Domanda:
Vi disturbo per avere maggiori notizie in merito alla terapia del dolore: sono stata ricoverata in ospedale per un intervento chirurgico e mi sono accorta che si prestava davvero poca attenzione al dolore, non solo al mio, ma in generale a quello dei tanti degenti ricoverati nel reparto. Ritenevo che in ospedale fosse posta la massima attenzione al dolore, specie in un reparto di chirurgia, e che dovesse esserci un medico in grado di valutare e riconosce il dolore e somministrare quei farmaci che lo alleviano. Così non è stato, almeno nella mia esperienza. Ritengo che rispetto al dolore non si possa essere indifferenti. La terapia del dolore dovrebbe essere diritto di qualsiasi malato che, a seguito di una malattia, ha un dolore costante. Desidero conoscere qualcosa in più.

 

Risposta:
Gentile signora,
il tema del dolore è un tema che per troppo tempo è stato trascurato dalla politica sanitaria, dai medici ma anche dagli stessi pazienti, come se il dolore fosse una parte inevitabile della malattia da accettare e sopportare stoicamente. La cultura sta cambiando, per fortuna, ed è giunto il momento di liberarci da questo ingombrante cliché poiché ormai sappiamo che il dolore si può e si deve: Comunicare, Affrontare e Curare!
A tal proposito ci sostiene una legge davvero innovativa; la legge 38 del 2010.  In Italia per la prima volta attraverso una legge, si tutela e si garantisce l’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative, a favore non solo della persona affetta da malattia in stadio terminale, ma anche da patologia cronica dolorosa o da dolore acuto e transitorio (come nel caso del dolore post chirurgico). L’obiettivo della legge è quello di restituire dignità e autonomia alla persona che soffre, attraverso cure adeguate ai bisogno sanitari e socio assistenziali dell’individuo e anche della sua famiglia.
Gli aspetti di maggiore rilevanza e innovazione della Legge sono diversi e diversi i diritti esigibili dai cittadini.
Per cominciare la normativa pone al centro dell’attenzione la qualità della vita e, quindi, il diritto a non soffrire in ogni contesto e momento della vita in cui il dolore si presenta: in casa propria, in ospedale, in pronto soccorso, in sala parto, in ambulatorio o all’interno di un hospice.
A tutti i medici: di famiglia, ospedalieri, di strutture riabilitative ecc infatti, è affidato il compito di ascoltare il cittadino, misurare il dolore che riferisce ed orientarlo verso la cura più efficace o lo specialista che meglio può aiutarlo. Esistono diverse terapie che alleviano il dolore, dai più comuni antinfiammatori (FANS) per i dolori di lieve entità, agli oppioidi (morfina, codeina, ecc) per i dolori più severi. La legge ha il pregio inoltre, di facilitare l’accesso alla terapia del dolore semplificando la modalità di prescrizione degli oppioidi, attraverso il semplice utilizzo del ricettario del ssn, anziché di quello speciale, previsto in precedenza.  Pretendiamo pertanto che il nostro dolore non venga sottovalutato e che anzi venga misurato per poter scegliere la terapia e successivamente valutarne l’efficacia; a tal proposito, esistono diverse scale di misurazione del dolore validate che i medici possono utilizzare, sottoponendole al paziente: alcune di tipo quantitativo (ad esempio attraverso una scala di intensità da 1 a 10) altre di tipo qualitativo (assente, lieve, moderato, grave). La legge è piuttosto esplicita su questo punto, ponendo l’obbligo, per le strutture sanitarie e in ogni reparto, di registrare in cartella clinica le caratteristiche del dolore (rilevato attraverso questi strumenti di misurazione), l’evoluzione nel corso del ricovero, la tecnica antalgica, i farmaci utilizzati e i  relativi  dosaggi  e  il  risultato  antalgico conseguito.
Se siamo ricoverato in una struttura sanitaria pretendiamo quindi, che il nostro dolore venga misurato, registrato in cartella clinica e curato con la giusta terapia!!!
Se ciò non è avvenuto si può utilizzare il modulo di tutela, con questo ci aiuterai anche a difendere il diritto di altri a non soffrire!!
È utile sapere che in autunno sarà disponibile sul sito www.cittadinanzattiva.it una guida utile in occasione della campagna sul dolore: IN-Dolore

 

Rubrica realizzata grazie a "Rafforziamo la tutela!", progetto in collaborazione con Johnson & Johnson Medical

in
Redazione Online
Siamo noi, quelli che ogni giorno scovano e scrivono forsennatamente notizie di diritti e partecipazione. Non solo le nostre, perché la cittadinanza attiva è bella perché è varia. Età media: 33 anni, provenienza disparata....

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