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La cefalea è la terza malattia più diffusa al mondo: a soffrire di emicrania è circa 1 miliardo di persone, di cui 136 milioni in Europa. L’emicrania è tre volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini, in particolare nella fascia d'età tra i 25 e i 55 anni (Migraine Research Foundation: http://migraineresearchfoundation.org/aboutmigraine/migraine-facts/)
In Italia l’emicrania colpisce il 12% della popolazione, circa 7-8 milioni di persone, anche se diversi studi evidenziano numeri ancora più elevati.
La cefalea non è solo un sintomo, è una malattia!
Il dolore è l’aspetto più penalizzante e invalidante, che condiziona la salute e il benessere della persona, anche da un punto di vista psicologico, come emerge da una indagine europea realizzata nel 2019 da Insite Consulting nella quale è stato osservato l’impatto dell’emicrania.
Il mal di testa (l’emicrania, la cefalea a grappolo e la cefalea di tipo tensivo sono le forme più frequenti di cefalee) stravolge la vita della persona, modifica le abitudini, limita gli hobby e la socialità, condiziona l’attività lavorativa e lo studio, pregiudicando in molti casi anche la crescita professionale, le opportunità di carriera e di lavoro futuro.
A risentirne non è solo la persona interessata dal dolore, ma anche chi le sta vicino, il partner, i figli, i familiari, gli amici. Durante una crisi, si ferma tutto. La paura costante che sopraggiunga un nuovo attacco, paralizza, impedisce di pianificare.