Concorrenza

  • Antitrust multa WhatsApp

    Whatsapp 5

    Chiuse due istruttorie avviate a ottobre 2016 da Antitrust -l ’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - nei confronti di WhatsApp Inc. per presunte violazioni del Codice del Consumo.

    Nella prima istruttoria l’Autorità, con una sanzione di 3 milioni di euro, ha accertato che WhatsApp Inc. ha indotto gli utenti di WApp Messenger ad accettare integralmente i nuovi Termini di Utilizzo, e in particolare la condivisione dei propri dati con Facebook, facendo loro credere che in caso di mancata accettazione da parte degli utenti, sarebbe stato impossibile proseguire continuare a utilizzare l’applicazione.

  • Antitrust apre istruttorie verso aziende energetiche

    energia

    L’Antitrust, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha avviato nei confronti di Enel, A2A e Acea altrettante istruttorie al fine di poter verificare la natura abusiva di possibili strategie messe in atto dalle aziende energetiche in questione, anche nella prospettiva prevista dal DdL concorrenza per un definitivo superamento del servizio di maggior tutela a prezzi regolati, a spostare al mercato libero la propria base clienti servita in maggior tutela e costituita da famiglie e piccole e medie imprese.

  • Antitrust multa Telepass per 200 mila euro

    telepass

    L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso il procedimento istruttorio avviato nei confronti di Telepass S.p.A.,
    multata per 200.000 euro per avere attivato il nuovo servizio di assistenza Opzione Premium sull’intera viabilità stradale, raddoppiando il canone senza una preventiva richiesta di consenso da parte dei consumatori interessati.

  • Antitrust multa il gruppo VolksWagen per 5 mln di euro

    Secondo l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Volkswagen avrebbe messo in atto una condotta scorretta poiché gravemente contraria agli obblighi di diligenza professionale e idonea, altresì, a falsare in maniera rilevante il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta di consumo che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati. La pratica scorretta contestata riguarda la commercializzazione sul mercato italiano, dal 2009, di autoveicoli diesel (con codice identificativo EA189 EU 5) la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software in grado di alterare artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti.

Condividi