La I Conferenza ha rappresentato un importante momento di riflessione generale sul tema della crisi dei diritti che il nostro sistema di Welfare sta vivendo, e sulle strade da percorrere per continuare a garantirne l'esigibilità.
Tale riflessione era, e continua ad essere, un'esigenza ineludibile, considerati i profondi tagli alle risorse del Fondo sanitario Nazionale (1,5 miliardi di euro nel 2011), così come la riduzione o azzeramento di importanti fondi dedicati ad interventi di carattere sociale, la mancata applicazione dei LEA in tutto il sud dell'Italia compreso il Lazio, l'aumento vertiginoso dell'imposizione fiscale e del livello di compartecipazione al costo per le prestazioni nei confronti dei cittadini, la profonda riduzione dell'offerta ospedaliera senza la contestuale attivazione dei servizi sul territorio, le liste di attesa sempre più lunghe, nonché il mancato riconoscimento di molte patologie croniche e rare.

Altro che attività di manutenzione del SSN, come ha dichiarato nei giorni scorsi il Ministro della Salute: quello che i cittadini vivono quotidianamente e che è sotto gli occhi di tutti è un profondo depotenziamento del nostro sistema di protezione sociale e dei diritti costituzionali alla Salute e all'Assistenza Sociale.
L'innovazione che abbiamo voluto offrire con la Conferenza sta nella modalità di confronto e progettazione con i soggetti che vi hanno preso parte: organizzazioni della società civile, istituzioni, politici e operatori del mondo sanitario e sociale. Troppe volte abbiamo purtroppo assistito a decisioni calate dall'alto, senza alcun tipo di concertazione e di ascolto rispetto alle reali esigenze e istanze dei cittadini. Comportamento confermato ancora una volta, viste le importanti defezioni di alcuni importanti esponenti del Governo.
Il messaggio che è emerso con forza da tutti i soggetti che hanno preso parte alla Conferenza è quello che garantire la sostenibilità del nostro sistema di welfare vuol dire innanzitutto promuovere il coinvolgimento attivo dei cittadini all'interno dei servizi socio-sanitari. A questo deve aggiungersi la necessità di garantire la partecipazione delle organizzazioni di tutela del diritto alla salute alla definizione, implementazione e valutazione delle politiche pubbliche socio-sanitarie. Tutto ciò aiuterebbe sicuramente a ridurre quell'importante forbice tra le attuali priorità dell'agenda politica delle Istituzioni e le reali necessità dei cittadini. Tra le principali azioni individuate vi sono la revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza, al palo ormai da 10 anni, il finanziamento-rifinanziamento di alcuni fondi di carattere sociale, nonché la garanzia per i cittadini di accedere ai benefici socio-economici legate al riconoscimento delle minorazioni civili. Priorità queste individuate attraverso l'importante attività d'informazione civica che Cittadinanzattiva e tutte le altre associazioni che hanno partecipato hanno messo a disposizione della Conferenza, attraverso la presentazione del X Rapporto nazionale sulle Politiche della Cronicità "Minori: diritti rari, costi cronici".
Oggi la partecipazione dei cittadini rappresenta sicuramente un importante strumento per garantire universalità, equità, solidarietà, accessibilità, qualità, sicurezza e sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale e più in generale del nostro sistema di welfare. Partecipazione che deve essere promossa e sostenuta dalle istituzioni. I segnali, purtroppo, non sono incoraggianti. Un esempio sopra tutti: il fondo per il cinque per mille, ridotto rispetto al 2010, di cento milioni di euro.
Tonino Aceti, coordinatore CnAMC-Cittadinanzattiva

Conferenza stampa di presentazione del 6 giugno a Roma: guarda il video. Leggi l'articolo di Quotidianosanità  e il nostro comunicato.

 

 

Conferenza stampa del 9 giugno a Trento: Leggi il Comunicato di presentazione  o consulta la rassegna stampa