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Il fenomeno dei comportamenti violenti a scuola, che si concretizza soprattutto attraverso atti di bullismo e vandalismo, si è imposto all'attenzione pubblica italiana negli ultimi anni con una evidenza e una forza sconcertanti.


Il bullismo, come il vandalismo, sono fenomeni articolati e complessi che rivelano profondi disagi di natura psichica ma anche socio-culturale, che di certo non possono e non devono essere affrontati solo in una prospettiva sanzionatoria. Esiste una marcata triangolazione negativa tra disagio strutturale, disagio socio-culturale e comportamenti violenti. Da un lato, infatti, la cosiddetta “violenza strutturale” (cioè l'inadeguatezza degli ambienti scolastici, spesso squallidi, insicuri o poco accoglienti), dall'altra il disimpegno morale, il discredito delle regole di convivenza civica, la mancanza di etica della responsabilità e la perdita di senso della legalità, concorrono a generare e rafforzare comportamenti aggressivi e “violenti” nei giovani.
La scuola e le altre agenzie educative sembrano non avere strumenti adeguati né per conoscere, né per prevenire, né per fronteggiare il fenomeno in maniera efficace e incisiva. Gli studi ad oggi condotti in Italia sono ancora poco esaustivi e molto circoscritti territorialmente.