Raccolta Buone Pratiche "Umanizzazione è Partecipazione"

 
Informazioni
Nome del servizio: IRCCS ISTITUTO TUMORI GIOVANNI PAOLO II - BARI
 
Indirizzo: VIA ORAZIO FLACCO, 65
Regione: PUGLIA Provincia: BA
Comune: BARI CAP: 70124
     
Tipologia
Azienda:
Altro IST. RICOVERO E CURA
Tipologia
Stuttura:
Altro IST. ONCOLOGICO CARATTERE SCIENTIFICO
 
Dettagli
Progetto / Esperienza in Atto:
Email da contattare per informazioni: adriporro@tiscali.it        
 
Titolo
Progetto / Esperienza in Atto:
Approccio Psicosomatico nella riduzione dell'ansietà e del dolore legato alla biopsia osteomidollare  
Data Inizio: 18 Nov 2017 In corso d’opera? Si Data Conclusione Prevista 18 Nov 2018
 
Coinvolgimento  di organizzazioni civiche e di tutela del diritto alla salute (specificare se si tratta di Cittadinanzattiva)? No
Tipologia di coinvolgimento
e soggetti coinvolti :
 
Area Trattata
Presa in carico
 
Categoria di appartenenza
Chemioterapia e radioterapia
 
Individuo coinvolto
Persona affetta da patologia cronica
 
 
Descrizione sintetica del progetto

All'interno di questa sezione dovranno essere presenti le seguenti informazioni: criticità che si intendeva risolvere, descrizione dell'intervento realizzato, metodo utilizzato, strutture e risorse umane interne ed esterne coinvolte, innovazione/i apportata/e, schema del processo organizzativo sottostante la realizzazione del progetto ed eventuali normative di riferimento utilizzate per la predisposizione e/o l'attuazione del progetto.
La biopsia osteomidollare (BOM) è una procedura diagnostica invasiva necessaria per definire alterazioni a carico del midollo ematopoietico o in fase di diagnosi o di stadiazione di patologie ematologiche. Essa ha la finalità di esaminare dal punto di vista morfologico, fluorimetrico, immunoistochimico, molecolare, la maturazione dei precursori delle cellule del sangue ed eventuali infiltrazioni nelle neoplasie. Il prelievo viene condotto da uno specialista oncoematologo sia su out-patients che su ricoverati. La BOM viene condotta in anestesia locale a livello della cresta iliaca post sup, impiegando un ago cavo che consente di estrarre un frustolo di circa 1-2 cm di lunghezza contenente corticale e midollare ossea. Il prelievo viene ripetuto dopo la diagnosi ad ogni step di valutazione. Nonostante l’anestesia, il paziente può avvertire una sensazione dolorosa, legata all’attraversamento della corticale ossea ed all’estrazione del frustolo. La sensazione dolorosa spesso è legata alla malattia in sé (fibrosi midollare, osteolisi) o a processi degenerativi cronici ed è indipendente dall’età e dal sesso. Si verifica uno stato d’ansia anticipatorio, legato all’incognita della procedura e all’esito, nonché dalla pregressa sindrome dolorosa Lo stesso paziente deve poi affrontare, nella maggior parte dei casi, altre procedure invasive (posizionamento di accesso venoso) e trattamenti chemioter con le tossicità acute e tardive ad essi relati. È fondamentale rendere l’esperienza del paziente in queste fasi iniziali di approccio alla malattia ed al personale del reparto serena, al fine di migliorare l’accettazione e la compliance alle fasi successive del percorso diagnostico-terapeutico. Sono riportate alcune esperienze in letteratura, nelle quali è stata impiegata una sedazione farmacologica finalizzata ad aumentare la soglia del dolore in corso di BOM (Hjortholm H et al. Ann Hematol. 2013; Yuvali Karacan Y et al. Agri. 2017). Questo approccio presenta notevoli criticità sia dal punto di vista clinico che organizzativo e non elimina o previene lo stato d’ansia. Per migliorare la compliace e la sensazione algica del paziente alla procedura di BOM e per implementare il processo di umanizzazione delle cure in oncologia, si è reso necessario individuare interventi alternativi a quelli farmacologici, che coinvolgano figure ed esperienze complementari a quella del medico e dell’infermiere, in reparti in cui la complessità dell’assistenza è elevatissima sia dal punto di vista scientifico che umano. In questo progetto è stata affiancata allo specialista ematologo esecutore della procedura e all’infermiere che assiste, la figura dello Psicosomatista, il quale supporta il paziente da circa 30 minuti prima della procedura fino al termine della stessa. L’attività è svolta su pazienti ambulatoriali presso la SC di Ematologia dell’IRCCS Giovanni Paolo II e vede coinvolti pazienti di età superiore a 18 anni. L’approccio psicosomatico (AP) viene svolto: 1) Accoglienza; 2) 30’ prima della biopsia relazione di aiuto con AP con cui si forniscono al paziente informazioni sulla BOM: -si indaga sulla consapevolezza della patologia; -quante volte ha ripetuto la biopsia o prima volta? 3) Il paziente viene invitato a distendersi sul lettino sul quale verrà praticata la BOM e si procede con la raccolta dei seguenti parametri: -valutazione Corporea/Percettiva/Energetica; -disponibilità e/o capacità alla Pratica del Respiro Consapevole (RC); -disponibilità e/o capacità a rilassare il corpo e a mantenere gli occhi chiusi; -test corporeo/percettivo/energetico al fine di osservare eventuali blocchi per stati d’ansia-paura; -test su Mappa Addominale (digitopressioni abbinate al RC). 4) Durante la BOM: -il paziente viene invitato e accompagnato nella pratica del RC; -vengono applicate su alcuni punti di mani, gambe, capo, tratto dorsale (punti endorfinici) lievi digitopressioni; -contatto e sostegno. 5) Dopo la BOM: -tecniche di RC e rilascio dolore/paura/ansia; -riequilibrio della Colonna Vert. In parallelo, l’infermiere procede con la valutazione dei parametri vitali che riflettono lo stato d’ansia del paziente (Sharifi Rizi et al. Complementary Therapies in Clinical Practice 2017): PA, FC, saturazione dell’ossigeno 30’ prima della procedura e 10’ dal termine della stessa ed all’applicazione della scala VAS prima e dopo BOM. L’intervento apportato, ben accettato dai pazienti e dal personale, risulta innovativo e mai riportato in letteratura.
 
Risultati attesi (max. 1000 caratteri)
L’esecuzione di una BOM si associa alla comparsa di sintomatologia dolorosa nella sede della procedura nella pressoché totalità dei pazienti; tale sintomatologia si correla nella gran parte dei casi ad alterazioni transitorie dei parametri vitali, oltre che ad un impatto sulla psiche del paziente. La procedura, infatti, oltre a provocare dolore induce il paziente ad uno stato di ansia e preoccupazione per le ragioni di incertezza sull’esito del prelievo. Spesso esperienze dolorose permangono nella memoria personale influenzando eventuali ulteriori esami e biopsie. L’approccio Psicosomatico proposto in questo progetto ha la finalità di migliorare il controllo del dolore e contestualmente supportare il soggetto in quello che rappresenta l’impatto esperienziale della BOM. I dati saranno confrontati con un gruppo storico di controllo, nel quale non è stato effettuato l’intervento psicosomatico, per valutarne l’effettivo beneficio.
Risultati raggiunti (rispetto agli obiettivi previsti dal progetto) (max. 1000 caratteri)
Al momento sono stati valutati circa 32 pazienti, i quali sono stati supportati durante la procedura della BOM con l’Approccio Psicosomatico. In assenza di sedazione o altra assistenza farmacologica, è stato osservato come l’approccio psicosomatico ha certamente migliorato il controllo del dolore, lo stato di ansia legato all’incognita della procedura e del suo esito e soprattutto il vissuto esperienziale. Si è assistito alla scomparsa della sindrome dolorosa nel 82% dei casi.
 
Valutazione dei risultati
E' stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?
Si  
 
Il progetto è stato realizzato come modello anche in altre realtà? No  
 
Durata Progetto / Esperienza in Atto (in mesi): 12 Costi complessivi del progetto: 25000
 
Note: