Raccolta Buone Pratiche "Umanizzazione è Partecipazione"

 
Informazioni
Nome del servizio: Casa di Cura Pineta del Carso Spa - Hospice
 
Indirizzo: VIALE Stazione , 26
Regione: FRIULI-VENEZIA GIULIA Provincia: TS
Comune: Duino Aurisina CAP: 34011
     
Tipologia
Azienda:
Struttura Privata
Tipologia
Stuttura:
Hospice
 
Dettagli
Progetto / Esperienza in Atto:
 
Titolo
Progetto / Esperienza in Atto:
MOdello di cure avanzate ad elevata personalizzazione nella gestione delle persone in fase terminale e delle loro famiglie- PERSON  
Data Inizio: 01 Giu 2012 In corso d’opera? No Data Conclusione Prevista 31 Mag 2014
 
Coinvolgimento  di organizzazioni civiche e di tutela del diritto alla salute (specificare se si tratta di Cittadinanzattiva)? Si
Tipologia di coinvolgimento
e soggetti coinvolti :
Volontari Amici del Hospice Pineta del carso
 
Area Trattata
Presa in carico, Comfort e processi organizzativi, Relazione
 
Categoria di appartenenza
Comportamenti, Ricoveri, Terapia del dolore
Qualità della vita, presa in carico olistica
 
Individuo coinvolto
Persona affetta da patologia cronica, Professionisti sanitari
Paziente terminale, famiglia e care giver
 
 
Descrizione sintetica del progetto

All'interno di questa sezione dovranno essere presenti le seguenti informazioni: criticità che si intendeva risolvere, descrizione dell'intervento realizzato, metodo utilizzato, strutture e risorse umane interne ed esterne coinvolte, innovazione/i apportata/e, schema del processo organizzativo sottostante la realizzazione del progetto ed eventuali normative di riferimento utilizzate per la predisposizione e/o l'attuazione del progetto.
MATERIALI E METODI La sede operativa del progetto è l’hospice “Pineta del Carso” presso la Casa di Cura di Pineta del Carso di Aurisina, Trieste, dove la ricercatrice è stata coadiuvata dalla dirigente infermierisica dott.ssa Maja Tenze. La sede invece dove il ricercatore ha svolto attività di ricerca blibliografica e di analisi di dati e di confronto era l’Università degli Studi di Udine, coadiuvata dalla tutor scientifica Prof.ssa Alvisa Palese. Lo studio viene realizzato in due fasi. La parte iniziale dello studio riguarda la progettazione e implementazione del modello organizzativo avanzato attraverso un approccio di Action Research; la seconda fase dello studio, temporalmente non successiva alla prima ma contestuale riguarda, invece, la validazione di strumenti che saranno messi a disposizione nel contesto italiano. 1. Prima fase: Action Research. Il progetto è sviluppato con questa metodologia che prevede il massimo coinvolgimento dei professionisti: ricercatori e staff lavorano sistematicamente insieme attraverso le tappe del ciclo di ricerca “osservare, riflettere e agire”. Tale modalità è ritenuta efficace quando si riforma o si progetta un cambiamento nella pratica: i principi su cui si basa è la partecipazione volontaria, il decision making collaborativo, e il coinvolgimento degli operatori che nell’identificare le aree di insoddisfazione/miglioramento nella gestione delle persone in fase terminale, individuano il processo e la direzione di miglioramento da intraprendere. Concettualmente le tappe che vengono svolte sono: a) Coinvolgimento dei professionisti; b) Reclutamento di professionisti volontari che faranno parte del gruppo di progetto; c) Definizione del ruolo del ricercatore; d) Riflessione sui valori e aspettative: particolare riflessione sarà condotta sul concetto di cure “centrate sul paziente”; e) Osservazione sul campo e sessioni periodiche di discussione; f) Raccolta dati sistematica attraverso interviste, note sul campo, osservazione; g) Analisi critica delle osservazioni partecipate condotte insieme ai partecipanti; h) Identificazione delle strategie che il gruppo può attivare per sperimentare un modello organizzativo ad elevata personalizzazione; i) Attuazione del modello e valutazione degli effetti (Day et al. 2009; Cooper and Hewison 2002; Abad-Corpa et al. 2010). 2. Seconda fase: Studi di validazione. Sarà adottato uno o più studio/i di validazione che permetterà/anno di validare nel contesto culturale e linguistico Italiano gli strumenti ritenuti più diffusi e rilevanti della pratica delle cure palliative, tra questi: a) Uno strumento volto ad esplorare l’assistenza spirituale, lo Spiritual care inventory instrument (Burkhart et al 2011); b) Uno strumento sarà invece diretto all’esplorazione degli atteggiamenti degli operatori che lavorano con persone in fase terminale: sarà validato e messo a disposizione il Frommelt attitude toward care of the dying Scale (Frommelt, 1991). Al fine di alleviare la sofferenza globale dei malati in fase avanzata di malattia, le cure palliative devono essere erogate da un’equipe multiprofessionale di cui, a seconda delle varie realtà in cui vengono erogate in genere fanno parte: il medico, l’infermiere, l’assistente sociale, lo psicologo, il fisioterapista, l’assistente spirituale e i volontari. Inoltre, in letteratura è evidenziato che un fattore centrale delle cure palliative è il lavoro di squadra tra i membri dell’equipe (Jünger et al. 2007). Una delle leggi più recenti che ha promosso l’affermarsi delle cure palliative in Italia è la Legge n. 38 del 15 marzo 2010, concernente: “Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”. Si tratta di una legge fortemente innovativa, che per la prima volta tutela e garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato, nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza, al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze.In Italia gli hospice sono nati a partire dalla Legge 39 del 26 febbraio 1999. L’assistenza in hospice è erogata da un team multiprofessionale e da volontari che si occupano non solo dei bisogni fisici delle persone( caregivers, i familiari e gli amici intimi del paziente) ma anche dei loro bisogni emotivi, spirituali e sociali.
 
Risultati attesi (max. 1000 caratteri)
Ob.generali Sviluppare, a partire dall’esperienza sino ad ora condotta presso l’hospice di Pd C, un modello di presa in carico personalizzato dei pazienti e dei loro familiari documentandone i risultati, con la finalità di renderli disponibili per altri contesti. Ob specifici -Esplorare le aree di bisogno assicurate/non assicurate dei malati in fase avanzata di malattia e dei loro familiari -Validare strumenti di misurazione dei bisogni spirituali delle persone assistite al fine di disporre, di indicatori e misurazioni più accurati dei bisogni delle persone. -Discutere con gli operatori del team, le aree di bisogno sll fine di individuare strategie di miglioramento e di presa in carico delle persone perseguendo la più elevata personalizzazione. - Ridisegnare la pratica assistenziale, il piano delle attività, l’offerta assistenziale e di cure anche con strategie formative -Monitorare e verificare l’effetto del modello di presa in carico -Individuare strumenti di misura
Risultati raggiunti (rispetto agli obiettivi previsti dal progetto) (max. 1000 caratteri)
Risultati dello studio: la valutazione e la conseguente gestione di tutte le aree della sofferenza del paziente si può dire migliorata grazie anche all'introduzione dello strumento ESAS e ad un uso più consapevole e costante della documentazione clinica. Il l personale rivela una maggiore consapevolezza dell'importanza di misurazione soggettive di tutti i sintomi del paziente oltre che del dolore.Nelle riunioni la comunicazione in equipe più di prima si ferma su argomenti afferenti l'area spirituale. Il lavoro fatto dagli infermieri e dagli operatori socio sanitari Uno dei risultati raggiunti è stat la diffusione della ricerca effettuata per renderla disponibile per altri contesti con articoli, convegni , lezioni magistrali.). Emerge l'esigenza di una presenza maggiore della psicologa per sostenere gli operatori nella gestione di situazioni assistenziali complesse Il lavoro fatto sul confort ha permesso di riflettere a fondo su quella che è l'assistenza di base e l'ascolto dell'altro
 
Valutazione dei risultati
E' stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?
Si  
 
Il progetto è stato realizzato come modello anche in altre realtà? No  
 
Durata Progetto / Esperienza in Atto (in mesi): 24 Costi complessivi del progetto: 0
 
Note: progetto in collaborazione con Area Scienze Park - ricercatrice dott.ssa Raffaella Dobrina- Fondo sociale europeo in Friuli Venezia giulia e SHARM (Supporting Human Assets in Research and Mobility)