eiopago 2015 02 15

La crisi economica è oramai da diverso tempo il “fil rouge” con il quale i consumatori ci “costringono” ad analizzare le segnalazioni, che stanno diventando sempre di più un grido d’allarme.
Morosità delle bollette, pratiche commerciali aggressive da parte delle aziende, richieste di informazioni su bonus sociali, e il tema esplode ancor più analizzando le segnalazioni sulle banche ed assicurazioni. Dal focus “Banche e Assicurazioni” del XIII rapporto Pit Servizi del 2013, i cittadini risultano ancora maggiormente in difficoltà e con non molti strumenti di tutela, in ambiti dove l’asimmetria informativa è ancora predominante.

 

 

Cittadini a rischio sovraindebitamento, nonostante la possibilità di accedere al credito diventi sempre più difficile per le politiche di chiusura da parte del sistema bancario.

Qualche dato. Un cittadino su cinque ha avuto nel 2012 un problema relativo a banche e finanziarie (73%) o assicurazioni (27%), segnalazioni che vanno dalle difficoltà di accesso al credito, come agli aumenti ingiustificati delle polizze RC Auto, con enormi e inspiegabili differenze territoriali.La fotografia è di una situazione di evidente difficoltà, che necessiterebbe di misure ed interventi efficaci, con l’obiettivo di lavorare sia sulla prevenzione delle patologie che sulla tutela.

 

Ripartire dalle buone pratiche, per rimettere in circolo fiducia ed idee innovative, innescare un circolo virtuoso.Negli anni il sistema si è autoregolamentato, ed associazioni e sistema bancario hanno prodotto un’esperienza unica in tutta l’Unione Europea, un punto di eccellenza nella capacità di dialogo tra associazioni e sistema bancario, ovvero la sospensione dei mutui . Una risposta alla crisi e alle difficoltà delle famiglie italiane, una risposta che ha supplito, negli anni passati,al silenzio assordante delle istituzioni, coinvolgendo circa 100.000 per un valore di quasi 11 miliardi di euro. Un’esperienza di questo tipo può essere replicabile, con tutte i miglioramenti del caso, nell’ambito del credito al consumo. Così come è stato fatto sul fronte dei mutui, prevedere un fondo di solidarietà per i consumatori che non sono in grado di pagare le rate di prestiti e finanziamenti, insomma una moratoria sul credito al consumo per i casi di sovra indebitamento. Nel 2012 i nuclei fortemente indebitati erano circa il 5% del totale, nella sostanza 1 milione e 200 mila famiglie si trovano in difficoltà nell’assolvere i loro impegni creditizi. La totale assenza di crescita economica, inoltre, non fa intravedere all’orizzonte nessuna speranza di miglioramento del reddito a disposizione, anzi  aumenta conseguentemente l’impoverimento delle famiglie italiane, anche rispetto agli altri paesi europei. Parallelamente, alcuni studi effettuati nel nostro Paese dimostrano che il 70% degli italiani, in rapporto alle decisioni finanziarie, ha paura di sbagliare, si percepisce come incompetente, si sente mancante di strumenti per capire le notizie diffuse dai media.

Alla luce di questi dati non è sostenibile non intervenire, non fornire risposte sistemiche così come è stato fatto con i mutui, e non prevedere il rischio di sempre maggiori casi di sovra indebitamento. La possibilità di prevedere una moratoria sul credito al consumo deve rappresentare un tassello strategico di un ambizioso percorso, che potrebbe vedere ancora lavorare congiuntamente istituzioni, imprese ed associazioni dei consumatori e non solo.

Da anni ormai, vengono realizzate iniziative, attività e campagne informative tese a prevenire e informare i cittadini sui rischi dell’usura e del sovra indebitamento, le sedi locali delle associazioni hanno rafforzato assistenza e tutela, creando anche collaborazioni con i centri anti-usura, differenti tipologie di soggetti realizzano da anni attività di educazione finanziaria. Ma tutto ciò non è sufficiente e rischia di essere velleitario o poco incisivo nei problemi della vita quotidiana dei consumatori.

Abbiamo il dovere di costringere le istituzioni ad affrontare Il sovra indebitamento da un punto di vista globale, avendo anche legami anche con la crisi del mercato del lavoro, con la precarietà e la scarso investimento nell’alfabetizzazione finanziaria. Così come già avviene in molti Paesi europei, a situazioni eccezionali necessitano risposte coraggiose ed innovative in grado di fornire una soluzione di sistema al paese e ai singoli cittadini.