Raccolta Buone Pratiche "Umanizzazione è Partecipazione"

 
Informazioni
Nome del servizio: SOCCORSO DONNA PRESSO E.O. OSPEDALI GALLIERA
 
Indirizzo: VIA VOLTA , 8
Regione: LIGURIA Provincia: GE
Comune: GENOVA CAP: 16128
     
Tipologia
Azienda:
Azienda Ospedaliera
Tipologia
Stuttura:
Ospedale
 
Dettagli
Progetto / Esperienza in Atto:
Email da contattare per informazioni: paolo.cremonesi@galliera.it        
 
Titolo
Progetto / Esperienza in Atto:
SOCCORSO DONNA PRESSO E.O. OSPEDALI GALLIERA  
Data Inizio: 01 Gen 2010 In corso d’opera? Si Data Conclusione Prevista 31 Dec 2018
 
Coinvolgimento  di organizzazioni civiche e di tutela del diritto alla salute (specificare se si tratta di Cittadinanzattiva)? No
Tipologia di coinvolgimento
e soggetti coinvolti :
 
Area Trattata
Presa in carico
 
Categoria di appartenenza
Pronto soccorso
 
Individuo coinvolto
Donna
 
 
Descrizione sintetica del progetto

All'interno di questa sezione dovranno essere presenti le seguenti informazioni: criticità che si intendeva risolvere, descrizione dell'intervento realizzato, metodo utilizzato, strutture e risorse umane interne ed esterne coinvolte, innovazione/i apportata/e, schema del processo organizzativo sottostante la realizzazione del progetto ed eventuali normative di riferimento utilizzate per la predisposizione e/o l'attuazione del progetto.
Il progetto Soccorso Donna di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza nei confronti delle donne è attivo presso l'E.O. Ospedale Galliera dal 2010, ha avuto e ha come obiettivo quello di incrementare e migliorare l'attività di accoglienza e cura delle vittime di violenza, che si presentano al Pronto Soccorso. Tutto il personale del pronto Soccorso è affiancato da due psicologhe e sensibilizzato/formato sul tema della violenza di genere. Negli anni è stato possibile constatare come il Pronto Soccorso per eccellenza sia il luogo dove prima o poi, nel corso della storia di maltrattamenti la donna giunge, rappresentando spesso la prima occasione in cui la donna prende atto di quello che subisce. Inoltre la formazione del personale ha permesso di dare una risposta immediata, competente e in ascolto ai bisogni e allo stato emotivo della donna, oltre che riconoscere i numerosi casi di violenza non dichiarata, che altrimenti sarebbero rimasti sommersi. Il modello Soccorso Donna prevede un percorso clinico ed assistenziale mediante un intervento interdisciplinare (infermiere, medico, psicologa) per le donne che accedono al P.S. per maltrattamenti psicologici e/o fisici e/o sessuali ripetuti nel tempo e perpetrati all’interno di rapporti intimi, familiari e amicali. Il progetto riguarda la violenza relazionale che spesso è silenziosa ed “invisibile”, confonde ed intreccia aspetti affettivi ed aggressivi/invasivi, comportando l’umiliazione e l’annullamento della libertà di “essere”, di esprimersi e di crescita, così come l’individualità della persona che ne è vittima. Diverse sono le figure sanitarie che lavorano in equipe per il buon funzionamento del progetto, in particolare l'infermiere di triage che rappresenta la porta di accesso, la prima persona che riceve la paziente; il medico che si occupa di verificare quali sono e di quale entità i danni fisici subiti dalla donna ma che è anche formato ad un ascolto sensibile necessario a trattare il corpo come rispondente anche a traumi di natura psicologica/emotiva; le psicologhe che offrono uno spazio di ascolto finalizzato all' accoglienza del trauma psicologico e all'intervento clinico attraverso una presa in carico globale e duratura. Il servizio di attenzione psicologica a donne vittime di violenza offre una attenzione integrale e personalizzata con la finalità di garantire uno spazio che permetta alla donna di evitare di correre rischi futuri, continuando a rimanere in una situazione relazionale dove subisce violenza. La logica dell'intervento psicologico non è di tipo direttivo, assistenzialista, ma di accoglienza del soggetto, con il suo vissuto traumatico e la sua storia relazionale. Nel colloquio bisogna riuscire a conciliare da una parte la libera narrazione ma dall’altra bisogna tenere a mente i punti salienti e le informazioni utili per fare una valutazione del rischio secondo il metodo SARA-S. Inoltre nella valutazione di ogni caso, uno per uno, sono stati coinvolti anche servizi esterni all'ospedale come: la Procura dei Minori, la Procura Ordinaria, operatori dei Servizi Sociali e Sanitari Ospedalieri e Territoriali (ATS, Consultori, Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, Centri Antiviolenza). La legge 119 del 2013 e il relativo piano straordinario antiviolenza del 2015, così come i vincoli della Convenzione di Istanbul e da ultimo le indicazioni all’interno della legge di stabilità del 2016 sono tutti atti volti a stimolare percorsi di tutela delle donne vittime di violenza anche all’interno dei presidi ospedalieri e vedono sempre di più le aziende ospedaliere come soggetto della rete antiviolenza territoriale. In questo quadro generale il modello Soccorso Donna si è sviluppato nell’ottica di una sua sostenibilità istituzionale proprio perché nel processo di accompagnamento delle donne a un percorso di fuoriuscita dalla violenza agisce e stimola un’interlocuzione costante con tutti i soggetti istituzionali della rete di supporto, contrasto e prevenzione della violenza contro le donne.
 
Risultati attesi (max. 1000 caratteri)
Incrementare il numero di donne che accedono al colloquio con la psicologa che in sede di triage dichiarano di aver subito "violenza altrui". Aumentare l’accuratezza nella rilevazione dei casi di violenza mascherata e presa in carico di donne, che non dichiarano violenza al momento del triage ma altre motivazioni di accesso (es. trauma accidentale, incidente domestico, malessere generalizzato, ecc) e/o che presentano precedenti accessi per "violenza altrui". Migliorare il lavoro di rete coinvolgendo nella presa in carico della paziente eventuali Servizi già presenti o sollecitando una presa in carico dei casi da parte di più istituzioni. Migliorare la soddisfazione e la responsabilità di tutto il personale sanitario e dell'equipe dedicata nel lavoro con le donne vittime di violenza. Rendere il modello sostegno donna replicabile per la Regione o per l'Area Provinciale. Assegnazione codice giallo e abbattimento dei tempi di attesa per ridurre eventuali ripensamenti.
Risultati raggiunti (rispetto agli obiettivi previsti dal progetto) (max. 1000 caratteri)
Sono stati ridotti i tempi di attesa in post triage della donna che dichiara di avere subito violenza con invio immediato al medico e alla psicologa, abbattendo gli abbandoni volontari. Emersione del cosiddetto “sommerso”, grazie alla individuazione degli indici di sospetto e durante i colloqui psicologici. Creazione di una rete di sostegno per la donna che decide di intaprendere un percorso di fuori uscita dalla violenza Rilevazione dati sul fenomeno tramite l'impiego di un questionario appositamente creato ed utilizzato in forma anonima, compilato dalla psicologa al termine di ogni colloquio, con domande che indagano le caratteristiche socio-demografiche e di salute della vittima e dell'autore di violenza, le caratteristiche dell'aggressione e/o dei maltrattamenti precedenti riferiti e il tipo di presa in carico sanitaria e di Rete attuato. Uno studio costante sulle caratteristiche del fenomeno, utili sia per il confronto con altre realtà ospedaliere per ricerche e pubblicazioni.
 
Valutazione dei risultati
E' stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?
Si  
 
Il progetto è stato realizzato come modello anche in altre realtà? No  
 
Durata Progetto / Esperienza in Atto (in mesi): 12 Costi complessivi del progetto: 60000
 
Note: