Editoriale

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di Alessio Terzi
segretario regionale di Cittadinanzattiva Piemonte

Cittadinanzattiva ha condotto, con il contributo di cento stakeholder, una consultazione sulle forme di partecipazione che ha generato la Matrice per la qualità delle pratiche partecipative in sanità. Nel 2019 sono stati attivati due percorsi regionali (Sicilia e Piemonte) volti a sostenere la progettazione e l’attivazione di percorsi di coinvolgimento della cittadinanza attiva e delle comunità locali. E’ stato individuato un ampio target di stakeholder (associazioni, professionisti, enti locali, ricercatori, dirigenti delle aziende sanitarie) ed è stato selezionato un gruppo di lavoro operativo. Il gruppo ha rilevato una sostanziale omogeneità fra la Matrice e le esperienze internazionali di person centered care in merito all’empowerment dei cittadini e delle comunità locali individuando tre livelli di coinvolgimento: la programmazione dei servizi sanitari; l’organizzazione degli ospedali e dei servizi sanitari territoriali; la realizzazione concreta dei percorsi terapeutici e assistenziali.
Il confronto con l’emergenza del Covid 19 è stato ineludibile: in seguito a un intervento della segreteria regionale, la task force incaricata di rivedere l’assetto dei servizi territoriali ha chiesto a Cittadinanzattiva un contributo sul coinvolgimento dei cittadini.

comunicazione pubblica

Martedì 16 giugno è stato presentato alla Ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone il documento programmatico per avviare la riforma della legge 150/00 che disciplina le attività d’informazione e comunicazione delle PA.

Il documento programmatico è stato elaborato da un gruppo di lavoro, promosso presso il Ministero PA e incardinato nel 4° Piano OGP Italia 2019-2021, Azione 6 “Cultura dell’Amministrazione Aperta”.

Al gruppo di lavoro per la riforma della legge 150/00 sulle attività d’informazione e comunicazione delle amministrazioni pubbliche hanno partecipato le associazioni civiche che da anni partecipano all’Open Government Partenership Forum, l’iniziativa internazionale che mira ad ottenere impegni concreti dei Governi di tutto il mondo per la trasparenza, il sostegno alla partecipazione civica, la lotta alla corruzione dentro e fuori le Pubbliche Amministrazioni.

bandieraeuropa

Il contrasto alle disuguaglianze - da sempre terreno privilegiato di impegno civico per Cittadinanzattiva - sembra essere il principio ispiratore del pilastro europeo dei diritti sociali. Da qui l’adesione convinta di Cittadinanzattiva all’invito ufficiale rivoltoci ad inizio 2020 da parte dalla Direzione generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione della Commissione Europea, per collaborare a diffondere i contenuti di cui si compone il pilastro europeo dei diritti sociali, dopo che la stessa Commissione già dal 2017 aveva individuato in Cittadinanzattiva uno stakeholder rilevante nei suoi incontri preliminari che si sono svolti nei vari paesi.

OSPEDALE

"Quanto sta accadendo da ormai molte settimane e la necessità combattere e convivere con un nemico invisibile come il coronavirus ci stanno facendo scoprire o riscoprire l’importanza del servizio sanitario nazionale non solo come elemento di coesione sociale e di sviluppo ma anche di sicurezza. Oltre questo però stanno emergendo alcuni elementi, forse per alcuni scomode verità, utili non solo per gestire al meglio questa situazione ma per ripartire in modo completamente diverso quando la situazione di emergenza sanitaria sarà stata messa “in sicurezza”.

ANNA LISA MANDORINO

Mentre la riforma del Terzo settore compie il suo percorso a passi tardi e lenti, costringendo nel frattempo i potenziali enti di terzo settore a rincorrere la sua logica regolamentare ed elencatoria, in tempi brevissimi maturano piccole, ma straordinarie rivoluzioni.

Nei giorni scorsi, la Corte Costituzionale ha reso pubblico in una nota, di cui è prevista a breve la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che “qualsiasi formazione sociale senza scopo di lucro e qualunque soggetto istituzionale, se portatori di interessi collettivi o diffusi attinenti alla questione in discussione, potranno presentare brevi opinioni scritte per offrire alla Corte elementi utili alla conoscenza e alla valutazione del caso sottoposto al suo giudizio”. L’intenzione della Corte rappresenta una rivoluzione non tanto, o non soltanto, perché apre un mondo finora chiuso alla partecipazione della cosiddetta società civile - la qual cosa è piuttosto di moda, anche se troppo spesso ridotta a concessione o esercizio di forma - ma perché si apre alla “cittadinanza attiva” perimetrandola, come è nell’articolo 118 ultimo comma della Costituzione, in quelle formazioni capaci di portare (e non di rappresentare) l’interesse generale e capaci di offrire un contributo rilevante, cioè attinente alla questione in discussione, a prescindere da ogni steccato definitorio e da ogni connotazione giuridica. Non perché si risulta in un registro dunque, o perché si svolgono attività che pertengono a certi ambiti tematici invece che ad altri, o perché si hanno numeri o elenchi di soci, ma “unicamente” perché si è in grado di portare e di offrire interessi collettivi, diffusi e utili.

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L'informazione attraversa in tutto il mondo una condizione drammatica ed esaltante allo stesso tempo: esaltante, per la moltiplicazione di contenuti informativi, di soggetti che li forniscono e divulgano, e di mezzi tecnologici per crearli, diffonderli ed accedervi; drammatica, per la crisi dei tradizionali modelli editoriali, dall'informazione cartacea a quella radiotelevisiva. Purtroppo si tende ad affrontare il tema solo da un lato o dall'altro della questione, con divergenze e contrapposizioni: i giornalisti professionisti rivendicano che preparazione, formazione continua, deontologia, tutela del trattamento economico, garantiscono una qualità dell'informazione contro disinformazione, fake news e hate speech; chi invece opera fuori dal contesto giornalistico ufficiale, cerca un riconoscimento per proporre come informazione, e controinformazione, notizie, argomenti, opinioni indipendenti. I primi si chiudono in un atteggiamento difensivo, a volte anche corporativo, e i secondi alimentano sentimenti di sfiducia nella credibilità della stampa, vista come casta.

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

La Camera dei Deputati ha appena approvato in via definitiva il disegno di legge sulla corruzione, ribattezzato “spazza-corrotti” dai suoi promotori, ma al di là della roboante definizione, una delle misure più significative introdotte riguarda tutt’alta materia, ossia l’istituto della prescrizione dei reati.

Si tratta dell’ennesimo pericoloso provvedimento bandiera, esibito dal Ministro Bonafede come una soluzioneche renderebbe finalmente giustizia alle vittime dei reati, ma che in realtà non tutela proprio nessuno, risolvendosi in una gratuita diminuzione delle garanzie dell’imputato e rischiandoparadossalmente di allungare in misura ulteriore  i tempi dei processi penali.

Secondo le nuove disposizioni, che entreranno in vigore nel 2020 simultaneamente all’approvazione di una annunciata riforma del processo penale ancora tutta da costruire, i termini di prescrizione del reato restano sospesi dopo la sentenza di primo grado, anche in caso di assoluzione. Il dannoè duplice: si destinano indagati ed imputati a rimanere per anni sotto la spada di Damocle di un processo penale dalla durata indefinita, si elimina un fondamentale incentivo per i magistrati alla definizione dei processi in tempi certi.

inceneritori

Bruciano i rifiuti, e con loro la nostra speranza di cambiamento verso un ambiente più rispettato, un’aria più salubre, una presa di coscienza della necessità di cambiare modelli di consumo, di imballaggio e di raccolta e differenziazione dei rifiuti urbani. E’ il pensiero che a molti di noi è balenato in questi giorni, dopo le recenti dichiarazioni di esponenti autorevoli del Governo della necessità di investire su questa prospettiva di “incendio” dei rifiuti. Prospettiva, fortunatamente mi permetto di dire, al momento oscurata da una valanga di reazioni negative sia sulle piattaforme social che da una alzata di scudi politica.

Occorre anzitutto fare un piccolo passo indietro, cercando di spiegare con semplicità cosa siano termovalorizzatori e inceneritori, partendo da questi ultimi. Gli inceneritori, considerati oramai una tecnologia vetusta, sono luoghi in cui si bruciano i rifiuti indifferenziati a alta temperatura, la cui combustione immette nell’aria enormi quantità di inquinanti nocivi (diossine, furani, pm10, pm2.5, particolato ultrafine), e residui altamente inquinanti la (ceneri e polveri) la cui gestione chiede ulteriori spese perché se dispersi rappresenterebbero una vera e propria bomba ambientale.  L'incenerimento dei rifiuti produce scorie solide pari circa al 10-12% in volume e 15-20% in peso dei rifiuti introdotti, e in più ceneri per il 5%. Con enormi costi in termini di gestione in discariche specializzate.

 napoli donna intubata sommersa da formiche in ospedale g2ufi

Una donna in coma, colpita da ictus, tubi e sondini che le entrano in ogni parte del corpo, immobile, indifesa, totalmente incapace di chiedere aiuto o di lamentarsi; totalmente nelle mani di un sistema sanitario chiamato a difenderla, ad occuparsi della sua salute, del suo benessere, della sua dignità di essere umano. La immaginiamo sola, senza una rete familiare in grado di accudirla, una migrante che non ha nessuno che possa starle accanto, se non il personale sanitario della struttura in cui è ricoverata.

Le immagini che osserviamo sono però agghiaccianti. Questo corpo immobile, disteso su un fianco, inerte alle sollecitazioni esterne, completamente ricoperto di formiche che banchettano con la sua carne, che si muovono tra gli spazi del letto. Non un lamento, impossibile vista la condizione, non un aiuto esterno. Il totale abbandono. Forse essendo in coma qualcuno ha pensato che non meritasse un gesto umano, il calore di una carezza, il suono di una voce.

Domenica 11 novembre si vota a Roma per il referendum su ATAC promosso dai Radicali. Ben pochi lo sanno, anche perché pare che il silenzio politico attorno allo stesso non sia casuale.
Il nostro invito, e sotto vi spieghiamo perché, è invece quello di informarsi e di andare a votare.

Partiamo da alcune considerazioni e da una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
ATAC è in crisi, è un'azienda che ha un debito di 1.300 milioni di Euro; è passata da 123 milioni di km di corse fatte nei primi anni 2000 agli 86 di questo anno.
I romani la giudicano giustamente un'azienda "fallita", inefficiente e senza speranze di rinascita.
Il TPL delle periferie è gestito da diverso tempo da soggetti privati ma il servizio anche lì non brilla. Anzi.
Anche l'ultimo report dell'Agenzia per la Qualità dei servizi rimarca le deficienze e carenze di ATAC.
Ritardi, corse saltate, bus rotti, scarsa manutenzione, autobus che vanno a fuoco...insomma un disastro.
Inoltre a dicembre i creditori di ATAC decideranno se aderire o meno al concordato attivato dal Comune di Roma per recuperare i crediti vantati dall’azienda dei trasporti. Ricordiamo che il concordato è un accordo per rientrare da una situazione debitoria e che se questo dovesse saltare ATAC dovrebbe chiudere per fallimento. Inoltre il Comune di Roma creditore di ATAC per 484.748.000,00 dovrà mettere a Bilancio tale somma e il suo effettivo recupero potrà avvenire o con maggiori tasse sui cittadini o con il conferimento di risorse aggiuntive da Stato e/o Regione.

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