Raccolta Buone Pratiche "Umanizzazione è Partecipazione"

 
Informazioni
Nome del servizio: Direzione infermieristica
 
Indirizzo: VIA Giovanni Sai, 1-3
Regione: FRIULI-VENEZIA GIULIA Provincia: TS
Comune: TRIESTE CAP: 34100
     
Tipologia
Azienda:
Altro Azienda sanitaria universitaria integrata
Tipologia
Stuttura:
Altro Ospedale e Distretti
 
Dettagli
Progetto / Esperienza in Atto:
 
Titolo
Progetto / Esperienza in Atto:
Tu come stai?  
Data Inizio: 11 Gen 2016 In corso d’opera? Si Data Conclusione Prevista 31 Dec 2018
 
Coinvolgimento  di organizzazioni civiche e di tutela del diritto alla salute (specificare se si tratta di Cittadinanzattiva)? No
Tipologia di coinvolgimento
e soggetti coinvolti :
 
Area Trattata
Presa in carico
 
Categoria di appartenenza
Partecipazione
 
Individuo coinvolto
Persona affetta da patologia cronica
 
 
Descrizione sintetica del progetto

All'interno di questa sezione dovranno essere presenti le seguenti informazioni: criticità che si intendeva risolvere, descrizione dell'intervento realizzato, metodo utilizzato, strutture e risorse umane interne ed esterne coinvolte, innovazione/i apportata/e, schema del processo organizzativo sottostante la realizzazione del progetto ed eventuali normative di riferimento utilizzate per la predisposizione e/o l'attuazione del progetto.
I nuovi fattori di rischio ambientale e legati agli stili di vita, i mutamenti demografici hanno determinato un aumento dell’incidenza e della prevalenza delle malattie cronico-degenerative, determinando un aumento della domanda assistenziale. L’Organizzazione mondiale della sanità, già nel 2002, raccomandava il coinvolgimento attivo dei cittadini (engagement) nelle scelte di politica sanitaria, nell’adozione di stili di vita sani atti a ridurre e contenere i fattori di rischio per la salute, nella gestione dei propri percorsi di cura quale strategia da perseguire per ottimizzare l’uso delle risorse (WHO. The World Health Report 2002: Reducing Risks, Promoting Healthy Life. Geneva, World Health Organization, 2002). Un corpo crescente di evidenze scientifiche dimostra che l’engagement del malato nella “coproduzione” della propria salute consente di ottenere migliori outcomes clinici e contribuisce alla riduzione della spesa sanitaria, attraverso il minor ricorso ai servizi ed un utilizzo più appropriato delle risorse. L’implementazione di sistemi valutazione dll’engagement del malato può contribuire a sviluppare una cultura in cui le persone diventano progressivamente e concretamente protagoniste del proprio progetto di salute In collaborazione con la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in una prima fase sono stati formati più di 200 professionisti, prevalentemente infermieri, sulla somministrazione di due scale di autovalutazione (Patient Activation Measure -PAM 13- che misura il livello di competenza nella gestione della malattia e Patient Health Engagement Scale - PHE-S- che fornisce indicazioni sul livello di elaborazione emotiva della malattia) e su alcuni strumenti finalizzati all’incremento dell’engagement. In entrambe le scale i risultati ottenuti si distribuiscono all’interno di 4 classi (1 min – 4 max) Le scale di misurazione sono state adottate negli ambulatori infermieristici distrettuali, nell’assistenza domiciliare, nella continuità assistenziale, nei percorsi di nursing d’iniziativa, in Chirurgia bariatrica, Chirurgia toracica e nell’ambito di progetti di promozione di stili di vita sani (complessivamente oltre 700 misurazioni). Gli strumenti per l’incremento sono stati utilizzati in tutti i contesti, sistematicamente in Chirurgia bariatrica (22 persone). Si è costituito un gruppo di infermieri “esperti” che sta diffondendo l’uso delle scale e degli strumenti di promozione dell’engagement in alcune strutture aziendali. Chiedere al malato di auto-valutarsi, presuppone una vera e propria rivoluzione culturale: significa considerare il punto suo di vista accettando che possa non coincidere con quello dei professionisti coinvolti nel processo di cura (laddove confrontati, emerge un divario nel 54% dei casi). Lo stesso malato rimane stupito che qualcuno gli chieda di riflettere su come si sente e sulle capacità di far fronte ai cambiamenti connessi alla malattia. Le scale sono molto semplici, in alcune situazioni è necessario superare lo scetticismo dei colleghi che, in prima battuta, le ritenevano banali. La restituzione del livello ottenuto dai malati costituisce l’avvio di un confronto rispetto agli obiettivi e alle strategie per raggiungerli.
 
Risultati attesi (max. 1000 caratteri)
Il progetto mira a verificare la fattibilità e l’efficacia di utilizzo di scale di misurazione del’engagement degli assistiti, per: - Individuare le persone con livelli di elaborazione emotiva molto bassi che, non manifestando un bisogno sanitario immediato, escono dai percorsi di presa in carico pur essendo in difficoltà a gestire la propria condizione (So che non ce la fai, ma possiamo aiutarti!); o con patologie a rapida evoluzione che, probabilmente, in tempi brevi manifesteranno un decadimento dei buoni livelli di elaborazione emotiva e che avranno bisogno di sostegno ed accompagnamento (Non perdiamoci di vista!). - misurare l’efficacia degli interventi messi in atto per favorire lo sviluppo di engagement.
Risultati raggiunti (rispetto agli obiettivi previsti dal progetto) (max. 1000 caratteri)
Le scale: innescano un processo di coinvolgimento del malato nel percorso di cura, già a partire dal momento della compilazione; aumentano la consapevolezza delle persone rispetto alla propria condizione favoriscono la relazione operatori- malato, consentendo di modulare interventi e stili relazionali in rapporto al livello in cui si trova ciascun assistito. La comunicazione non è più un ingrediente opzionale della relazione, dipendente da caratteristiche e sensibilità dell’operatore ma diventa il punto di partenza per negoziare un progetto di cura sostenibile, basato su possibilità (abitudini, stili di vita, potenziali ostacoli, …) e volontà dell’assistito; hanno intercettato situazioni a rischio che altrimenti non sarebbero state prese in carico. Il loro utilizzo ha evidenziato la necessità di: adottare scale di misurazione dell’engagement dei Care Giver; arricchire la nostra cassetta degli attrezzi per favorire l’engagement (colloquio motivazionale, narrazione, ...).
 
Valutazione dei risultati
E' stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?
No  
 
Il progetto è stato realizzato come modello anche in altre realtà? No  
 
Durata Progetto / Esperienza in Atto (in mesi): 36 Costi complessivi del progetto: 16500
 
Note: