nobel 2015 02 18

Il Movimento Europeo in Italia ha salutato l'attribuzione del Premio Nobel della Pace all'Unione Europea dall'Accademia di Oslo.

“L’Unione europea – si legge nelle motivazioni - sta affrontando una difficile crisi economica e forti tensioni sociali. Il Comitato per il Nobel vuole concentrarsi su quello che considera il più importante risultato dell’Unione:

l’impegno coronato da successo per la pace, la riconciliazione e per la democrazia e i diritti umani. Il ruolo di stabilità giocato dall’Unione ha aiutato a trasformare la gran parte d’Europa da un continente di guerra a un continente di pace. Il lavoro dell’Unione rappresenta la fraternità tra le Nazioni, e costituisce una forma di congressi di pace ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace”.

 

Già da alcuni anni istituzioni europee e organizzazioni della società civile avevano inutilmente avanzato questa proposta in tempi in cui il progetto europeo appariva anche agli occhi dell'opinione pubblica come un incontestabile valore aggiunto.

L'attribuzione di tale premio nel 2012, mentre i governi dei paesi membri continuano a balbettare incapaci di trovare una soluzione adeguata alla crisi che rischia di travolgere il progetto europeo da cinque anni, deve essere dunque spiegata alle opinioni pubbliche nazionali.

Il progetto di unificazione del continente, a partire dalla CECA nel 1950, è stato concepito e realizzato dagli ispiratori di questo progetto (i cattolici Adenauer, Schuman e De Gasperi, il socialista Spaak, il laico Monnet e il federalista Spinelli) per mettere fine alle guerre fra i popoli europei e quest’obiettivo è ormai definitivamente compiuto.

La realizzazione di quest’obiettivo deve essere spiegata soprattutto ai giovani per i quali le relazioni pacifiche fra i paesi e i popoli del continente rappresentano un dato acquisito. Dobbiamo ricordare anche ai giovani che l'Unione è l'unica organizzazione del mondo che abbia rinunciato al principio "rex est imperator in regno suo" inventato da Filippo Il Bello più di otto secoli fa e che è stato alle origini di ogni guerra giustificata da interessi nazionali.

In questo modo oggi l'Unione rappresenta il modello più avanzato di integrazione continentale esistente e quindi può servire di esempio per la stabilizzazione anche delle altre regioni del pianeta.

Le Comunità europee prima e l'Unione europea poi si battono da anni contro la pena di morte e la lotta contro la guerra e per la pace è lo strumento essenziale per impedire che uomini uccidano altri uomini.

Pace e democrazia rappresentano due facce della stessa medaglia e l'Unione rappresenta - pur con molte ombre, con inaccettabili ritardi e con tante debolezze - l'organizzazione europea che più si batte per l'affermazione della democrazia nel mondo.

Il Movimento Europeo in Italia saluta dunque con soddisfazione questo ritardato premio indicando il suo significato di valore aggiunto della costruzione europea ma sottolineando anche che esso deve servire da stimolo alle istituzioni europee affinché sia realizzata rapidamente una politica estera e della sicurezza capace di costruire e mantenere la pace nel mondo e che si avvii rapidamente un processo che porti a un sistema fondato su una vera democrazia sovranazionale.

Sarebbe stato un bel segnale da parte dei leader europei rinunziare a una controproducente discussione di quale sia l’istituzione più rappresentative dell’Unione e fare di comune accordo una scelta simbolica portando a Oslo il “sogno europeo”. Così non è stato e andrà invece a ritirare il premio una troika che rappresenta visivamente la mancanza di identità e di governabilità del continente.

Per dare al contrario un segnale di unità dei valori nella diversità delle culture centinaia di cittadini e di cittadine europei manifesteranno il 9 dicembre in cento città europee il loro impegno per un’Europa libera, democratica e federale.

Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo - Italia

Redazione Online
Siamo noi, quelli che ogni giorno scovano e scrivono forsennatamente notizie di diritti e partecipazione. Non solo le nostre, perché la cittadinanza attiva è bella perché è varia. Età media: 33 anni, provenienza disparata....

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