Attivismo Civico

anna lisa annalisa mandorino

Il prossimo inquilino del Quirinale dovrebbe, come prevede la Costituzione, favorire le persone che partecipano alla vita pubblica e si prendono cura dei beni comuni, delle persone fragili o affinché venga riconosciuto un diritto. Nelle forme che vanno oltre i partiti sempre più in crisi.

Nelle scorse settimane Giuliano Amato ha lanciato un appello al mondo del cosiddetto Terzo settore affinché, forte del “monopolio dell’interesse generale che esso detiene ormai praticamente in esclusiva”, aiuti la classe politica, i partiti insomma, a ritrovare se stessa.
Intervenendo nel dibattito avviato da Amato, Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva, spiega che non è più accettabile che le organizzazioni civiche debbano accontentarsi di essere palestre, luoghi di pre-politica, che allenano persone e idee consegnandole poi a chi ritiene di avere il "vero" monopolio della politica, cioè i partiti.

Leggi il commento pubblicato da Vita.it

 

45428 equitalia

La crisi di governo si è chiusa al Senato con 156 voti per il governo contro 140 degli oppositori di destra + 16 astenuti di Italia Viva. Se Renzi avesse deciso di votare contro non ci sarebbe stato “pareggio” 156/156, ma presumibilmente – come risultava da non poche “voci di corridoio” – il governo avrebbe raggiunto la maggioranza assoluta oltre i 161 voti di fiducia e il gruppo di Italia Viva, spaccato e con un leader tanto avventuroso quanto perdente, sarebbe finito definitivamente fuori scena.

Il duro conto dei rapporti di forza in parlamento può favorire riflessioni di tipo politico per l’immediato: ad es. che Renzi è stato abbastanza abile da fermarsi un passo prima della rovina sua e di IV, e magari che così conserverà un potere di condizionamento del governo in commissione e provvedimento per provvedimento. Ma è facile pensare anche che tra le sue file ora serpeggino diversi sentimenti rispetto al “capo”: pronto a giocarsi anche le prospettive personali di ciascuno di loro, con disegni politici arrembanti e scriteriati, sordo agli orientamenti popolari, e senza capire quanto nella pandemia sia diffuso un bisogno di affidarsi a guide di buon senso, a persone equilibrate e eque.

comunicazione pubblica copy copy

Invisibili, dimenticate dalla storia e vittime dell’effetto Matilda; specialmente in passato, la visibilità delle scienziate è stata spesso il riflesso delle disparità presenti nel mondo scientifico.
Attualmente, qualcosa sta cambiando ma, se da un lato appare chiara l’importanza di far conoscere questo universo troppo a lungo ignorato, dall’altro il modo in cui le scienziate sono presentate nei media è sempre più motivo di dibattito. Insomma, “accendere i riflettori” sulle protagoniste del progresso scientifico è sufficiente o è arrivato il momento di interrogarci anche su come queste dovrebbero essere rappresentate? 

comunicazione pubblica

Martedì 16 giugno è stato presentato alla Ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone il documento programmatico per avviare la riforma della legge 150/00 che disciplina le attività d’informazione e comunicazione delle PA.

Il documento programmatico è stato elaborato da un gruppo di lavoro, promosso presso il Ministero PA e incardinato nel 4° Piano OGP Italia 2019-2021, Azione 6 “Cultura dell’Amministrazione Aperta”.

Al gruppo di lavoro per la riforma della legge 150/00 sulle attività d’informazione e comunicazione delle amministrazioni pubbliche hanno partecipato le associazioni civiche che da anni partecipano all’Open Government Partenership Forum, l’iniziativa internazionale che mira ad ottenere impegni concreti dei Governi di tutto il mondo per la trasparenza, il sostegno alla partecipazione civica, la lotta alla corruzione dentro e fuori le Pubbliche Amministrazioni.

ANNA LISA MANDORINO

Mentre la riforma del Terzo settore compie il suo percorso a passi tardi e lenti, costringendo nel frattempo i potenziali enti di terzo settore a rincorrere la sua logica regolamentare ed elencatoria, in tempi brevissimi maturano piccole, ma straordinarie rivoluzioni.

Nei giorni scorsi, la Corte Costituzionale ha reso pubblico in una nota, di cui è prevista a breve la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che “qualsiasi formazione sociale senza scopo di lucro e qualunque soggetto istituzionale, se portatori di interessi collettivi o diffusi attinenti alla questione in discussione, potranno presentare brevi opinioni scritte per offrire alla Corte elementi utili alla conoscenza e alla valutazione del caso sottoposto al suo giudizio”. L’intenzione della Corte rappresenta una rivoluzione non tanto, o non soltanto, perché apre un mondo finora chiuso alla partecipazione della cosiddetta società civile - la qual cosa è piuttosto di moda, anche se troppo spesso ridotta a concessione o esercizio di forma - ma perché si apre alla “cittadinanza attiva” perimetrandola, come è nell’articolo 118 ultimo comma della Costituzione, in quelle formazioni capaci di portare (e non di rappresentare) l’interesse generale e capaci di offrire un contributo rilevante, cioè attinente alla questione in discussione, a prescindere da ogni steccato definitorio e da ogni connotazione giuridica. Non perché si risulta in un registro dunque, o perché si svolgono attività che pertengono a certi ambiti tematici invece che ad altri, o perché si hanno numeri o elenchi di soci, ma “unicamente” perché si è in grado di portare e di offrire interessi collettivi, diffusi e utili.

copyright 2019

L'informazione attraversa in tutto il mondo una condizione drammatica ed esaltante allo stesso tempo: esaltante, per la moltiplicazione di contenuti informativi, di soggetti che li forniscono e divulgano, e di mezzi tecnologici per crearli, diffonderli ed accedervi; drammatica, per la crisi dei tradizionali modelli editoriali, dall'informazione cartacea a quella radiotelevisiva. Purtroppo si tende ad affrontare il tema solo da un lato o dall'altro della questione, con divergenze e contrapposizioni: i giornalisti professionisti rivendicano che preparazione, formazione continua, deontologia, tutela del trattamento economico, garantiscono una qualità dell'informazione contro disinformazione, fake news e hate speech; chi invece opera fuori dal contesto giornalistico ufficiale, cerca un riconoscimento per proporre come informazione, e controinformazione, notizie, argomenti, opinioni indipendenti. I primi si chiudono in un atteggiamento difensivo, a volte anche corporativo, e i secondi alimentano sentimenti di sfiducia nella credibilità della stampa, vista come casta.

inceneritori

Bruciano i rifiuti, e con loro la nostra speranza di cambiamento verso un ambiente più rispettato, un’aria più salubre, una presa di coscienza della necessità di cambiare modelli di consumo, di imballaggio e di raccolta e differenziazione dei rifiuti urbani. E’ il pensiero che a molti di noi è balenato in questi giorni, dopo le recenti dichiarazioni di esponenti autorevoli del Governo della necessità di investire su questa prospettiva di “incendio” dei rifiuti. Prospettiva, fortunatamente mi permetto di dire, al momento oscurata da una valanga di reazioni negative sia sulle piattaforme social che da una alzata di scudi politica.

Occorre anzitutto fare un piccolo passo indietro, cercando di spiegare con semplicità cosa siano termovalorizzatori e inceneritori, partendo da questi ultimi. Gli inceneritori, considerati oramai una tecnologia vetusta, sono luoghi in cui si bruciano i rifiuti indifferenziati a alta temperatura, la cui combustione immette nell’aria enormi quantità di inquinanti nocivi (diossine, furani, pm10, pm2.5, particolato ultrafine), e residui altamente inquinanti la (ceneri e polveri) la cui gestione chiede ulteriori spese perché se dispersi rappresenterebbero una vera e propria bomba ambientale.  L'incenerimento dei rifiuti produce scorie solide pari circa al 10-12% in volume e 15-20% in peso dei rifiuti introdotti, e in più ceneri per il 5%. Con enormi costi in termini di gestione in discariche specializzate.

numero500

Sono passati oltre dieci anni dal primo numero di questa newsletter elettronica. Oggi infatti festeggiamo il numero 500. Un traguardo importante, a cui siamo giunti in primis grazie alla attenzione con cui tutti voi, lettori e protagonisti delle nostre notizie, ci seguite, commentate o criticate. Un pubblico (oltre 36000 abbonati) di cui noi tutti andiamo particolarmente fieri. E particolarmente significativo anche perché cade nell’anno in cui celebreremo i 40 anni di attività della nostra organizzazione.

In questi anni abbiamo cercato costantemente di interrogarci sulla nostra capacità di fornire informazioni utili, da fonti verificate, e che andassero oltre le priorità dei media più noti e generalisti; non solo analisi critiche, ma notizie che potessero fornire spunti di miglioramento, esempi di azioni che i cittadini mettono in essere modificando la realtà, e spesso nel silenzio delle narrazioni mediatiche.

norcia 4.0

Come Cittadinanzattiva siamo rimasti amareggiati e delusi come tanti alla notizia dell’intervento della Magistratura sul Centro Polivalente Norcia 4.0 realizzato a Norcia dall’architetto Stefano  Boeri in seguito alla raccolta fondi “Un aiuto subito” promossa da La 7 e dal Corriere della Sera

Amareggiati e delusi perché togliere alla popolazione di Norcia una struttura polivalente utilizzata per le tante funzioni della fase post emergenziale ha un po’ il sapore di una beffa: “piove sempre sul bagnato” o “chi è già abituato a soffrire, può continuare a farlo”.

La nostra organizzazione è rispettosa delle prerogative  e del ruolo della Magistratura  e mai si permetterebbe di pronunciare frasi minacciose come se ne sono anche sentite in questi giorni nei confronti degli inquirenti del Tribunale di Spoleto: certo però che se l’assunto di partenza , come anche nel caso del Centro polivalente di Ancarano, è che una struttura siffatta non svolge funzioni essenziali   nella fase post sisma , allora sono proprio i presupposti che debbono essere chiariti.

Condividi