tagli sanità 2015 02 15

Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva su DDL liberalizzazioni: “La salute dei cittadini non diventi un bene di consumo e non sia mercificabile”

Completa libertà ai privati, facilitazioni ad aprire strutture sanitarie in qualità di cliniche e ambulatori non in convenzione con il SSN. Sono solo alcune delle indiscrezioni uscite recentemente sulla stampa nazionale riguardo al DDL concorrenza, che sarà discusso in Consiglio dei ministri il prossimo 20 Febbraio.

 “Il progetto di liberalizzazioni in sanità annunciato dal Governo per essere utile ai cittadini deve contribuire al rafforzamento e al rilancio del Servizio Sanitario Pubblico, capitalizzare gli investimenti fatti sinora con i soldi pubblici e non indurre sempre di più i cittadini a curarsi privatamente. Da quello che apprendiamo però non ci sembra che la strada imboccata vada completamente in questo senso, e ne siamo fortemente preoccupati. Ci rifiutiamo di pensare alla salute come bene di consumo, ai presidi del SSN come esercizi commerciali e ai professionisti della Sanità come venditori. Il Governo riveda il provvedimento e il Parlamento vigili e intervenga”.
Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato; e continua:“proprio ora che i cittadini incontrano difficoltà di accesso al SSN e costi sempre più insostenibili, il Governo decide di rispondere aumentando l’offerta di servizi privati anziché potenziando il Servizio Pubblico. Come dobbiamo interpretare questa strategia?”
Spinoso il tema delle farmacie, la cui apertura selvaggia sarebbe inutile e controproducente:“Piuttosto che aumentarne ancora una volta semplicemente il numero, operazione già fatta con il Governo Monti, siamo convinti che in quanto presidi del SSN sia più utile e strategico per i cittadini e per il Servizio Sanitario puntare su una loro maggiore qualificazione e integrazione con la rete dei servizi sanitari territoriali. Per la Farmacia dei servizi lo Stato ha destinato solo nel 2013 parte dei250 milioni di euro, soldi pubblici che devono produrre effetti positivi nella vita dei cittadini, in particolare per quelli che sono più fragili come le persone anziane, quelle con patologie croniche e rare e quelle che vivono in zone disagiate: è necessaria quindi un’accelerazione in questo senso. Chiediamo che nel disegno complessivo resti centrale il cittadino e i suoi bisogni, ponendo particolare attenzione alla salvaguardia delle farmacie rurali, e al rapporto di fiducia con il farmacista per favorire ad esempio il corretto uso dei farmaci e l’aderenza alle terapie”.

 

Ufficio Stampa
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