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Non è sufficiente, per un medico, attenersi alle linee guida ospedaliere per non incorrere in responsabilità colposa, se le stesse non risultano adeguate al caso concreto. Questa la motivazione della quarta sezione penale della Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d'Appello che aveva assolto un ginecologo dall'accusa di aver provocato, con il proprio comportamento omissivo, il decesso di un nascituro.

Secondo la Suprema Corte non può essere esclusa la responsabilità del medico per il semplice fatto che l'attività diagnostica da questi posta in essere risulta rispondente a quanto previsto dalle linee guida dell'ospedale, poiché si tratta di raccomandazioni di massima che non sollevano il sanitario dal valutare l’idoneità delle condotte in esse indicate in relazione al caso concreto. Leggi di più

 

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Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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