Raccolta Buone Pratiche "Umanizzazione è Partecipazione"

 
Informazioni
Nome del servizio: SERVIZIO DI PSICOLOGIA OSPEDALIERA
 
Indirizzo: VIA S. Ambrogio di Fiera, n. 37
Regione: VENETO Provincia: TV
Comune: TREVISO CAP: 31100
     
Tipologia
Azienda:
ASL
Tipologia
Stuttura:
Ospedale
 
Dettagli
Progetto / Esperienza in Atto:
 
Titolo
Progetto / Esperienza in Atto:
Terapie Intensive Aperte anche per i bambini.  
Data Inizio: 15 Mag 2017 In corso d’opera? Si Data Conclusione Prevista 31 Mag 2018
 
Coinvolgimento  di organizzazioni civiche e di tutela del diritto alla salute (specificare se si tratta di Cittadinanzattiva)? No
Tipologia di coinvolgimento
e soggetti coinvolti :
 
Area Trattata
Relazione
 
Categoria di appartenenza
Accesso ai servizi / trasparenza
 
Individuo coinvolto
Bambino
 
 
Descrizione sintetica del progetto

All'interno di questa sezione dovranno essere presenti le seguenti informazioni: criticità che si intendeva risolvere, descrizione dell'intervento realizzato, metodo utilizzato, strutture e risorse umane interne ed esterne coinvolte, innovazione/i apportata/e, schema del processo organizzativo sottostante la realizzazione del progetto ed eventuali normative di riferimento utilizzate per la predisposizione e/o l'attuazione del progetto.
Avere un familiare ricoverato in Terapia Intensiva (T.I.) è molto stressante per tutta la famiglia ma lo è particolarmente per i bambini. Con tale progetto ci siamo impegnati ad informare tutti gli adulti con figli minori dell’importanza di “Aprire le Terapie Intensive anche ai bambini” e di accompagnarli e sostenerli in tale percorso. In linea generale non ci sono motivi per scoraggiare l’accesso in Terapia Intensiva dei bambini, anzi, a certe condizioni, rappresenta un evento positivo e molto utile, un intervento per aiutarli ad affrontare e integrare una situazione stressante e potenzialmente traumatica. Va infatti considerato che l’atmosfera e i cambiamenti conseguenti al ricovero di un genitore in T.I. vengono percepiti dai bambini; la mancata informazione del bambino apre la strada a interpretazioni e fantasie a volte più dannose di una verità ben spiegata. Il silenzio e la speranza magica, che tutto passerà e tutto tornerà come prima, non li tutela dal dolore; i bambini hanno una capacità di comprendere gli eventi molto maggiore della loro capacità di esprimerla e per questo, in mancanza di spiegazioni adeguate, emergerà tristezza e dolore a cui non riusciranno a dare un significato. Il progetto ci ha impegnati su due fronti: da un lato nel cercare esperienze, documentazione e pubblicazioni sull’argomento (peraltro esigue) e dall’altro nel coinvolgere e condividere, passo dopo passo, la motivazione del progetto con tutto il personale delle Terapie Intensive. L’avvio del progetto è datato maggio 2017, quando si è costituito un piccolo gruppo di lavoro, medici referenti e coordinatori delle 3 T.I. e referenti del Servizio di Psicologia Ospedaliera per condividere i presupposti teorici a sostegno del bisogno di aprire le T.I. anche ai i minori. Successivamente i referenti delle 3 T.I. hanno condiviso con tutto il personale delle rispettive UO il progetto; è stato quindi prodotto e condiviso un documento di buone prassi e realizzato specifico materiale informativo e modificata la Carta dei Servizi. Le strutture coinvolte nel progetto, oltre al Servizio di Psicologia Ospedaliera, sono state le 3 Terapie Intensive: Cardiochirurgica, Generale, Neurochirurgica che gestiranno nella quotidianità tale progetto senza necessità di risorse aggiuntive; per il supporto alla predisposizione di apposito materiale informativo è stato coinvolto anche un esperto di grafica e comunicazione collaboratrice dell’Azienda. Lo schema del processo organizzativo sottostante la realizzazione del progetto è il seguente (vedi flow chart): rilevare la presenza di figli minori, nella routine di accoglienza di un paziente in T.I. e consegna materiale informativo (Allegato n 1). Entro le 48 ore dall’ingresso, il team della TI (medici e Infermieri) considera la possibilità di visita dei minori, con diversi esiti. Il Servizio di Psicologia Ospedaliera viene attivato direttamente quando: 1) siano presenti criticità specifiche relative al minore o alla figura genitoriale , 2) quando i genitori siano indecisi/perplessi ad accogliere la proposta e impreparati nella gestione della comunicazione o 3) quando vi sia urgenza per prognosi infausta a breve. In relazione all’età del bambino viene presentato e preparato con il genitore il percorso di visita.E' previsto un monitoraggio nel post-visita: osservazione del bambino per rilevarne le reazioni/impressioni; per tale aspetto diventa importante avere uno spazio e un familiare di supporto. Anche in questa fase se vengono rilevate criticità c’è sempre la possibilità di attivare il Servizio di psicologia Ospedaliera per un colloquio post visita. Se invece non ci fossero le condizioni per organizzare la visita, il personale è disponibile per individuare strategie alternative che consentano al bambino di essere in “collegamento” con il familiare, soprattutto se genitore. Il progetto prevede un follow up con il gruppo di lavoro a maggio 2018.
 
Risultati attesi (max. 1000 caratteri)
A) rispetto agli operatori: ottenere collaborazione e consenso in quanto è richiesto un adattamento della routine della T.I. per ricevere il bambino/ragazzo; B) rispetto ai bambini: rendere esigibile a tutti la possibilità di visita, pianificare un percorso personalizzato in relazione ai bisogni dell’età, allo specifico funzionamento e alla maturità emotiva;si auspica in tal modo una riduzione della traumaticità conseguente la separazione. C) rispetto agli adulti di riferimento: sensibilizzare e informare tutti gli adulti con figli minori del percorso attivato; supportare e sostenere coloro che accettano la proposta di visita per i figli; individuare strategie alternative che consentano al bambino di essere in “collegamento” con il familiare per i genitori che non aderiscono alla proposta di visita; D) rispetto ai pazienti: ci sono stati riscontri positivi sui pazienti con l’avvio delle T.I. aperte che, a parer nostro, possono essere così implementati
Risultati raggiunti (rispetto agli obiettivi previsti dal progetto) (max. 1000 caratteri)
-avviato un confronto con tutto il personale delle T.I. e Servizio di Psicologia Ospedaliera; - implementata la visione olistica del paziente che nell’includere la famiglia, pone un’attenzione particolare ai figli; - avviata modalità organizzative per rilevare, di prassi, la presenza di figli minori di pazienti ricoverati; -riscontro positivo nei percorsi fino ad ora attivati: in particolare per bambini piccoli sono stati riportati effetti “positivi” a seguito della visita dal genitore di riferimento: il bambino parla liberamente e chiede informazioni sul genitore ricoverato mentre nei giorni precedenti spesso non c’erano richieste esplicite; oppure disponibilità a fare dei disegni per il genitore ricoverato quando in precedenza vi era rifiuto per qualsiasi proposta; a livello comportamentale è stata riportata una maggior tranquillità.
 
Valutazione dei risultati
E' stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?
No  
 
Il progetto è stato realizzato come modello anche in altre realtà? No  
 
Durata Progetto / Esperienza in Atto (in mesi): 12 Costi complessivi del progetto: 420
 
Note: la durata di 12 mesi si intende come fase osservativa per poi considerarla prassi operativa condivisa; il costo è relativo al materiale informativo