rifiuti riciclo 2015 02 18

L’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha svolto per il sesto anno consecutivo una ricerca sui costi che i cittadini hanno sostenuto nell’anno passato e ci preme sottolineare che negli ultimi 5 anni i costi sono raddoppiati in città come Salerno e Reggio Calabria, ed aumentati considerevolmente  in città come Napoli e Bari. La nostra società si trova a dover fare i conti sempre più con una grande quantità di rifiuti in spazi che invece, al contrario, tendono sempre più a rimpicciolirsi.
Da anni l’Italia vive un serio problema, cioè quello di individuare una efficiente modalità per lo smaltimento dei rifiuti, sebbene i cittadini contribuiscano, e non poco, a pagare tasse/tariffe per questo servizio, paradosso che rende anomala la situazione italiana in ambito europeo.

 

Invita a riflettere il ricorso esagerato alla discarica, quasi a voler sottolineare la generale scarsa efficacia della raccolta differenziata del nostro Paese rispetto agli altri Stati europei. Solitamente infatti vengono inviati alla discarica i cosiddetti rifiuti indifferenziati, verso i quali il nostro Paese nutre tutt’ora una spiccata propensione alla produzione.

Mandare tutto alla discarica è il modo più semplice, comodo, economico ma ambientalmente sbagliato, e purtroppo in alcuni casi facilmente controllabile dalla malavita organizzata.

Dall’ultimo rapporto diffuso dall’Ispra, nel 2010, in Europa, complessivamente, il 60% dei rifiuti è smaltito in discarica (38%) o incenerito (22%), mentre in Italia va in discarica il 50% e viene incenerito il 16%.

Mettendo al centro del servizio la protezione  dell’ambiente, l’Europa suggerisce di trattare i rifiuti attraverso un ordine di priorità, ovvero di prevenire la produzione del rifiuto, di preparare il prodotto per il riutilizzo , di investire nel riciclo e nel recupero.

Il comparto del riciclo/recupero dei rifiuti, ed in particolare degli imballaggi, risulta essere quello che investe maggiormente nell’innovazione e nella ricerca di una tecnologia avanzata verso sbocchi non tradizionali ed innovativi, sia per l’impiego di scarti e per la valorizzazione di rifiuti in settori nuovi, sia verso il miglioramento delle performance dei prodotti stessi. Risulta l’industria del riciclo come la prima nella Green Economy, unico ambito in cui si prevedono tassi di crescita dell’occupazione, dai dati emersi dall’organizzazione Internazionale del Lavoro.

Persistere nella politica dell’uso delle discariche, tra l’altro, oltre a non far crescere economicamente il paese, continua a produrre tensioni sociali per l’ormai arcinoto principio del “Nimby” (“Non nel mio cortile”), comportando uno spreco di risorse e di energie che il nostro paese non si può permettere.

La sfida alla quale cittadini ed istituzioni sono chiamati a rispondere è quella della partecipazione al cambiamento, attraverso le abitudini di consumo e i comportamenti individuali i cittadini, attraverso la capacità di definire una politica organica e innovativa le istituzioni.

Scriveva Italo Calvino in un racconto di quasi mezzo secolo fa: “L’uomo è ciò che non butta via”, in questo caso un’opportunità per il nostro Paese.