quindi necessario attendere il parere del centro regionale di riferimento, che valuta la procedibilità della domanda, per arrivare alla risposta formale da parte della ASL (di autorizzazione o diniego).
Il cittadino ci segnala che in alcuni casi viene a conoscenza della possibilità di recarsi all’estero per ottenere delle cure da parte di altri pazienti conosciuti per caso durante il percorso di cura, oppure, ma in modo frammentario, da parte dei medici di famiglia e specialisti, talvolta da ricerche effettuate in internet.
Per il 22,9% dei cittadini che si è rivolto ai nostri sportelli di tutela, il problema principale è l’aver dovuto constatare che la ASL non aveva autorizzato le cure. Questo rappresenta un vero dramma per i cittadini perché li pone di fronte alla dura scelta di dover rinunciare alle cure, oppure di dover pagare di tasca propria il viaggio, l’alloggio, l’intervento (visita o terapia ecc). Per molti, questa soluzione non è praticabile poiché i costi delle cure all’estero possono essere davvero elevati. La maggior parte delle volte i dinieghi sono giustificati dal fatto che il centro regionale di riferimento ritiene che in Italia siano presenti strutture che, al pari della struttura estera proposta, sono in grado di effettuare la prestazione richiesta. A seguito di questa risposta, inevitabilmente registriamo lo scetticismo dei cittadini che hanno ricevuto pareri differenti nel corso della loro storia clinica e nell’incontro con gli specialisti. Spesso, se è noto che in Italia è praticabile la terapia, i tempi di attesa per ottenerla appaiono fortemente incongrui con le loro necessità; rappresentando una vera e propria inaccessibilità al pari dell’inesistenza di servizi adeguati. Ultima problematica, che in termini statistici siamo stati in grado di evidenziare, è la difficoltà ad ottenere i rimborsi (13,6%) per le spese anticipate di tasca propria. In un momento di crisi economico finanziaria che incide così pesantemente nella gestione economica delle famiglie, tale aspetto è di rilevanza particolare. I cittadini in alcuni casi hanno dovuto accedere a prestiti e finanziamenti per poter anticipare le spese dei viaggi e il ritardo nell’ottenere il loro rimborso, e questo significa mettere ulteriormente a repentaglio la serenità di una famiglia.

Cause della mobilità verso i Paesi UE


Motivi per cu si va all’estero:

%

Intervento chirurgico

35

Terapia innovativa

29

Diagnostica

18

Specialistica

13

Trapianto

5

Totale 100

100

Fonte: Elaborazione segnalazioni PiTSalute –Cittadinanzattiva, 2012


I motivi che spingono i cittadini a rivolgersi alle cure fuori regione sono soprattutto legati alla necessità di effettuare interventi chirurgici di alta specializzazione (35%). Spesso è la tecnica utilizzata, come ad esempio tecniche mini-invasive o innovative, a richiedere la necessità di rivolgersi all’estero. Segue con il 29% delle segnalazioni la necessità di rivolgersi all’estero per accedere a terapie (sperimentali, riabilitative) ritenute innovative dalla comunità scientifica o qualora non vi siano valide alternative terapeutiche in Italia. Segue con il 18% la voce relativa alla diagnosi: in moltissimi casi i cittadini si recano all’estero per riuscire ad ottenere una volta per tutte una diagnosi certa, che possa finalmente portare all’individuazione di una terapia adeguata. Molto spesso siamo di fronte a cittadini affetti da malattie rare che stentano ad ottenere una diagnosi precisa. In ultimo le segnalazioni che riguardano i trapianti con il 5%. Ancora la difficoltà, soprattutto legata ai tempi di attesa porta le persone a richiedere la prestazione fuori confine.

Principali motivazioni, per aree terapeutiche


Area terapeutica

%

Oncologia

32

Malattie neurologiche

30

Malattie rare

17

Cardiologia

13

Ortopedia

8

Totale

100

Fonte: Elaborazione segnalazioni PiTSalute –Cittadinanzattiva, 2012


Per quanto riguarda le aree terapeutiche che soffrono in particolar modo le difficoltà legate alle procedure di autorizzazione alle cure all’estero, troviamo: le patologie oncologiche con il 32%, seguite dalle patologie neurologiche (30%). In questo caso sono spesso bambini, affetti da patologie degenerative che necessitano di terapie innovative. Ancora i pazienti affetti da patologia rara (17%). In questa caso, come anticipato, i cittadini si recano all’estero per ottenere una diagnosi precisa o un trattamento che in Italia non è ancora praticato. Seguono i pazienti con cardiopatie (13%) e con problemi di natura ortopedica (8%).

ASSISTENZA SANITARIA ALL'ESTERO: ISTRUZIONI PER L'USO:

Anche quando si va in vacanza ci si può ammalare. È opportuno, specie quando si programma un soggiorno fuori dal proprio Paese, acquisire in anticipo informazioni sul tipo di assistenza sanitaria per non essere impreparati ad affrontare l’eventuale emergenza, anche in termini economici.

Vi sono differenze nell’erogazione dell’assistenza sanitaria a seconda che ci si rechi in un Paese Europeo, in un Paese Extraeuropeo con cui l’Italia ha stilato degli accordi bilaterali, o in Paesi Extraeuropei senza accordi bilaterali.

IN EUROPA
Nei Paesi dell’Unione Europea sono garantite:

  • le cure mediche urgenti e le cure mediche necessarie – attraverso la TEAM;

  • Cure programmate e di alta specializzazione;

  • Cure necessarie ed urgenti (TEAM).

Dal 1° novembre 2004, con l’introduzione della TEAM, sono garantite le cure mediche necessarie e quelle urgenti.

  • Cos’ è la TEAM?

La TEAM, Tessera Europea di Assicurazione Malattia, è una tessera sanitaria: una smart card, simile ad una tessera bancomat, con chip elettronico, che riporta i dati anagrafici del cittadino e in futuro sarà in grado di contenere anche informazioni mediche essenziali (gruppo sanguigno, allergie,..). Permette ad ogni cittadino europeo di usufruire delle cure “medicalmente necessarie” negli stati dell’UE e dello Spazio Economico Europeo.

In cosa consistono le cure medicalmente necessarie?
Le cure medicalmente necessarie comprendono le prestazioni considerate urgenti non differibili e prestazioni sanitarie erogate secondo la valutazione di tre fattori: il profilo clinico diagnosticato; la durata del soggiorno; la natura delle cure. È il medico curante dello stato estero a stabilire la tipologia delle cure necessarie che saranno garantite, e ne disporrà l’erogazione secondo la normativa vigente nello stato in cui ci si trova.
Attenzione! Le cure programmate non possono essere erogate con la TEAM (esempio presso centri di altissima specializzazione), per esse si richiede il rilascio del modello E 112.

Come tutelarsi?
Ricordiamo che l’assistenza per le cure urgenti e necessarie è gratuita ed è in forma diretta (la richiesta di pagamento deve essere inoltrata direttamente dalla struttura estera alla ASL di appartenenza) quindi nulla è dovuto al cittadino eccetto – ripetiamo – eventuali ticket a carico dei cittadini. Vi sono però degli Stati come la Francia ed il Belgio in cui viene richiesto il pagamento della prestazione. In casi simili, al ritorno dal vostro viaggio sarà necessario chiedere il rimborso alla ASL presentando tutta la documentazione e le spese sostenute. Sarà la ASL a decidere in che misura rimborsare le prestazioni.

Prima di partire è bene informarsi presso la ASL circa le modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria nel Paese in cui ci si recherà per le vacanze.

Nella sezione FAQ le risposte alle tue domande su come usare la TEAM, in quali Stati è valida e cosa fare se non la si possiede ancora.

Cure programmate e di alta specializzazione in Europa
È possibile recarsi in Europa per cure sanitarie solo per prestazioni di altissima specializzazione  che non siano ottenibili in Italia tempestivamente o in forma adeguata alla particolarità del caso clinico.  Per recarsi in un Paese dell’Unione Europea  è comunque  necessaria un’autorizzazione preventiva da parte della propria ASL.

Nella sezione FAQ le risposte alle tue domande.

FUORI DALL’EUROPA
Se si ha intenzione di andare in vacanza in un Paese extraeuropeo è bene informarsi se lo Stato che vi ospiterà ha stipulato degli accordi bilaterali con L’Italia.

Gli accordi consentono di usufruire dell’assistenza sanitaria, nei limiti previsti da ogni singola convenzione.

I Paesi con cui l’Italia ha stipulato le convenzioni bilaterali sono:Argentina, Australia, Brasile, Capoverde, Ex Jugoslavia (Serbia, Montenegro, Vojvodina, Kossovo), Croazia, Macedonia, Bosnia Erzegovina, Principato di Monaco, San Marino, Slovenia, Svizzera e Tunisia.

Non tutti garantiscono cure urgenti per temporaneo soggiorno. Gli accordi, infatti, tendono a fornire assistenza gratuita a particolari categorie sociali, come i lavoratori e gli studenti. Bisogna quindi recarsi presso la propria ASL per conoscere le caratteristiche della convenzione stessa e eventualmente ricevere un apposito modulo che vi consentirà di ottenere l’ assistenza per cure urgenti, se garantita nell’accordo.

Nei casi in cui, neanche in questi Paesi le cure urgenti sono previste, è consigliabile stipulare un’assicurazione.

Attenzione!

In nessun caso è previsto il rimborso in forma indiretta (il rimborso delle spese sostenute da parte della propria ASL al ritorno dal viaggio) ad eccezione di alcune categorie, come ad esempio i lavoratori italiani distaccati all’estero. Qualora, invece, lo Stato non ha un accordo bilaterale con l’Italia, è consigliabile provvedere alla stipula di una polizza assicurativa privata che preveda la copertura delle cure medico-ospedaliere di cui il soggetto potrebbe avere bisogno. In linea generale le spese mediche e ospedaliere sono a carico del cittadino italiano e sono, spesso, estremamente elevate.

(ultimo aggiornamento: luglio 2012)

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