Raccolta Buone Pratiche "Umanizzazione è Partecipazione"

 
Informazioni
Nome del servizio: SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA OSPEDALE S. PAOLO SAVONA
 
Indirizzo: VIA GENOVA, 30
Regione: LIGURIA Provincia: SV
Comune: SAVONA CAP: 17100
     
Tipologia
Azienda:
ASL
Tipologia
Stuttura:
Ospedale
 
Dettagli
Progetto / Esperienza in Atto:
 
Titolo
Progetto / Esperienza in Atto:
L'immagine della cura e lo spazio  
Data Inizio: 02 Gen 2018 In corso d’opera? Si Data Conclusione Prevista 03 Feb 2020
 
Coinvolgimento  di organizzazioni civiche e di tutela del diritto alla salute (specificare se si tratta di Cittadinanzattiva)? Si
Tipologia di coinvolgimento
e soggetti coinvolti :
scuole superiori circoli artistici e fotografici
 
Area Trattata
Comfort e processi organizzativi
 
Categoria di appartenenza
Condizione delle strutture sanitarie, : Informazioni e orientamento ai cittadini/ segnalazioni, Salute mentale, Sangue infetto, Ospedale, Prevenzione – stili di vita salutari, Pronto soccorso, Salute a scuola, Sperimentazioni / terapie innovative
 
Individuo coinvolto
Persona con sofferenza mentale, Adolescenti, Genitori, Professionisti sanitari
 
 
Descrizione sintetica del progetto

All'interno di questa sezione dovranno essere presenti le seguenti informazioni: criticità che si intendeva risolvere, descrizione dell'intervento realizzato, metodo utilizzato, strutture e risorse umane interne ed esterne coinvolte, innovazione/i apportata/e, schema del processo organizzativo sottostante la realizzazione del progetto ed eventuali normative di riferimento utilizzate per la predisposizione e/o l'attuazione del progetto.
"I malati anche non vanno spostati, bisogna lasciarli in pace, mi diceva. Mobili e internati a testimonianza della fissità, dell'immobilità reale e simbolica dell'istituzione. I mobili sono corpi, sono uomini in piedi, rigidi, fissi: sono seduti come fossero sedie. Gli internati sono sedie, il corpo perduto diventa panca, sedia e l'istituzione perpetua con l'internato il rapporto di manutenzione che ha con gli oggetti del manicomio" "La caposala, Peppe Dell'Acqua, nuovi equilibri, 2007). Partendo dalla consapevolezza di questa storia se ne possono raccontare altre in cui l'attenzione per l'umanizzazione dei luoghi di cura e l'architettura della salute possono contribuire a migliorare la terapia dei disturbi mentali. Ci piacerebbe far conoscere la nostra esperienza di lavoro all'interno dell'SPDC dell'Ospedale San Paolo di Savona. Il reparto di psichiatria è collocato all'interno dell'ospedale, conta di 20 posti di degenza con un servizio femminile e maschile. A differenza di altre realtà ospedaliere psichiatriche riteniamo che il nostro reparto possa godere di una collocazione straordinaria, inserito al piano terra di una palazzina affacciata su un'ampia zona verde visibile dalle stanze di degenza e inoltre dotato di un giardino interno che i pazienti possono usare in tutte le ore del giorno e della notte. Nel giardino è presente un gazebo chiuso da grandi vetrate all'interno del quale c'è un televisore, un calcetto, un tavolo da ping-pong, una cyclette e tappetini da usare a terra per praticare esercizi fisici. Tutto il reparto e il gazebo sono coperti da un sistema di filodiffusione. Circa un anno fa abbiamo iniziato a pensare se questa realtà di cura, già privilegiata rispetto ad altre, potesse essere migliorata sia da un punto di vista estetico che ovviamente rispetto alla qualità dei servizi offerti alla nostra utenza. Se come dimostrato dallo studio di Roger Ulrich (1984) anche su pazienti colecistectomizzati la degenza in camera con vista sul verde influenzava il decorso clinico, sarebbe insensato immaginare che i luoghi della cura psichiatrica non influenzino il decorso della terapia. Non sono i luoghi in se che inducono le cattive pratiche, ma è vero che un atteggiamento cieco e sordo condiziona irrimediabilmente i luoghi. In situazioni di urgenza, come quelle che vengono accolte nel nostro reparto, il paziente e la sua famiglia si trovano a vivere l'esperienza del disturbo mentale senza avere possibilità di scelta del luogo dove poter essere curati. Ci siamo chiesti se anche in una condizione come questa non avrebbero diritto di trovare un luogo anche bello e accogliente dove essere curati, senza essere omologati e costretti in un contesto che nell'immaginario comune è percepito come drammaticamente ostile e minaccioso. I luoghi di cura psichiatrici vengono immaginati, e spesso l'immaginazione è superata dalla realtà,come luoghi miseri, freddi, anonimi, non curati, spersonalizzati, luoghi dove ciò che si coglie è la distanza, la separazione, il controllo. Pensiamo invece che ci debba essere la possibilità di scegliere, scegliere come vivere uno spazio, come interagire con questo, come appropriarsene, come attraversarlo. Curare i contesti della cura vuol dire realizzare la trasformazione degli spazi tradizionali della salute mentale in luoghi viventi, che sappiano parlare, comprendere, rendere possibile l'integrazione. "L'estetica in questo senso obbliga alla cultura dell'accoglienza e dell'ospitalità, della singolarità degli sguardi e della relazione (Dell'Acqua, 2009). Discutere di bellezza degli spazi e di gestione dei luoghi ha inevitabilmente suscitato non solo reazioni nei pazienti, per lo più favorevoli e riconoscenti, ma anche negli operatori: progettare nuovi spazi, arredare ambienti significa creare realtà nuove che spaventano spesso per la loro imprevedibilità di gestione e ciò rende evidente all'interno del gruppo di lavoro quanto sia difficile un'idea sola di accoglienza, quanto si scontrino inconciliabili visioni del rapporto con il paziente e come la difesa ad oltranza degli spazi sostenga spesso l'inerzia di fronte alla possibilità del cambiamento e il principio del controllo. Di seguito descriveremo cosa è cambiato e cosa cambierà.
 
Risultati attesi (max. 1000 caratteri)
E' stato da pochi giorni approvato un progetto di collaborazione con l'Istituto Scolastico Ferraris Pancaldo di Savona, scuola con cui il nostro reparto ha già collaborato promuovendo incontri nelle classi con i ragazzi.Il progetto è quello dia allestire il corridoio del reparto e gli spazi comuni con la creazione di fumetti realizzati dai ragazzi. Il tema individuato dagli alunni è quello del sogno.Il senso è quello di realizzare qualcosa di bello per i nostri pazienti (interfaccia con il proprio mondo interiore ma anche con la realtà esterna), ma anche di usare questa collaborazione per iniziare a parlare insieme delle tematiche del disagio psicologico. Il sogno, la progettualità, la speranza accomunano i nostri pazienti e i ragazzi, forse troppo poco gli operatori che dovrebbero tornare a sognare e pensare. Uno stimolo che trasformi un "non luogo", cioè uno spazio senza funzione simbolica e identitaria, in un luogo in cui ci si possa identificare/differenziare e ritrovarsi/perdersi
Risultati raggiunti (rispetto agli obiettivi previsti dal progetto) (max. 1000 caratteri)
Il lungo corridoio del reparto è stato arredato con poltrone, tavolini e piante con l'idea di creare punti di incontro per i pazienti (che ora hanno un luogo da dove osservare noi operatori al lavoro), oltre che migliorare l'impatto visivo all'ingresso del reparto e fornire ai pazienti punti di riferimento per orientarsi e riconoscere la loro stanza; grazie alla donazione di un familiare è stato possibile un lavoro di riqualificazione del giardino esterno con nuove piante ed arredi; Sono stati contattati artisti locali con l'intento di far utilizzare le pareti del reparto come una sorta di galleria espositiva per le loro opere (al momento sono esposte foto naturalistiche di un fotografo savonese); da più di un anno una psicomotricista gestisce un gruppo settimanale di attività motoria con i pazienti ricoverati.
 
Valutazione dei risultati
E' stato utilizzato un metodo per la misurazione dei risultati ottenuti?
No  
 
Il progetto è stato realizzato come modello anche in altre realtà? No  
 
Durata Progetto / Esperienza in Atto (in mesi): 36 Costi complessivi del progetto: 5000
 
Note: