Carcere

  • Maltrattamenti a detenuto malato, la CEDU condanna l’Italia

    La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l'Italia per aver trattato in modo inumano un detenuto con gravi problemi psichiatrici, avendo continuato a tenerlo in una prigione ordinaria nonostante i tribunali nazionali, e poi anche la Corte stessa, ne avessero ordinato il trasferimento in un centro dove potesse essere curato.

  • Mamme e bambini in carcere: Cittadinanzattiva non si ferma!

    E’ da oltre un anno che è ferma in Commissione Giustizia, alla Camera dei Deputati, la proposta di legge dell’On. Paolo Siani (Disegno di legge 2298) che eviterebbe ai bambini di vivere l'esperienza terribile del carcere. Per Cittadinanzattiva, che con l’Associazione A Roma Insieme-Leda Colombini continua a chiedere con forza l’approvazione del Disegno di legge, questo stallo è inaccettabile.

  • Carcere: il Report di Antigone sulla situazione del 2021

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    Nel corso del 2021 l'osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione ha visitato 99 carceri per adulti, più della metà di quelli presenti in Italia, rilevando le situazioni più critiche anche alla luce della situazione sanitaria che ha fortemente accentuato i problemi pre-esistenti nei penitenziari italiani. Il 2021 è stato un anno di attesa per tutto il sistema penitenziario italiano, colpito e sconvolto dal Covid-19 nel corso del 2020 ed è sentita la necessità di un ritorno alla normalità, tentativo che, purtroppo, non in tutti gli istituti ha dato riscontro positivo.

  • Rinnovata la “Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti"

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    È stata rinnovata per altri quattro anni la “Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti”, grazie alla firma del protocollo d’intesa tra il Ministero della Giustizia, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’Associazione Bambinisenzasbarre Onlus. Si tratta di un documento di fondamentale importanza, perché riconosce il diritto dei minorenni alla continuità del legame affettivo con i genitori detenuti e mira a sostenerne il diritto alla genitorialità.

  • Mamme e bambini in carcere: chiediamo l’approvazione della proposta di legge Siani!

    Lo scorso 20 novembre si è celebrata la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e in occasione di questa ricorrenza Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini sono tornate a richiamare l’attenzione pubblica sulla condizione, gravemente trascurata, dei bambini detenuti ed a richiedere con forza che si approvi rapidamente il disegno di legge 2298 promosso dall’On. Siani. La proposta, che prevede modifiche al codice penale e procedurale in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, è ferma ormai da mesi presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati senza che se ne comprenda il motivo.

  • Approvare la proposta di legge Siani perché nessun bambino varchi più la soglia di una prigione

    In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra sabato 20 novembre, Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini tornano a richiamare l’attenzione pubblica sulla condizione, gravemente trascurata, dei bambini detenuti ed a richiedere con forza che si approvi rapidamente il disegno di legge 2298 promosso dall’On. Sianirecante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”.
    “Abbiamo il dovere di ricordare i 24 bambini che oggi sono reclusi negli istituti penitenziari assieme alle mamme detenute. Un fenomeno che può apparire dalle dimensioni contenute, ma che invece rappresenta una condizione drammatica ed inaccettabile per i diritti dell’infanzia. Con l’approvazione di questa legge nessun bambino varcherebbe più le soglie di una prigione, ed invece ci spiace constatare che, dopo una prima fase di convergenza tra tutte le forze politiche, la proposta è ferma ormai da mesi presso la Commissione giustizia della Camera dei Deputati senza che se ne comprenda il motivo”, ricordano Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini, da tempo impegnate perché si adottino misure idonee a superare definitivamente il fenomeno della incarcerazione dei bambini, puntando sullo sviluppo del sistema della case famiglia, dove ospitare i piccoli con le loro madri, come alternativa ad ogni soluzione detentiva.

  • Carcere: pubblicati i dati del 2020

    carcere condizioni 

    Il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria ha diffuso i dati sulla popolazione penitenziaria aggiornati ad ottobre 2021. Numeri che tornano a salire: secondo i dati diffusi, infatti, i detenuti negli istituti di pena italiani sono complessivamente 54.307 a fronte di una capienza regolamentare di 50.851 posti. Si tratta di un aumento più contenuto rispetto ai primi mesi del 2021, quando nelle carceri italiane c'erano oltre 61 mila persone detenute. In lieve aumento la presenza di stranieri e di anziani; dato critico resta quello dell’aumento del numero di suicidi.

  • Nasce a Roma il Polo Universitario Penitenziario per i detenuti

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    Si tratta di un’infrastruttura di servizi creata nell’ambito dell’Università di Roma La Sapienza con l’obiettivo di promuovere e facilitare tutte quelle attività funzionali a garantire ai detenuti presenti negli istituti penitenziari della Capitale il diritto allo studio e il conseguimento dei titoli universitari. Si da' quindi attuazione al protocollo d’intesa sottoscritto nel settembre 2019 dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia e dalla Conferenza Nazionale dei Poli Universitari Penitenziari per incentivare e favorire la collaborazione tra le istituzioni penitenziarie e le università. Un passo importante, testimonianza di un comune impegno rivolto al recupero e al reinserimento dei detenuti, per garantire il loro diritto allo studio.

  • Sovraffollamento carcerario: dati in aumento

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    Si registra un aumento costante del numero dei detenuti negli istituti penitenziari italiani. Ad oggi sono 54.240, con un aumento di 310 presenze soltanto negli ultimi 28 giorni e la crescita riguarda anche le persone condannate a pene molto brevi: un ritmo che suscita grande preoccupazione. Lo segnala il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, in una nota, spiegando che si tratta di un segnale in controtendenza rispetto alla riduzione che si era avuta nel 2020, anche a seguito dell’emergenza sanitaria, quando i detenuti erano scesi da oltre 61mila di marzo 2020 a 53.387 alla fine di maggio.

  • Nasce MAMa, una casetta a Rebibbia per le mamme detenute e i loro figli

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    Nel carcere di Rebibbia nasce il MAMa, il Modulo per l'Affettività e la Maternità, donato e inaugurato da Renzo Piano, architetto di fama internazionale e Senatore a vita. Una vera e propria casetta costruita all’interno della Casa e donata alle mamme detenute per incontrare i loro bambini. Le detenute, che nell'ala femminile del carcere di Rebibbia sono 320, potranno così avere del tempo di qualità da passare con le loro famiglie, un passaggio importante nel loro percorso di reinserimento.

  • Fuori mamme e bambini dal Carcere

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    Anche l’ultima mamma con i suoi bambini è uscita dal Nido di Rebibbia per andare ai domiciliari: un successo, frutto di un lungo lavoro e di una battaglia portata avanti da diversi mesi e che ha coinvolto la Garante dei detenuti di Roma e diverse associazioni impegnate su questo fronte, tra cui Cittadinanzattiva. Il carcere non può essere una struttura che accoglie minori, ma è necessario pensare a spazi diversi e realmente alternativi, dove i bambini possano condurre una vita quanto meno normale dove porre al centro l’accoglienza, la tutela del loro sviluppo e del loro rapporto con il genitore ed avviare al contempo percorsi di recupero e di reinserimento delle madri.

  • Reinserimento sociale dei detenuti: firmato l’accordo Campidoglio-Dap

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    Favorire il rinserimento sociale dei detenuti grazie al sostegno delle istituzioni: è questa la sintesi del nuovo protocollo d’intesa firmato tra Roma Capitale e il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per implementare attività e opportunità in ambito socio assistenziale, culturale, di orientamento e inserimento lavorativo, attività anagrafiche e di stato civile, da rendere disponibili ai detenuti. Una buona pratica, necessaria per il mondo carcerario, che ha l’obiettivo di avviare percorsi costruiti sull’esigenza personale di ciascun detenuto ponendo solide basi per facilitare la partecipazione attiva alla vita sociale al di fuori degli istituti penitenziari.

  • Istituito un gruppo di lavoro sulle carceri

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    La Ministra della Giustizia ha firmato la costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc sulle carceri. Non un’altra Commissione, ma un gruppo che possa lavorare attivamente a cominciare da alcuni temi cruciali che affliggono il mondo carcerario e gli istituti penitenziari e avviare un cammino verso importanti cambiamenti. Quali saranno i compiti precisi di questo gruppo di lavoro al momento non è ancora noto, ma si attendono a breve maggiori delucidazioni da parte della Ministra.

  • Antigone, proposte per un nuovo regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario

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    A oltre vent’anni dalla precedente riforma, l’associazione Antigone propone la riforma del regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario, alla luce delle esperienze del nuovo millennio, ripensando disposizioni che risalgono a un modello di carcere diverso da quello attuale. Il regolamento di esecuzione è uno strumento potenzialmente forte e capace di disegnare la vita degli istituti di pena selezionando i valori verso cui improntarla e tanti sono i diritti delle persone detenute che possono essere tutelati in maniera efficace e in linea con l’attualità dei tempi, dal diritto alla salute, al diritto ai contatti con i propri affetti, ai diritti delle minoranze (stranieri, donne), ai diritti lavorativi, educativi, religiosi.

  • Violenze in carcere, necessario accertare le responsabilità

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    Quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e le violenze subite dai detenuti che, nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria, avevano osato protestare perché volevano avere garantito il diritto alla salute, oltre che per la sospensione delle visite, rappresenta una vicenda che deve essere fortemente stigmatizzata. È fondamentale che ogni responsabilità venga accertata ed è interesse di tutti i cittadini che si faccia completa chiarezza sui fatti: per questo Cittadinanzattiva valuterà la costituzione di parte civile nel processo che si avvierà.

  • Violenze nel carcere di S. Maria Capua Vetere: valuteremo la nostra costituzione come parte civile

    Un’azione che sconvolge perché organizzata con l’intento di “dare una lezione” indiscriminata e ingiustificabile ai detenuti che, qualche giorno prima, nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria, avevano osato protestare perché volevano avere garantito il diritto alla salute, oltre che per la sospensione delle visite, a seguito di un caso di positività al covid-19.
    “È fondamentale ed è interesse di tutti i cittadini che si faccia completa chiarezza sui fatti e che ogni responsabilità venga accertata; anche per questo valuteremo la nostra costituzione di parte civile nel processo che si avvierà”, dichiara Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti – Cittadinanzattiva.
    Il processo penale farà il suo corso e ne attenderemo gli esiti; è innegabile tuttavia che la vicenda in sé, nell’immediato, debba essere stigmatizzata senza compromessi e senza bisogno di alcuna ulteriore precisazione”, continua Liberto. “Di fronte a quanto accaduto, risultano infatti stridenti e dannosi, oltre che insopportabili per la loro strumentalità, i tentativi di minimizzazione e le generiche dichiarazioni di solidarietà nei confronti della polizia penitenziaria; decisive e corrette, invece, ci appaiono le parole della Ministra Cartabia che ha definito la vicenda come un tradimento della Costituzione ed un’offesa “alla dignità della persona dei detenuti anche a quella della divisa che ogni donna e uomo della polizia penitenziaria deve portare con onore”.

  • Presentata la relazione del Garante nazionale dei detenuti al Parlamento

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    Il 21 giugno presso la Camera dei Deputati il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, ha presentato la Relazione al Parlamento 2021. Il Garante ha riassunto i punti principali delle più di 400 pagine della Relazione consegnata ai Presidenti delle Camere affrontando i diversi ambiti di intervento: dalla detenzione penale a quella amministrativa delle persone migranti, dalla privazione della libertà in ambito sanitario alla custodia nei luoghi delle forze di polizia, fino ad arrivare alla possibile perdita di autodeterminazione di persone anziane o disabili ospiti in residenze sanitarie assistenziali.

  • Carcere: prosegue il piano vaccinale

    carcere condizioni

    D'intesa con il Ministero della Salute si è deciso che la somministrazione dei vaccini nelle carceri procederà parallelamente a quella destinata alle categorie “prioritarie”. Il piano vaccinale, dunque, non si ferma e interesserà il personale della polizia penitenziaria e i detenuti negli istituti penitenziari non ancora sottoposti alla prima somministrazione, tenendo in considerazione anche il personale amministrativo che opera in presenza. Mettere in sicurezza le strutture penitenziarie e le persone ristrette in luoghi per definizione chiusi, estremamente sovraffollati ed a maggior rischio di contagio e diffusione del virus, rappresenta una priorità: ad oggi sono 737 i casi tra i detenuti, 478 gli agenti di polizia penitenziaria e 41 gli addetti alle funzioni centrali colpiti dal Covid.

  • Ergastolo ostativo, per la Consulta è incostituzionale

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    La Corte Costituzionale si è pronunciata sull’ergastolo cosiddetto ostativo, ovvero l’impedimento previsto dall’articolo 4bis dell’Ordinamento penitenziario alla concessione dei benefici e misure alternative - possibili per gli altri ergastolani - ai condannati per reati molto gravi, quali quelli di matrice mafiosa e terroristica, che non abbiano utilmente collaborato con la giustizia. La Corte ha fissato il limite al maggio 2022 affinché il Parlamento italiano provveda a modificare l'attuale norma: si tratta di un importante traguardo, di estrema rilevanza umana e sociale, un concreto passo in avanti verso la reale applicazione dell'articolo 27 della Costituzione, che attribuisce al carcere una funzione volta alla rieducazione ed all’inclusione sociale per tutti i detenuti, anche di quelli che provengono dalla criminalità organizzata.

  • Cittadinanzattiva in audizione alla Camera su mamme e bambini in carcere

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    Martedì 6 aprile si è svolta l’audizione di Laura Liberto, coordinatrice nazionale della Rete Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva, in II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sulla proposta di legge C. 2298 Siani. Una proposta che introduce nell’ordinamento misure organiche, finalizzate al superamento degli ICAM, gli Istituti a custodia attenuata per detenute madri e prevede l’obbligo di finanziare le strutture protette per donne e bambini valorizzando contesti realmente alternativi alla detenzione dove porre al centro l’accoglienza dei bambini, la tutela del loro sviluppo e del loro rapporto con il genitore ed avviare al contempo percorsi di recupero e di reinserimento delle madri. Cittadinanzattiva condivide con grande convinzione la proposta di legge Siani e ne chiede una rapida discussione ed approvazione, perché si pone nell’ottica di proteggere, come indicato a più riprese dalla Corte Costituzionale e dalle convenzioni internazionali, l’interesse superiore del bambino, la salute psico-fisica del minore e tutelarne il legame con il genitore come elemento fondamentale in particolare nei primi anni di vita.

  • In audizione su proposta di legge Siani: si vada avanti con celerità

    La proposta di legge Siani è un punto di partenza che condividiamo con grande convinzione, e ne chiediamo per questo una rapida discussione ed approvazione, perché si pone nell’ottica di proteggere, come indicato a più riprese dalla Corte Costituzionale e dalle convenzioni internazionali, l’interesse superiore del bambino, la salute psico-fisica del minore e tutelarne il legame con il genitore come elemento fondamentale in particolare nei primi anni di vita. In quest’ottica, il testo in esame prevede la rimozione di una serie di limiti di natura giuridica ed economica, presenti nella normativa vigente e all’origine del problema della carcerazione dei bambini assieme alle loro madri e l’individuazione delle case famiglia protette come soluzione alternativa principale”, ad affermarlo Laura Liberto, coordinatrice nazionale Giustizia per i diritti – Cittadinanzattivache oggi è in audizione in II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sulla proposta di legge C. 2298 Siani.

    Tuttavia i dati più recenti mostrano chiaramente che la strada è ancora lunga: a fronte di un apparente e temporaneo “svuotamento” nella primavera dello scorso anno, negli ultimi mesi sono tornati a crescere gli ingressi in carcere di detenute con figli piccoli al seguito. Secondo le statistiche pubblicate dal Ministero della Giustizia, aggiornate al 31 marzo scorso, sono 26 le madri e 28 i bambini che risultano ristretti negli istituti penitenziari, tra sezioni nido delle case circondariali e gli ICAM.

  • I vaccini in carcere sono una priorità

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    I casi di positività al Covid risultano ancora in aumento nelle carceri: su un totale di 52.572 presenze in cella, sono 576 i detenuti attualmente positivi al virus, in crescita rispetto a soli sette giorni fa. In aumento anche i casi di positività tra gli agenti penitenziari. Si tratta dei dati che emergono dal report settimanale del monitoraggio del Ministero della Giustizia su Carceri e coronavirus, recentemente pubblicato. La situazione appare dunque preoccupante, ma fonti della struttura del Commissario per l'emergenza Covid, smentendo possibili criticità nelle procedure di vaccinazione nelle carceri, fanno sapere che i detenuti nelle carceri sono tra le categorie che saranno vaccinate per prime.

  • Mamme e bambini in carcere: il Parlamento acceleri l’approvazione della proposta

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    Dopo aver ottenuto l'approvazione del proprio emendamento alla Legge di Bilancio per l'istituzione di un fondo dedicato all’accoglienza delle mamme detenute con i loro piccoli in case famiglia o comunità alloggio, Cittadinanzattiva, insieme all’ Associazione “A Roma insieme-Leda Colombini”, si è schierata a sostegno della proposta di legge del deputato Siani che introduce nell’ordinamento misure organiche, finalizzate al superamento degli ICAM, gli Istituti a custodia attenuata per detenute madri. La proposta prevede l’obbligo di finanziare le strutture protette per donne e bambini valorizzando contesti realmente alternativi alla detenzione dove porre al centro l’accoglienza dei bambini, la tutela del loro sviluppo e del loro rapporto con il genitore ed avviare al contempo percorsi di recupero e di reinserimento delle madri.

  • Detenute in Italia: si può (e si deve) fare di più

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    Le donne oscillano tra il 4% ed il 5% della popolazione carceraria, ma in Italia sono solo quattro gli istituti penitenziari femminili per le recluse. Le detenute nel nostro Paese si trovano, quindi, nella stragrande maggioranza in sezioni ricavate all'interno degli istituti maschili in una condizione di minoranza numerica che ne compromette l'equità nell'acceso alle opportunità trattamentali, perché si tratta di luoghi pensati per gli uomini che nella pratica si trasformano in causa di discriminazione, senza considerare la differenza di genere. Perché quando è una donna ad entrare in carcere, si tratta spesso di madri, di mogli, che si trovano a fare i conti con il senso di responsabilità che le caratterizza, perché fuori ci sono quasi sempre dei figli, un marito, che restano abbandonati e senza sostegni.

  • Carcere: iniziate le vaccinazioni, ma bisogna accelerare

    carcere condizioni

    “La somministrazione delle vaccinazioni negli istituti penitenziari, già iniziata in alcune realtà carcerarie, rappresenta una urgenza ed è necessario che prosegua velocemente”: queste le dichiarazioni della Ministra della Giustizia nella sua visita alla sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dinnanzi ai vertici del Dap. La situazione nelle carceri si fa sempre più allarmante a causa dei ritardi nelle somministrazioni e la grave situazione sanitaria richiede una accelerazione della campagna vaccinale, per evitare il diffondersi del virus tra operatori, forze dell’ordine e detenuti in luoghi ad alto rischio come gli istituti di pena.

  • Mai più bambini in carcere! Si approvi la proposta di legge Siani

    Sono ancora 29 i bambini ristretti negli istituti di detenzione assieme alle loro madri, secondo i dati del Ministero della Giustizia aggiornati allo scorso 31 gennaio. Si tratta di numeri che oscillano nel tempo, ma restano comunque rappresentativi di un gravissimo ed irrisolto paradosso: quello della presenza in carcere di bambini piccolissimi. Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini, dopo aver ottenuto l'approvazione del proprio emendamento alla Legge di Bilancio per l'istituzione di un fondo dedicato all’accoglienza delle mamme detenute con i loro piccoli in case famiglia o comunità alloggio, chiedono di avviare al più presto la discussione per l’approvazione della proposta di legge recante norme sulla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, a firma del Deputato Paolo Siani, che è stata appena incardinata in Commissione Giustizia della Camera, e che i gruppi parlamentari convergano per una rapida approvazione della stessa.

  • Mai più bambini in carcere! Si approvi al più presto la proposta di legge Siani”

    Sono ancora 29 i bambini ristretti negli istituti di detenzione assieme alle loro madri, secondo i dati del Ministero della Giustizia aggiornati allo scorso 31 gennaio. Si tratta di numeri che oscillano nel tempo, ma restano comunque rappresentativi di un gravissimo ed irrisolto paradosso: quello della presenza in carcere di bambini piccolissimi.
    “È per superare questo paradosso che, negli scorsi mesi, abbiamo elaborato e promosso una serie di iniziative ed una fitta e proficua attività di interlocuzione istituzionale che ha prodotto un primo importante risultato: l’approvazione del nostro emendamento alla Legge di Bilancio, grazie al quale è stato istituito un fondo dedicato all’accoglienza delle mamme detenute con i loro piccoli in case famiglia o comunità alloggio”, dichiarano Cittadinanzattivae A Roma Insieme-Leda Colombini.
    Oggi, forti di questa prima vittoria, le due organizzazioni tornano a chiedere che i bambini escano dalle carceri.

  • Volontario dentro e fuori il carcere, al via un corso online

    carcere condizioni

    Giovedì 24 febbraio prende il via il corso online rivolto a chi è interessato ad affrontare un’esperienza di volontariato in carcere o è già attivo in questo ambito. Il corso si svolgerà fino al 29 aprile e si articolerà in 10 webinar formativi. L’iniziativa è promossa dalle Associazioni L’Isola Solidale e Semi di Libertà Onlus, il Numero Verde Oltre il Carcere per il Disagio Carcerario, in collaborazione con il Garante dei diritti delle persone private della libertà di Roma Capitale e Roma Città Metropolitana, Gabriella Stramaccioni.

  • Vaccini: dopo gli over 80 toccherà a detenuti e personale carcerario

    carcere 2015 02 19

    Il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 ha garantito che, rispetto alle priorità tra i soggetti da sottoporre alla campagna vaccinale, detenuti e personale carcerario possano completare la vaccinazione in un momento successivo a chi ha più di 80 anni. Queste le dichiarazione rilasciate recentemente e che fanno seguito alla petizione lanciata dalla onlus “La Società della Ragione”, su iniziativa della Senatrice Liliana Segre e del Garante Nazionale dei detenuti Mauro Palma, attraverso la piattaforma change.org, per chiedere che le persone detenute, gli operatori penitenziari e tutti coloro che svolgono attività lavorative ed educative in carcere siano inseriti tra le categorie prioritarie nella vaccinazione contro il Covid 19.

  • Carceri, contagi in aumento. Necessarie misure urgenti

    sovraffolamento carceri italiane

    Continuano a crescere i casi di contagio da Covid-19 nelle carceri italiane e la situazione si fa sempre più allarmante secondo gli ultimi dati comunicati dal Dap: in tutta Italia i casi sono infatti aumentati del 25%. L’aumento esponenziale del numero dei contagi tra la popolazione carceraria e gli operatori penitenziari costituisce il dato più visibile dell’incapacità di contenere e reagire alla diffusione del virus all’interno degli istituti penitenziari e risulta pertanto necessaria l’adozione di misure di contenimento urgenti, a partire dalla somministrazione dei vaccini.

  • #linfanzianonsiincarcera: approvato il nostro emendamento alla Legge Bilancio

    “Siamo davvero soddisfatti per l'approvazione del nostro emendamento, un risultato che fornisce una prima risposta concreta al superamento definitivo di un paradosso gravissimo e trascurato, probabilmente perché riguarda piccoli numeri e perché ha a che vedere con madri e bambini di solito provenienti da condizioni di marginalità”. Queste le dichiarazioni di Laura Liberto, coordinatrice nazionale rete Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva.

    “Da lungo tempo Cittadinanzattiva è impegnata nella costruzione di soluzioni definitive al problema della presenza di bambini piccoli, ristretti negli istituti penitenziari assieme alle madri detenute. Ci siamo battuti per l'adozione di misure di sistema che non fossero soltanto legate all'emergenza sanitaria che ha investito pesantemente le carceri italiane, ma volte a creare le condizioni perché nessun bambino debba più provare l'esperienza della detenzione. Per questo, in collaborazione con l'Associazione A Roma Insieme Leda Colombini, abbiamo formulato una proposta di emendamento alla Legge di Bilancio che, con l'istituzione di un fondo dedicato, garantisse le risorse necessarie ad assicurare a tutti i nuclei mamme-bambini l'inserimento in case famiglia protette ed in case alloggio già operative sul territorio, quindi al di fuori di ogni contesto detentivo, che sia la sezione nido di un carcere oppure un istituto a custodia attenuata per detenute madri”.

  • Basta bambini in carcere! Subito un Fondo per farli uscire

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    Sono 33 i bambini presenti nelle carceri italiane al 30 ottobre 2020, costretti a vivere e crescere in una condizione assolutamente inadeguata e rischiosa, che ne mina il benessere psicologico emotivo e fisico.  Per loro chiediamo che si inizi a costruire un futuro diverso. Da oggi.
    Le nostre organizzazioni, consapevoli dell’urgente necessità di rendere applicabile la legge 62/11 che disciplina la condizione delle madri detenute con al seguito i propri bambini, hanno visto nella Legge di Bilancio un'opportunità per iniziare a costruire un futuro diverso per loro.

  • Basta bambini in carcere! Subito un Fondo per farli uscire

    Ancora troppi bambini varcano la soglia delle carceri italiane. Sono 33 i bambini presenti nelle carceri italiane al 30 ottobre 2020, costretti a vivere e crescere in una condizione assolutamente inadeguata e rischiosa, che ne mina il benessere psicologico emotivo e fisico.  Per loro chiediamo che si inizi a costruire un futuro diverso. Da oggi.
    Le nostre organizzazioni, consapevoli dell’urgente necessità di rendere applicabile la legge 62/11 che disciplina la condizione delle madri detenute con al seguito i propri bambini, hanno visto nella Legge di Bilancio un'opportunità per iniziare a costruire un futuro diverso per loro.

    Aromainsieme, Cittadinanzattiva, Gabbianella, Terre des Hommes e ACAT chiedono che sia approvato dalla Commissione Bilancio della Camera l'emendamento alla Legge di Bilancio, a prima firma Siani e sostenuto tutti i gruppi di maggioranza, per la creazione di un Fondo per l'accoglienza delle madri detenute con i propri figli, al di fuori delle strutture carcerarie.

  • Mamme con bambini in carcere: depositato un emendamento

    Depositato l’emendamento alla Legge di Bilancio, promosso da Cittadinanzattiva, A Roma Insieme-Leda Colombini e Terre des Hommes, per il sostegno all’accoglienza al di fuori del circuito penitenziario di detenute madri con bambini al seguito

    L’emendamento, sottoscritto dall’On.le Paolo Siani quale primo firmatario, prevede l’istituzione di un fondo dedicato che garantisca le risorse necessarie all’inserimento dei nuclei mamma-bambino all’interno di case famiglia e comunità alloggio mamma–bambino, idonei ad ospitarli. 
    Secondo i dati pubblicati dal Ministero della Giustizia, ed aggiornati al 31 ottobre 2020, nel circuito penitenziario risultano essere presenti 31 detenute madri con 33 figli al seguito. Di questi, sono 16 le madri e 17 i bambini ristretti nelle sezioni nido delle case circondariali, mentre gli altri risultano collocati all’interno degli Istituti a custodia attenuata per detenute madri (Icam).
    La presenza di bambini nelle strutture detentive costituisce un gravissimo paradosso del nostro sistema, che ne compromette la salute psico-fisica in un’età centrale per il loro sviluppo, per di più l’attuale emergenza sanitaria li espone ad ulteriori rischi per la salute. È quindi indispensabile individuare misure volte a consentire la collocazione dei genitori detenuti assieme ai loro bambini al di fuori degli istituti penitenziari, anche quelli a custodia attenuata (ICAM).

  • “Economia carceraria”: online la piattaforma con i prodotti del carcere

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    Birra, vino, condimenti, caffè, dolciumi, miele: sono solo alcuni dei prodotti finalmente disponibili on line esclusivamente made in Carcere. E’ stata infatti lanciata la piattaforma che riunisce in un unico grande contenitore di vendita on line i prodotti realizzati nella case circondariali d’Italia, con l’obiettivo di diffondere le esperienze imprenditoriali che da sole sarebbero troppo deboli per affrontare la vendita e, contemporaneamente, favorire la diffusione e l’implementazione di buone pratiche di rieducazione e reinserimento lavorativo dei detenuti.

  • Nessun fondo stanziato a favore della formazione dei detenuti

    carcere condizioni

    Almeno per il momento, secondo l'ultima relazione al Parlamento della Corte dei Conti, questa sembra la situazione che si registra rispetto alle spese stanziate dal Ministero della Giustizia - praticamente nulle - a favore della promozione e dello sviluppo della formazione professionale per i detenuti. Si tratta di una questione di non poco conto, considerando il fatto che il lavoro - non quello volontario, ma quello retribuito e professionalizzante - è funzionale alla rieducazione del detenuto ed al suo reinserimento nella società civile. Ma i dati della Corte dei Conti, descritti nella relazione presentata a giugno scorso, parlano chiaro.

  • Carcere: frena l’ emergenza Covid, ma non quella del sovraffollamento

    carcere 2015 02 19

    Quella del sovraffollamento è un’emergenza che per le carceri non ha mai fine. Mentre calano i numeri ed i rischi legati all’emergenza sanitaria per il Covid-19, i dati della popolazione carceraria tornano a crescere dopo il costante calo fatto registrare da febbraio a fine maggio 2020.I dati aggiornati sono forniti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria al 30 giugno 2020: 53.579 detenuti presenti negli istituti di pena italiani contro una capienza regolamentare di 50.501 posti distribuiti tra i 189 istituti presenti sul territorio italiano. Al 30 giugno, inoltre, gli stranieri detenuti sono 17.510; 2.250 le donne.

  • Cittadinanzattiva Molise: siglato protocollo di intesa per i diritti dei detenuti

    carcere 2015 02 19

    Promuovere attività per la sensibilizzazione della situazione nelle carceri, nonché attività per la tutela della salute delle persone private della libertà personale e volte al reinserimento sociale dei detenuti, valorizzando nel contempo forme di inclusione e di giustizia ripartiva e risorse territoriali: questi i punti principali del protocollo di intesa firmato il 18 giugno scorso tra Cittadinanzattiva Molise, il Garante Regionale dei Diritti della Persona, l’associazione Antigone Molise e l’Ufficio locale di esecuzione penale esterna di Campobasso.

  • Mamme con bambini in carcere: l’emendamento e l'appello di Cittadinanzattiva

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    Cittadinanzattiva ha rivolto una lettera appello al Ministro della Giustizia, al Ministro dell’Economia, al Presidente della Camera dei Deputati, della Commissione Giustizia e della Commissione Bilancio, per chiedere la previsione di misure straordinarie e in via definitiva accoglienza in case famiglia protette per garantire la tutela, la dignità e la sicurezza dei bambini presenti in carcere assieme alle mamme detenute. L’appello, in pochissimo tempo, ha raccolto numerose e significative adesioni del mondo della società civile, della stampa e della cultura. "Nonostante nella fase emergenziale le presenze dei bambini in carcere si siano progressivamente ridotte, è necessario intervenire per soluzioni definitive che rimuovano tutti gli ostacoli di natura giuridica ed economica ad oggi presenti ed impedire così che i bambini tornino a fare ingresso in carcere"- queste le parole di Laura Liberto, Coordinatrice nazionale di Giustizia per i Diritti. Cittadinanzattiva quindi, insieme a tutti i firmatari della lettera, chiede che le proposte vengano recepite in occasione della conversione in legge dello stesso Decreto Giustizia.

  • Carcere: novità per detenuti e familiari

    carcere condizioni

    Telefonate a parenti e figli per i detenuti anche ogni giorno e non più solo una volta alla settimana: è quanto prevede un emendamento al Decreto legge Giustizia al momento in discussione al Senato, allo scopo di rendere più degna la permanenza dei detenuti nelle carceri. Rimangono esclusi da tale previsione i detenuti in regime del 41 bis e quelli condannati per il 4 bis, a cui resta concessa una telefonata a settimana.

  • Bambini costretti in carcere con le mamme detenute: in queste ore in discussione nostro emendamento

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    Bambini costretti in carcere con le mamme detenute: in queste ore in discussione emendamento di Cittadinanzattiva per case famiglie protette per detenute con figli minorenni.I bambini ristretti assieme a madri detenute, che si trovano costretti a trascorrere i loro primi anni di vita all’interno degli istituti penitenziari.
    Oggi un passo importante e significativo può essere fatto per dare una risposta a questo problema: tra gli emendamenti al “Decreto giustizia” in discussione presso la Commissione Giustizia del Senato ce n’è uno promosso da Cittadinanzattiva che recepisce una parte importante delle proposte della organizzazione. Si tratta di una disposizione finalizzata a favorire la rapida individuazione e realizzazione di nuove case famiglia protette per detenute con figli minorenni, ove promuovere percorsi di reinserimento, grazie ad apposite convenzioni tra il Ministero della Giustizia e gli enti locali. La proposta di emendamento vede come prime firmatarie le Senatrici Cirinnà, Valente e  Rossomando. Una proposta che rappresenterebbe una prima soluzione concreta, sia nell’emergenza che al di là di essa, per consentire percorsi del tutto alternativi alla detenzione nel circuito penitenziario di bambini e delle loro madri

    “Questa è una questione che non desta interesse nel dibattito pubblico, ma riveste un obiettivo valore perché ha direttamente a che vedere con la tutela di soggetti particolarmente vulnerabili”, commenta Laura Liberto, coordinatrice di Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva.

  • L'appello di Cittadinanzattiva contro l'emergenza Covid-19 nelle carceri

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    Cittadinanzattiva ha inviato una lettera appello al Ministro della Giustizia, al capo del DAP, al Commissario straordinario per l’emergenza Covid19 ed alle Regioni per chiedere precisi interventi per arginare la diffusione del Coronavirus nelle carceri e garantire la tutela della salute dei detenuti e garanzie per la tutela di madri e bambini che si trovano ristretti.

  • Emergenza Covid-19 nelle carceri: la nostra lettera appello

    “Le misure introdotte con il DL n. 18/2020 – che prevedono per i detenuti in semi-libertà la possibilità di non rientrare in carcere la sera e per i condannati fino a 18 mesi di scontare la pena in detenzione domiciliare (con consistenti esclusioni per diverse categorie di condannati) - nonostante abbiano prodotto un leggero calo delle presenze nelle carceri, non bastano. Tali misure, infatti, raggiungono potenzialmente una platea di beneficiari insufficiente, ma soprattutto, sulla base delle segnalazioni che ci giungono, restano ulteriormente vanificate a causa della indisponibilità nell’immediato di un domicilio per una buona parte delle persone detenute. Peraltro, sulla base delle informazioni che finora abbiamo raccolto, i dispositivi di protezione individuale distribuiti nelle ultime settimane al personale di polizia penitenziaria risultano tuttora insufficienti e buona parte della popolazione detenuta risulta tuttora sprovvista di mascherine e gel disinfettanti”, dichiara Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva che oggi ha inviato una lettera appello al Ministro della Giustizia, al capo del DAP, al Commissario straordinario per l’emergenza Covid19 ed alle Regioni.

  • Emergenza Coronavirus: situazione ancora critica nelle carceri

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    La vera emergenza, oltre al Covid-19, è anche il sovraffollamento: sono 57.405 le persone detenute presenti oggi negli Istituti penitenziari, a fronte di meno di 48.000 posti disponibili. Un numero ancora troppo alto, quindi, per consentire che siano attivate le misure precauzionali indispensabili per impedire la diffusione del Coronavirus e arginare il rischio di contagio. Per tale motivo il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ritiene indispensabile che siano adottate nuove e incisive misure in grado di arrivare ad una sensibile riduzione della popolazione detenuta, pur apprezzando le misure adottate fino ad ora.

  • Garante nazionale dei detenuti, è tempo di agire

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    Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Mauro Palma, lancia un appello ai Comuni affinché si adoperino per trovare tutte le soluzioni più opportune per contrastare l’emergenza Coronavirus nelle carceri e tutelare la salute e la vita dei detenuti e degli operatori che lavorano all’interno degli istituti penitenziari. Attualmente sono 58.810 i detenuti nelle carceri italiane e l’emergenza Covid-19 impone azioni di isolamento delle persone per evitare il rischio di contagio.

  • Mattarella risponde all’appello dei detenuti del Veneto

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    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha risposto con una lettera ad un appello che i carcerati del Veneto gli avevano rivolto pochi giorni fa e pubblicato sul quotidiano “Il Gazzettino”. Una richiesta di aiuto inviata dai detenuti delle carceri di Venezia, Padova e Vicenza in cui gli stessi affermano di "meritarsi per la maggior parte una pena, ma non la tortura" derivante dall'ulteriore limitazione della libertà personale conseguente dalle misure di contenimento per l'emergenza sanitaria in corso.

  • Consiglio Europeo: no a tortura nei luoghi di detenzione

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    Il 20 marzo il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha enunciato e reso pubblici i principi a fondamento del trattamento delle persone in stato di detenzione o private della libertà personale in questa fase di gravissima emergenza per la pandemia da Coronavirus e che sta mettendo a dura prova le autorità degli Stati membri del Consiglio d’Europa.

  • Mascherine in arrivo dal carcere di Massa

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    I lavoratori detenuti nel penitenziario di Massa saranno impegnati nella produzione di mascherine in tessuto non tessuto, certificato, per una quantità complessiva che presumibilmente arriverà a cinquemila pezzi al giorno. Un contributo importante che nasce dalla collaborazione tra le Istituzioni e che garantirà tutte le misure igieniche del processo produttivo.

  • Toscana: mascherine in arrivo grazie al lavoro dei detenuti nelle carceri

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    Diecimila è il numero di mascherine che ogni giorno i laboratori sartoriali presenti negli istituti penitenziari di tutta Italia sono in grado di produrre. Dall'Azienda sanitaria regionale della Toscana è così arrivato il via libera  per la produzione di circa 1.000 mascherine al giorno nelle carceri della Toscana, pronte a essere distribuite in tempi brevi, in attesa che l’Istituto Superiore di Sanità confermi il parere dell’Asl.

  • Carceri e Centri di Permanenza per il Rimpatrio: sì agli appelli contro il rischio contagio COVID

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    Cittadinanzattiva ha aderito a due distinti appelli lanciati alle Istituzioni per arginare l’epidemia Coronavirus e l’emergenza sanitaria nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio e negli istituti penitenziari. Con il primo appello, una lettera sottoscritta dal Legal Team Italia, un’associazione di avvocati impegnati collettivamente per la tutela dei diritti e dei più deboli, decine di avvocati e diverse associazioni hanno chiesto al Ministro dell’Interno, ai Questori e Prefetti di tutta Italia la necessaria adozione di misure che limitino il rischio di contagio nei centri di detenzione amministrativa che, nel bilanciamento tra i diritti e gli interessi in gioco, obbediscano al prioritario obiettivo di ostacolare la diffusione dell’epidemia e salvaguardare la salute e la vita dei trattenuti e della popolazione tutta.

  • Sovraffollamento carcerario e diritti dei detenuti: quali misure?

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    Le carceri sono sovraffollate e l’emergenza Coronavirus non ha fatto altro che amplificare una situazione già di grave criticità. Le proteste dei detenuti che stanno dilagando in questi giorni scoperchiano in modo drammatico un vaso di pandora che da tempo si è scelto di ignorare, a cominciare dai grandi problemi del sovraffollamento e di una sanità penitenziaria estremamente carente. Ma qual è la situazione oggi in base ai numeri ufficiali?

  • Coronavirus, protesta nelle carceri. "Nessuna violenza è giustificabile. Misure urgenti per sovraffollamento e tutela salute dei detenuti".

    “Le proteste che stanno dilagando nelle carceri italiane, scatenate dall’emergenza coronavirus, scoperchiano in modo drammatico un vaso di pandora che da tempo, colpevolmente, si è scelto di ignorare, a cominciare dai grandi problemi del sovraffollamento e di una sanità penitenziaria estremamente carente. Sebbene non possiamo in alcun modo giustificare né legittimare forme di violenza, riteniamo che le ulteriori restrizioni volte a contenere il rischio di contagio, come la sospensione dei colloqui con i familiari, andavano adeguatamente comunicate ai detenuti e bilanciate garantendo la possibilità effettiva di continuare a comunicare con i propri parenti”, dichiara Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva.

  • Coronavirus: attenzione ai diritti dei detenuti

    La diffusione del Coronavirus sta suscitando grande apprensione anche all’interno degli istituti penitenziari, anche se ancora non si registra una diffusione del virus. Le persone detenute non hanno pertanto alcun motivo per essere identificate come fattori di rischio di diffusione del Covid-19 essendo, anzi, da questo punto di vista più tutelate di altri proprio in ragione dei loro limitati contatti con l’esterno. L’Amministrazione penitenziaria sta dunque adottando le misure necessarie per garantire e assicurare la piena tutela dei detenuti in luoghi, come quelli della detenzione, che facilmente possono rivelarsi più rischiosi a causa del sovraffollamento e delle scarse condizioni igienico-sanitarie.

  • Niente carcere per le detenute madri di figli disabili

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    Le madri di figli gravemente disabili possono scontare la pena in detenzione domiciliare, a prescindere dall’età del figlio e dalla durata della pena, sempre che il giudice non riscontri in concreto un pericolo per la sicurezza pubblica. Questo è quanto stabilito dalla Corte costituzionale, in una recente sentenza che costituisce un precedente di grande importanza. La sentenza, di cui è relatrice la presidente Marta Cartabia, si inserisce nell’ambito di una copiosa giurisprudenza costituzionale che considera le relazioni umane più prossime, specialmente familiari, fattori determinanti per la tutela effettiva delle persone più fragili.

  • Cittadinanzattiva aderisce all’appello in difesa del Garante dei detenuti

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    Cittadinanzattiva ha sottoscritto l’appello lanciato dall’Associazione Antigone in difesa del Garante per i diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale, a cui hanno aderito tantissime altre organizzazioni della società civile. Il Garante dei detenuti rappresenta una figura fondamentale in tutti gli ordinamenti democratici: è un organismo statale indipendente che monitora tutti i luoghi di privazione della libertà, per far sì che non avvengano abusi e che le condizioni di vita nelle strutture penitenziarie o in regime di restrizione siano in linea con quanto previsto dalla Costituzione, dalla legislazione italiana e da quella internazionale.

  • Carcere: un decreto mette a rischio la sicurezza

    Togliere poteri al Direttore di carcere e trasferirli al comandante di Polizia penitenziaria: è questo il contenuto di un decreto legislativo del Governo vicino all’approvazione definitiva. Una proposta di legge dell’attuale maggioranza che rischia di minare alla radice quel delicato equilibrio tra istanze di risocializzazione e bisogno di sicurezza che invece vede nel Direttore del carcere il suo garante. Il testo, all’esame delle commissioni prima dell’approvazione finale, intende stravolgere il modello di un carcere improntato ad una gestione finalizzata al reinserimento sociale dei detenuti che prevede nel Direttore, sovraordinato gerarchicamente al comandante di Polizia penitenziaria, un garante del rispetto degli obiettivi costituzionali della pena.

  • Cucchi, Cittadinanzattiva: una sentenza che rende giustizia

    A dieci anni dalla morte di Stefano Cucchi finalmente una pronuncia che rende giustizia e restituisce fiducia nella Magistratura. Così commenta Cittadinanzattiva che sin dal primo momento è stata parte civile nel processo, rappresentata dall'avvocato Stefano Maccioni. 

    "Oggi, per la prima volta si scrive in una sentenza che Stefano Cucchi fu ucciso in seguito al  pestaggio dei carabinieri che lo avevano in custodia.  Questa pronuncia rimette le cose a posto, attribuisce responsabilità chiare e rende giustizia a Stefano, ai suoi familiari, ai cittadini. Conferma che è possibile farlo sempre, anche quando sul banco degli imputati ci sono persone appartenenti alle forze dell’ordine", dichiara Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti - Cittadinanzattiva.

  • Ergastolo ostativo: per la Consulta è incostituzionale

    Ergastolo ostativo

    La Corte Costituzionale ha stabilito la parziale incostituzionalità dell’ergastolo ostativo, il c.d. “fine pena mai”, previsto nell’ordinamento penitenziario italiano. L’istituto è regolato dall’articolo 4 bis e prevede che le persone condannate per alcuni reati di particolare gravità, come mafia o terrorismo, non possano essere ammesse ai cosiddetti “benefici penitenziari” né alle misure alternative alla detenzione, a meno che non collaborino con la giustizia.

  • Radio nuvola, l’esperimento radiofonico nel carcere di Velletri

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    Radio Nuvola Libera è un esperimento radiofonico condotto nel carcere di Velletri: a guidare gli ascoltatori sono le voci, le interviste e gli spot realizzati da un gruppo composto da undici detenuti. Si tratta di un vero e proprio spazio, sospeso tra il dentro e il fuori: un’occasione per i detenuti e i loro familiari di incontrarsi, stare insieme, senza limitazioni, al di fuori dei consueti tempi e luoghi della stanza colloqui. All’interno dell’istituto penitenziario si è costruita così una vera e propria redazione radiofonica.

  • Ennesimo caso di tortura in carcere: succede a Torino

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    L’Indagine si è aperta a seguito della segnalazione del Garante delle persone private della libertà personale di Torino: si tratta di una serie di violenze esercitate sui detenuti nel carcere delle Vallette che ha portato all'arresto di sei agenti della Polizia penitenziaria, ora ai domiciliari, in servizio presso la Casa circondariale Lorusso e Cutugno. Il procedimento è aperto per reati di tortura e di abuso di autorità e, come spiega una nota della Procura, riguarda "plurimi e gravi episodi di violenza" commessi tra l'aprile 2017 e il novembre 2018.

  • Carcere e pene, torniamo agli Stati generali

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    La popolazione detenuta continua a crescere, aumentano le evasioni, mentre il Governo prende una posizione netta contro la recente sentenza della Corte di Strasburgo che considera l’ergastolo ostativo una misura disumana e degradante. In questo scenario, si è tenuta a Milano l’assemblea nazionale dei Garanti delle persone private della libertà nominati dalle Regioni e dagli Enti locali, nel corso della quale si è ribadita la “necessità di una inversione di rotta rispetto al passato e ad un inquietante presente”.

  • Ergastolo ostativo, la CEDU rigetta il ricorso dell’Italia

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    Diventa definitiva la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che, nel giugno scorso, aveva bocciato sonoramente l’Italia sul fronte dell’applicazione dell’ergastolo ostativo, il c.d. “carcere duro” o “fine pena mai” che non prevede l’ammissione a benefici per i condannati per reati di stampo mafioso, a meno che non collaborino con la giustizia. Per i Giudici di Strasburgo l’ergastolo ostativo rappresenta un trattamento inumano e degradante ed è dunque inammissibile privare le persone della libertà senza impegnarsi per la loro riabilitazione e senza fornire la possibilità di riconquistare quella libertà in una data futura. L’Italia, a distanza di quattro mesi dalla presa di posizione della Cedu, che si pronunciò accogliendo il ricorso presentato da un detenuto in carcere da più di vent'anni per associazione mafiosa, chiese che tale decisione fosse sottoposta al giudizio della Grand Chambre della CEDU che ha di fatto rigettato il ricorso. La decisione non è stata recepita affatto bene dal Governo italiano, secondo cui l’ergastolo ostativo rappresenta uno strumento essenziale nella lotta alla mafia e al terrorismo e la sua stroncatura si determinerebbe inevitabilmente nella concessione di permessi premio e benefici a malavitosi e terroristi.

  • Torture a abusi nel carcere di San Gimignano, la procura apre un'inchiesta

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    La procura di Siena ha iscritto nel registro degli indagati 15 poliziotti penitenziari contestando loro una serie di reati, a partire da quello di tortura. I fatti risalgono all'11 ottobre del 2018 quando i poliziotti in servizio nella casa di reclusione di San Gimignano hanno trasferito un detenuto di origini tunisine in un'altra cella dove, secondo la testimonianza di altri detenuti, sarebbe avvenuto il pestaggio, con pugni e calci in un corridoio fino a provocarne lo svenimento.

  • Raggiunto a Malta l’accordo sui migranti: cosa cambia?

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    I Ministri dell’Interno di Italia, Malta, Francia e Germania hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per modificare la gestione dei migranti che arrivano via mare in Europa. Al termine dell’incontro tenutosi a Malta, la sensazione è che si sia arrivati a una svolta sicuramente positiva, anche se non è ancora disponibile un testo definitivo dell’accordo raggiunto. Ma sono emersi i punti principali su cui i Paesi coinvolti hanno trovato un’intesa e, quel che sembra certo, è che la solidarietà europea nei confronti dell’Italia sia aumentata rispetto al passato.

  • Una mini serie tv racconta il viaggio come alternativa al carcere

    Boez andiamo via

    Dal 2 settembre, ogni sera in tv e in streaming, è in onda il racconto di un viaggio molto speciale, quello di sei ragazzi condannati e inseriti in uno speciale programma di esecuzione penale, ai quali viene offerta la possibilità di scontare la pena per i reati commessi compiendo un lungo viaggio lungo il percorso dell'antica Via Francigena del Sud, dal Lazio alla Puglia. "Boez - Andiamo via”, questo il titolo di questa mini serie televisiva, rappresenta un importante esperimento sociale nato con la collaborazione del Ministero della Giustizia, Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.

  • Sovraffollamento carcerario, torna l’emergenza

    Sovraffollamento carcerario torna lemergenza

    Il numero dei detenuti continua a crescere: quasi 61 mila le persone ristrette negli istituti penitenziari; 10 mila le presenze in più rispetto alla capienza regolamentare. Di fronte a questa emergenza, il Ministero della Giustizia ha cominciato così ad acquisire i primi immobili da trasformare per contrastare il fenomeno in continua crescita, puntando sull’edilizia penitenziari, anche attraverso la riconversione di ex caserme dismesse. È dunque cominciata l'acquisizione di un primo gruppo di strutture, ma i tempi non si prospettano brevi: si tratta, infatti, di immobili abbandonati da anni, che devono essere completamente ripensati per rispondere alle caratteristiche e ai requisiti di sicurezza richiesti dagli edifici penitenziari. La progettazione va ancora avviata o è in fase preliminare, dopodiché andranno affidati gli appalti e realizzati i lavori.

  • Ergastolo ostativo, per la CEDU la dignità umana prima di tutto

    Ergastolo ostativo per la CEDU la dignità umana prima di tutto

    La Corte europea dei diritti dell'uomo per la prima volta nella storia italiana ha affrontato la questione del c.d. ergastolo ostativo riconoscendo la violazione dell'articolo 3 della Convenzione, che vieta trattamenti inumani e degradanti come la tortura. L’ergastolo ostativo, conosciuto come “fine pena mai", si applica a soggetti accusati di reati di particolare gravità, come quelli di mafia o terrorismo ed è destinato a coincidere, nella sua durata, con l'intera vita del condannato. In questi casi, in assenza di una collaborazione, all'ergastolano ostativo possono essere preclusi benefici o misure alternative: per tali motivi, la pena viene considerata da molti incostituzionale perché contrasta con il principio della rieducazione, sottraendo ogni possibile orizzonte di “ritorno alla vita” per il detenuto. La recente sentenza della CEDU, dunque, rappresenta una svolta importante perché il caso, che sta aprendo una profonda riflessione sul diritto penale e penitenziario, arriva dal ricorso di un detenuto rinchiuso in carcere ininterrottamente dal 1992. “Si tratta di una decisione importante, soprattutto perché deve far riflettere sulla pena e sulla sua finalità” - come ha dichiarato il Garante nazionale dei diritti dei detenuti, Mauro Palma - “Anche nei casi in cui si utilizzano regimi forti la finalità non deve essere mai persa, così come deve essere sempre tenuta presente la possibilità che quelle persone nel tempo possano mutare”.

  • Rapporto Antigone sulle carceri: il sovraffollamento non è l’unico male

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    Il titolo del quindicesimo rapporto dell’associazione Antigone sul sistema carcerario, “Le carceri secondo la Costituzione”, lascia poco spazio all’immaginazione. Quella del carcere si mostra, a tutti gli effetti, come una realtà non costituzionale, in quanto lesiva della dignità stessa della persona, priva di ogni forma di socialità. I detenuti sono costretti in celle di pochi metri quadrati per oltre venti ore al giorno, privati della propria libertà: sempre più si tratta di persone che portano con loro storie di esclusione sociale, di marginalità o di disagio psichico.

  • Presentati a Torino i risultati del progetto "Cultura dell'accoglienza e comunità inclusiva"

    cultura dell accoglienza e comunita inclusiva

    Il 17 maggio, a Torino, si è svolto l’evento finale del progetto "Cultura dell'accoglienza e comunità inclusiva" che Cittadinanzattiva sta realizzando in diverse città italiane in partnership con AICS e Fictus, con l’obiettivo di creare buone pratiche di accoglienza e integrazione. A Torino è stata presentata l'esperienza dei laboratori di comunità che si sono svolti sul territorio piemontese e che hanno coinvolto ragazzi italiani e stranieri, in un percorso di conoscenza reciproca e di attivismo civico, confronto e partecipazione.

  • Presentata al Parlamento la Relazione 2019 del Garante nazionale dei detenuti

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    Nella sua relazione annuale, presentata pochi giorni fa al Parlamento, il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma torna a fotografare la situazione delle carceri e dei luoghi di privazione della libertà in Italia. Una realtà che presenta ancora gli stessi sintomi di una malattia di lungo corso, diagnosticata e discussa da anni ma che ogni volta sembra incancrenire: l'affollamento carcerario, la mancanza di accesso alle misure alternative, l'aumento dei suicidi.

  • Sovraffollamento carcerario: il Consiglio d’Europa boccia l’Italia

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    L'Italia è tra gli otto Paesi del Consiglio d'Europa che hanno indicato di avere un serio problema di sovraffollamento nel loro sistema penitenziario. Il nostro Paese si piazza pertanto tra gli ultimi posti in Europa: carceri che scoppiano, troppi detenuti in attesa di un primo giudizio o di una sentenza definitiva, con una presenza particolarmente alta di stranieri e una spesa di oltre 2,7 miliardi. Siamo tra i peggiori del continente, seguiti solo da Macedonia del Nord, Romania e Francia.

  • A Milano un progetto per migliorare il carcere

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    Il progetto di bilancio partecipativo “Idee in fuga”, il primo in Italia, partirà a Milano, nel carcere di Bollate e coinvolgerà i 1.200 detenuti presenti all’interno dell’istituto penitenziario. I detenuti avranno la possibilità di proporre e votare interventi e iniziative volte al miglioramento dell’ambiente in cui sono costretti a vivere; interventi che verranno realizzati grazie a una raccolta fondi tra i cittadini "liberi”. L’obiettivo del progetto è quello di rendere accessibili temi delicati e complessi, spesso male interpretati, avviando un processo di cittadinanza attiva creando relazioni positive tra detenuti, istituzioni e liberi cittadini.

  • Sgravi fiscali per chi assume detenuti

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    Con la Circolare n. 27 del 15 febbraio 2019 l’INPS ha previsto sgravi contributivi del 95% in caso di assunzioni di detenuti o internati. Le agevolazioni sono rivolte essenzialmente alle cooperative sociali e alle aziende pubbliche e private che, organizzando attività di produzione o di servizio all’interno degli istituti penitenziari, impiegano persone detenute e internate.

  • Pubblicato il Rapporto del Garante dei detenuti sul 41 bis

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    Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà ha pubblicato un rapporto sulle sezioni carcerarie che ospitano detenuti in regime di 41bis, il cosiddetto “carcere duro”, applicato allo scopo di impedire i rapporti tra esponenti della criminalità organizzata e associazioni esterne. Il Garante ha visitato tutte le sezioni di 41bis in Italia e ha pubblicato il proprio parere dopo un’attenta analisi di tutte le sezioni speciali, condotta in due anni di visite, che ha portato alla luce alcune importanti criticità. I principali nodi critici riguardano in primo luogo le situazioni soggettive relative alle reiterate proroghe del regime e all’inserimento di taluni in “aree riservate” che finiscono per costituire un regime nel regime. In secondo luogo, le condizioni materiali in alcune sezioni risultano inaccettabili, mentre in alcuni Istituti l’adozione di regole interne eccessivamente dettagliate su aspetti quotidiani appare troppo minuziosa.

  • Detenuti e salute: necessario monitoraggio dell’assistenza penitenziaria

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    La salute rappresenta un diritto universale e fondamentale che deve essere garantito a tutti, a maggior ragione alle persone che vivono in condizioni di restrizione all’interno degli istituti penitenziari e che vedono limitata la propria libertà. Con il passaggio delle competenze dal Servizio sanitario nazionale alle Regioni, il sistema dell’assistenza penitenziaria si è trasformato, ma nessuno oggi ha contezza di come venga condotto sul territorio nazionale: mancano i contratti di lavoro, mancano le definizioni dei ruoli e delle competenze.

  • Emergenza carceri, sovraffollamento e boom di suicidi

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    Secondo gli ultimi dati dell’Amministrazione penitenziaria (Dap), dal 2015 ad oggi è aumentato in maniera considerevole il numero dei detenuti negli istituti penitenziari: un’accelerazione che non può non destare preoccupazione. Da 52 mila persone ristrette il numero sfiora le 60 mila unità, ben oltre il limite della capienza regolamentare. L’altro dato che preoccupa è quello legato al numero, troppo elevato, di suicidi avvenuti tra le mura penitenziarie: sono 55 nel 2018, mai così tanti negli ultimi cinque anni.

  • Nelle caserme stanze rosa per le donne che denunciano violenza

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    Uno spazio dedicato alle donne e ai minori dipinto di rosa, con mobili di legno, un divano e un’area giochi per bambini: tutto pensato per creare un ambiente accogliente e mettere la persona a proprio agio. Si tratta di un’idea che nasce nel 2017 dall’esigenza di avere uno spazio dedicato all’accoglienza per le donne vittime di violenza e per le audizioni protette, alla presenza di personale appositamente formato e preparato. La prima stanza dalle pareti rosa è stata inaugurata a Castenaso, in provincia di Bologna, e ne apriranno altre sei nel 2019 con l'obiettivo di avere una “stanza rosa” per ogni Unione dei Comuni dell'area metropolitana.

  • “Attivi dentro”, storie di vita dal carcere in scena al Festival

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    Giovedì 11 ottobre, alle ore 15:30 presso l’Auditorium del Parco a L’Aquila, andrà in scena la rappresentazione teatrale “Attivi dentro - Non saprete fare a meno di me”, un racconto di storie di vita carceraria, dai luoghi della reclusione agli spazi della restituzione del reinserimento sociale. Una narrazione a due voci, accompagnata da brani musicali e testimonianze dirette dei protagonisti: al racconto dei percorsi di riscatto e di reinserimento socio-lavorativo si alternerà una ironica pièce teatrale sull’esperienza detentiva vissuta da due compagni di cella con dialoghi scanzonati e dissacranti tra gli attori, che metteranno in scena il proprio vissuto in chiave tragicomica. Interverranno Gabriella Stramaccioni, Garante delle persone private della libertà per il Comune di Roma e Laura Liberto, coordinatrice nazionale Giustizia per i Diritti Cittadinanzattiva, promotrice dell’evento. 

  • Riforma penitenziaria: bocciate misure alternative e giustizia riparativa

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    Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto di riforma dell’ordinamento penitenziario, dopo un iter iniziato ben tre anni fa, nel 2015. Il decreto suscita non poche perplessità e segna una rottura rispetto al lavoro ed alle riflessioni avviate con i tavoli degli Stati Generali dell’esecuzione penale, soprattutto in ordine a due questioni cruciali che riguardano le misure alternative alla detenzione e l’attivazione della giustizia riparativa, bocciate dalla odierna riforma.

  • Bambini dietro le sbarre, in Italia ancora poche le case famiglia protette

    bambini dietro le sbarre

    Basta bambini in carcere: sono pochissime le strutture oggi esistenti in Italia destinate alle detenute madri con figli piccoli e solamente due, a Roma e Milano, le strutture protette. Un problema che deve stimolare ad una riflessione molto profonda, soprattutto alla luce del recente tragico episodio verificatosi nel carcere romano di Rebibbia.

  • I progetti di inclusione che fanno bene al carcere

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    Compie quattro anni di vita il progetto di inclusione “Vale la Pena”, il birrificio che impiega i detenuti ammessi al lavoro esterno provenienti dal carcere romano di Rebibbia, realizzato dalla Onlus Semi di Libertà. Persone che vengono formate e avviate all’inclusione professionale nella filiera della birra, al fine di contrastare il pericolo di recidiva e costruire una nuova opportunità di lavoro, di vita. Lo scorso 15 settembre, anniversario della nascita del progetto, si è svolto un evento pubblico di presentazione e degustazione dei prodotti dell’Economia Carceraria.

  • Presentata al Parlamento la Relazione 2017 del Garante Nazionale dei detenuti

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    Lo scorso 15 giugno Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, ha presentato al Parlamento la sua Relazione annuale. Il testo offre una descrizione dettagliata dello stato e delle condizioni del sistema carcerario in Italia, con una fotografia della situazione attuale: dei numeri, delle strutture, dei problemi e dei successi, tra aspetti positivi e criticità. In aumento il numero dei detenuti, oltre la capienza delle nostre strutture penitenziarie; scadenti le condizioni materiali e igieniche delle strutture per i migranti e nelle strutture per minori, nei reparti speciali del 41 bis, nei reparti ospedalieri protetti: sono solo alcune delle principali carenze messe in luce nella relazione.

  • Al via il Festival dell’economia carceraria a Roma

    Al via il Festival delleconomia carceraria a Roma

    Il 2 e 3 giugno si terrà a Roma un grande evento di promozione dell’economia carceraria e del contrasto alla recidiva, un Festival con conferenze, concerti, workshop e realtà produttive che operano fuori e dentro gli istituti di pena. Il Festival si terrà presso la Città dell’Altra Economia e permetterà di “entrare” nelle carceri italiane dalla porta più virtuosa: quella che produce buone pratiche, ottimi prodotti e contribuisce ad abbattere ogni barriera che frena l’inclusione sociale. Lo scopo è quello di aggregare, valorizzando e facendo rete, tutte le iniziative italiane che contribuiscono a dare un valore aggiunto alle attività promosse dalle realtà carcerarie e che danno vita a percorsi di inclusione socio-lavorativo per le persone detenute.

  • Risarcimento a detenuto per condizioni disumane in cella

    carcere condizioni

    Il Tribunale civile di Lecce ha accolto l’istanza di risarcimento presentata dagli avvocati di un detenuto brindisino, costretto a scontare la pena ristretto in una cella di tre metri con altre quattro persone, oltretutto senza avere la possibilità di svolgere attività lavorativa e fruire di maggiori ore di permanenza all’esterno.

  • Riforma penitenziaria a rilento, ma aumenta il sovraffollamento

    La legislatura appena conclusa ha lasciato irrisolto il grande tema delle carceri e l’intervento di riforma è ancora in attesa del via libera definitivo. La scelta politica del governo di non approvare il testo prima delle elezioni ha finito per complicare tutta la vicenda e il mancato inserimento dei decreti legislativi attuativi della riforma penitenziaria nei lavori delle commissioni speciali mettono a rischio l'iter. E nel frattempo la situazione carceraria registra un netto peggioramento: solo durante i primi tre mesi dell’anno nelle carceri italiane si sono registrati circa dieci suicidi e il numero dei detenuti continua a crescere.

  • Via libera alla riforma penitenziaria, ma solo a metà

    Riforma penitenziaria

    Il 16 marzo il Consiglio dei Ministri ha varato una parte dell’attesa riforma dell’ordinamento penitenziario inserita nella Legge Delega con cui il Parlamento ha affidato al governo il compito di ridisegnare il profilo dell’esecuzione penale italiana. Una riforma che arriva dopo ben quarant’anni dall’ultimo intervento in materia, diventata urgenza dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che nel 2013 ha condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante nei confronti dei detenuti con la nota sentenza “Torreggiani” che, per la prima volta, ha affrontato i problemi strutturali del sistema penitenziario nazionale. Ma la riforma è stata approvata a metà: l’iter legislativo non è ancora completo perché il testo dovrà tornare necessariamente alle Camere e sarà la nuova legislatura a doversi esprimere.

  • Nella birra artigianale una seconda possibilità per i detenuti

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    Il birrificio “Vale La Pena” è un progetto di inclusione e di inserimento lavorativo per detenuti realizzato a Roma dalla onlus Semi di Libertà, con l'obiettivo di contrastare il rischio di recidiva. Si tratta di una birra di qualità, magari con qualche etichetta imperfetta, ma con una valore aggiunto estremamente speciale; si lavora anche ad una nuova birra creata con cibo recuperato: una seconda possibilità, proprio coome per i ragazzi che lavorano a questo progetto. Si punterà anche alla commercializzazione delle birre aprendo un punto vendita a Roma, insieme a tantissimi altri prodotti che provengono dall’economia carceraria.

  • Procede a rilento la riforma penitenziaria

    Con il via libera del Consiglio dei Ministri ai tre decreti attuativi su minori, lavoro e giustizia riparativa, si è conclusa la fase preliminare della riforma sull'ordinamento penitenziario. Ma il lavoro è ancora “in progress”: i decreti, infatti, dovranno passare nuovamente dalle Camere per il parere di competenza e potranno avere il via libera definitivo solo dopo che si saranno insediati il nuovo Parlamento ed il nuovo Esecutivo. Nonostante le reiterate rassicurazioni del Ministro della giustizia e del Presidente del consiglio circa la volontà politica e la sussistenza dei tempi tecnici e delle condizioni per approvare in tempo la riforma entro la fine della legislatura, il Ministero si è messo al lavoro per limare il testo e trovare un punto di equilibrio, un compromesso, senza snaturare il provvedimento voluto dal Governo.

  • Reinserimento dei detenuti: un percorso possibile

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    Due esempi di buone pratiche: a Roma e a Firenze i detenuti sono stati impiegati in attività lavorative per favorire la loro inclusione sociale. A Roma, saranno impiegati per la pulizia e il decoro delle aree verdi, grazie ad un accordo in Campidoglio per il progetto “Lavori di pubblica utilità e recupero del patrimonio ambientale”, con il coinvolgimento dei detenuti della Casa circondariale di Rebibbia.

  • Carcere e detenuti stranieri, ecco cosa cambia

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    La riforma dell’ordinamento penitenziario ha tra i suoi obiettivi quello di introdurre misure atte a facilitare la detenzione per le persone straniere che, secondo i dati attuali, rappresentano il 33% della popolazione carceraria. Numeri che crescono e che rendono dunque necessario un intervento incisivo, per favorire persone che si trovano in una particolare condizione di debolezza.

  • Carceri: che anno è stato il 2017?

    L’Associazione Antigone presenta dati e numeri del 2017, una fotografia che ripercorre l’anno trascorso e le prospettive future registrando, da un lato, un prepotente ritorno del carcere e del sovraffollamento e, dall’altro, la riforma dell’ordinamento penitenziario che apre nuovi scenari. Nel 2017 i detenuti presenti negli istituti penitenziari sono circa 3.000 in più rispetto a quelli che si registravano alla fine del 2016.

  • Presentate le Raccomandazioni del Garante Nazionale dei detenuti

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    Lunedì 29 gennaio 2018 presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma, ha presentato “Norme e Normalità. Raccomandazioni del Garante Nazionale relative all'area penale per adulti”. Si tratta della raccolta delle Raccomandazioni indirizzate in questo primo anno di attività all’Amministrazione penitenziaria a seguito delle visite fatte a 59 Istituti di detenzione, nelle diverse sezioni di tutti i livelli di specialità e sicurezza (incluse tutte le sezioni del 41-bis).

  • RecuperAle, la birra che recupera cibo e persone

    E’ una birra artigianale realizzata utilizzando eccedenze alimentari di qualità destinate ad essere sprecate, fatta insieme a detenuti inseriti in un percorso di reinserimento, concepita per sostenere l’impatto sociale di EquoEvento e Vale la Pena, le due Onlus che l'hanno ideata. E’ una birra che recupera cibo e persone, che dà una seconda possibilità a materie prime eccellenti destinate ad essere sprecate, ed a persone che cercano un reinserimento sociale.

  • OPG: nasce un Osservatorio per monitorare le REMS

    OPG nasce un Osservatorio per monitorare le REMS

    Dopo la battaglia per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia, ora la Campagna StopOpg punta il faro sulle Rems, le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza e sul loro funzionamento. Nei giorni scorsi, infatti, in collaborazione con l’associazione Antigone, il coordinamento della Campagna ha gettato le basi per quello che diventerà il futuro Osservatorio sul superamento degli Opg e sulle Rems, strutture che, ad oggi, ospitano circa 600 persone.

  • Riforma Ordinamento penitenziario, meno carcere e più pene alternative

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    Sulla scia del lavoro degli Stati generali sull’esecuzione della pena istituiti dal ministro Orlando – che e conclusisi a maggio del 2016, il 22 dicembre scorso il Consiglio dei ministri ha approvato i decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario presentata dal Ministro della Giustizia. Ora manca solo il parere delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato che hanno a disposizione quarantacinque giorni per esprimere un parere sulla conformità dei decreti alla legge delega: solo così l’ordinamento penitenziario del 1975 sarà finalmente aggiornato, una grande operazione di “restyling”, anche culturale, volta a superare un sistema che identifica la sanzione penale con la reclusione.

  • Carceri, a Cassino nasce lo sportello per i detenuti

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    E’ stato firmato un protocollo d’intesa tra il carcere e l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale – Dipartimento di Economia e Giurisprudenza che permette l’istituzione di uno sportello per i detenuti all’interno della struttura penitenziaria. A dare la notizia, dai social, il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, che sottolinea l’importanza dell’accordo che permetterà alle persone recluse di poter avere un primo orientamento sui loro diritti attraverso un punto di informazione e tutela.

  • Antigone, presentato il quarto Rapporto sulle carceri minorili

    carcere minorile

    L’Associazione Antigone, per la quarta volta, scatta una fotografia della realtà carceraria degli istituti penitenziari minorili, dove risultano reclusi ben 452 ragazzi, il 42% minorenni. In questi numeri ci sono sempre le stesse persone: gli stranieri, i ragazzi più marginali del sud Italia, tutti coloro per i quali la fragilità sociale e l’assenza di legami sul territorio rende difficile trovare percorsi alternativi alla detenzione.

  • I penalisti protestano contro le carenze del sistema penitenziario

    penale per sistema penitenziario

    Parte dalle Camere Penali del Distretto della Corte di Appello di Napoli la protesta dei penalisti per le carenze del nostro sistema penitenziario. Una marcia che ha portato gli Avvocati a manifestare il loro dissenso verso la continua emergenza. Moltissime Camere Penali hanno aderito e la situazione, a livello nazionale, è davvero preoccupante.

  • Italia maglia nera per le morti in cella

    morti in cella

    Secondo i dati comparati del Consiglio d'Europa, tra i cittadini liberi e i reclusi in Italia la percentuale dei decessi che avvengono nelle carceri è più alta. In particolare, ritorna con prepotenza l'emergenza dei suicidi in carcere, dove decidono di togliersi la vita sia i detenuti che gli operatori che ci lavorano. Siamo giunti a 49 ristretti suicidati dall'inizio dell'anno e - secondo i dati dell'associazione Antigone - negli ultimi tre anni sono stati 56 gli agenti che si sono tolti la vita.

  • Università gratis per i detenuti a Perugia

    Università gratis per i detenuti a Perugia

    Fino al 6 novembre le persone detenute nella carceri in Umbria hanno avuto la possibilità di iscriversi gratuitamente all’Università degli studi di Perugia. Il Rettore dell'Ateneo umbro ha infatti accolto la richiesta del Garante delle persone private della libertà della Regione Umbria, Stefano Anastasia, per una totale esenzione dai costi di iscrizione dei detenuti. Sicuramente una buona pratica, considerando che per molte persone ristrette negli istituti penitenziari lo studio universitario è una straordinaria opportunità formativa, motivazionale e di approfondimento, che costituisce un elemento essenziale nella concretizzazione della finalità rieducativa della pena prevista dalla Costituzione.

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