Politiche sanitarie

  • Green Pass: le nostre Faq

    CORONAVIRUS PAGINA CA 2

    Ho sentito parlare del Green Pass “Rafforzato”. In cosa consiste?
    Il Green Pass Rafforzato rappresenta una versione del classico green pass finora conosciuto che però, a partire dal 6 Dicembre 2021 e fino al 31 Marzo 2022, sarà concesso esclusivamente ai vaccinati con entrambe le dosi e/o a coloro che sono guariti dal COVID.

    Tale certificazione, a partire dal 1° Febbraio 2022, avrà la durata di 6 mesi e consentirà l’accesso a tutte le strutture ludiche sul territorio nazionale (bar e ristoranti al chiuso e all’aperto, musei, cinema, teatri, stadi, palestre, piscine, etc.), così come accaduto finora con il Green Pass “classico”.

     

    Cosa accade ora con il Green Pass “Classico”?
    Il Green Pass “Classico” sarà rilasciato solamente a seguito di un tampone antigenico o molecolare di esito negativo e avrà sempre la sua durata di 48 o 72 ore in base alla tipologia. Tale certificazione però, a partire dal 1° Febbraio, consentirà di poter accedere al luogo di lavoro a quelle categorie di lavoratori escluse dall’obbligo vaccinale, oltre che nelle seguenti strutture aperte al pubblico come le filiali e gli uffici delle banche, gli uffici postali, gli uffici pubblici (ad esclusione dei tribunali e dei commissariati), assicurazioni, negozi di abbigliamento, negozi di giocattoli, negozi che vendono beni non di prima necessità, tabaccai ed edicole al chiuso.

     

    In quali situazioni non è richiesto il Green Pass Classico/Rafforzato?
    A partire dal 1° Febbraio, sarà possibile accedere senza Green Pass (Classico o Rafforzato) esclusivamente nelle seguenti strutture:
    - supermercati, ipermercati e negozi alimentari;
    - negozi di alimenti per animali;
    - mercati all’aperto;
    - farmacie, parafarmacie e altri esercizi specializzati nella vendita di medicinali non soggetti a prescrizione medica;
    - negozi di ottica;
    - stazioni di servizio;
    - rivendite di combustibile per uso domestico;
    - stazioni di polizia e uffici giudiziari per presentazione di denunce o deposizioni;
    - ambulatori veterinari;
    - strutture sanitarie e sociosanitarie per ogni finalità di prevenzione, diagnosi e cura.

     

    Per ottenere il Green Pass “Rafforzato” sarà necessaria la terza dose del vaccino?
    No, non sarà necessario effettuare la terza dose del vaccino per ottenere il Green Pass “Rafforzato”; saranno sufficienti le classiche due dosi o essere guariti dal COVID.

     

    Il Green Pass “Rafforzato” sarà efficace in tutte le zone (bianca/gialla/arancione/rossa)?
    No, il Green Pass “Rafforzato” consentirà di mantenere la libertà negli spostamenti e nell’accesso alle varie strutture solamente nelle regioni di colore bianco, giallo e arancione. Nelle zone rosse, siano esse istituite a livello comunale o regionale, anche i possessori della nuova certificazione saranno tenuti a rispettare le restrizioni previste.

     

    Ho avuto il COVID e fatto una dose di vaccino, mi è arrivata una certificazione di prima dose valido fino alla seconda, ma questa non dovrò farla. Quando potrò avere il green pass valido per 6 mesi?
    Coloro che dopo l’infezione COVID-19 hanno fatto una dose di vaccino entro l’anno dall’esordio della malattia, cioè dalla data del tampone molecolare positivo, riceveranno una nuova certificazione valida per 6 mesi dalla data di somministrazione.

     

     

    Dovrò fare il tampone al mio rientro in Italia da un viaggio all’estero anche se ho un green pass per prima dose di vaccino?
    Sì, per rientrare occorre fare un test molecolare o antigenico rapido. Serve infatti un tampone o una certificazione per ciclo vaccinale completato da almeno 14 giorni per entrare in Italia. A partire dal 1° Febbraio, e fino al 15 Marzo, sono comunque stati adibiti dei corridoi turistici “COVID Free” che consentono l’accesso in Italia da Paesi europei senza più l’obbligo del tampone, ma solo mostrando il Green Pass. Per avere contezza dei Paesi inclusi nell’elenco, invitiamo a consultare la relativa pagina del Ministero della Salute: NORME VIAGGI COVID-19

     

    Siamo stati invitati ad un matrimonio e per partecipare alla cena servirà il green pass. Io e mia moglie siamo vaccinati ma i miei figli di 3 e 5 anni no. Cosa dobbiamo fare?
    I bambini sotto i sei anni non devono presentare il green pass, e sono esentati anche dal tampone. L’obbligo della certificazione è esclusivamente per tutti coloro che hanno dai 12 anni in su.

     

    Con l’avvio della campagna vaccinale anche per i minori di 12 anni, verrà rilasciato anche a loro il green pass a seguito del completamento del ciclo vaccinale?
    No. Nonostante l’avvio della campagna vaccinale anche per i soggetti di età inferiore a 12 anni, essi rimarranno esenti dalla normativa relativa al green pass (sia esso normale o rafforzato).

     

    Sto seguendo una terapia con diversi farmaci e il mio medico mi ha consigliato di vaccinarmi contro il Covid-19 quando avrò terminato la terapia. Non posso partecipare ad eventi o andare al ristorante perché non ho il green pass?
    In caso di impossibilità alla vaccinazione per validi motivi medici, dovutamente attestati dal proprio medico di base, è possibile non procedere con la vaccinazione anti-COVID ma ottenere comunque tutte le autorizzazioni previste dal Green Pass Rafforzato. Sarà quindi necessario rivolgersi al proprio medico che, conoscendo il quadro clinico del proprio paziente, certificherà l’esenzione, la quale sarà valida come fosse un Green Pass Rafforzato, e andrà quindi mostrata al personale adibito al controllo della certificazione quando richiesto.

     

    Mia figlia di 13 anni partirà per una vacanza studio all’estero, non è vaccinata ma ci hanno chiesto il green pass prima della partenza. Cosa dobbiamo fare?
    Per i ragazzi dai 12 anni in su che debbono recarsi all’estero è previsto l’obbligo del green pass, che può essere rilasciato a seguito della vaccinazione, della guarigione dalla malattia o dell’esito negativo di un tampone effettuato entro le 48 ore antecedenti alla partenza.

     

    Sono guarito dal COVID da quattro mesi ma non ho ancora il green pass. Come posso ottenerlo?
    Se non è arrivato un SMS o un’e-mail contenente l'AUTHCODE, e la certificazione non è presente nell’APP IO accedendo con SPID o CIE, è probabile che il medico o la Asl non abbiano inserito nel sistema Tessera sanitaria i dati relativi al certificato di guarigione. In questo caso ci si deve rivolgere al medico di famiglia o alla Asl perché inseriscano i dati nel sistema. La Certificazione verde COVID-19 per guarigione dovrebbe essere rilasciata dopo qualche minuto. 

     


    Non posseggo il computer e/o il cellulare. Come posso ottenere la Certificazione?
    Se non si è in possesso di apparecchi elettronici in grado di scaricare il green pass, è possibile rivolgersi al proprio medico di base o in farmacia e fornire il proprio Codice Fiscale e Tessera Sanitaria. Il medico o il farmacista possono stampare la Certificazione con il QR Code in modo da poterla utilizzare per accedere a tutti quei luoghi che, a partire dal 6 Agosto, la prevedranno.

     


    Sono guarito dal COVID ma non ho la tessera sanitaria. Posso comunque ottenere il Green Pass?
    Si. È sufficiente inserire il codice “AUTHCODE” ricevuto via SMS o e-mail, insieme al numero del documento che è stato comunicato quando si è eseguito il tampone o è stato emesso il certificato di guarigione.

     

    Ci sono tante persone che pur avendone diritto non riescono ad avere il Green Pass. Come fare?
    Per recuperare il l’AUTHCODE (in caso di smarrimento, mancata ricezione dopo il vaccino, tampone negativo o guarigione dal COVID-19), o per avere informazioni su aspetti sanitari, si può contattare il numero di pubblica utilità 1500 (attivo tutti i giorni 24 ore su 24). Per assistenza tecnica (per esempio sull’uso della Piattaforma nazionale o delle APP) è attivo il Call center 800 91 24 91 (attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20) o scrivere una segnalazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

     


    Sarà obbligatorio vaccinarsi per ottenere il Green Pass Rafforzato?
    No, il Green Pass Rafforzato non introduce l’obbligo vaccinale. A partire dal 6 Dicembre, e fino al 31 Marzo 2022, il Green Pass “Rafforzato” sarà ottenibile sia tramite completamento del ciclo vaccinale che attraverso la guarigione dal COVID.

     

    Il test sierologico è valido per ottenere il green pass?
    No. Il Green Pass (classico o rafforzato) non viene rilasciato a seguito del test sierologico, anche nel caso in cui questo dovesse attestare una presenza elevata di anticorpi.

     

    Quando è necessario esibire il Green Pass Rafforzato?
    La Certificazione verde COVID-19 è già richiesta in Italia per partecipare alle feste conseguenti alle cerimonie civili e religiose, accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in "zona rossa" o "zona arancione".

    A partire dal 10 Gennaio 2021, e fino al 31 Marzo 2022, servirà per accedere anche ai seguenti servizi e attività:

    • servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo, al chiuso e all’aperto;

    • trasporto pubblico locale e/o regionale, oltre che per quello a lunga percorrenza;

    • alberghi e strutture ricettive;

    • spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi;

    • musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre;

    • piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso;

    • sagre e fiere, convegni e congressi;

    • centri termali, parchi tematici e di divertimento;

    • centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione;

    • impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici;

    • attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò;

    • concorsi pubblici.

    Dal 15 ottobre, in base al decreto approvato in data 22 settembre 2021, il Green Pass è obbligatorio per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato. Chi non lo esibirà, a partire dalla suddetta data, verrà considerato “assente ingiustificato” e vedrà il suo stipendio sospeso sin dal primo giorno di assenza. Il lavoratore, una volta adeguatosi alla normativa, potrà tornare sul posto di lavoro e vedersi nuovamente accreditato lo stipendio.

     

    È richiesto il Green Pass Rafforzato per prendere un aereo/traghetto?
    A partire dal 10 Gennaio 2022, il Green Pass Rafforzato sarà necessario per viaggiare su aerei, navi e traghetti per il trasporto interregionale. Rimangono escluse le imbarcazioni che si muovono come collegamento per le isole minori, per le quali risulta sufficiente anche il green pass base.
    Permane l’obbligo di indossare la mascherina durante il tragitto.

     

    È richiesto il Green Pass Rafforzato per prendere un treno?
    A partire dal 10 Gennaio 2022, e fino al termine dello stato d’emergenza, il Green Pass Rafforzato sarà necessario per viaggiare sui treni Intercity, Intercity Notte e quelli dell’Alta Velocità; sarà inoltre obbligatorio anche per viaggiare sui treni regionali.
    Rimangono esclusi dal suddetto obbligo i minori di 12 anni e le categorie esenti dalla vaccinazione.
    Permane comunque l’obbligo di indossare la mascherina durante il tragitto.

     

    È richiesto il Green Pass Rafforzato per prendere i mezzi del trasporto pubblico locale?
    Sì. A partire dal 10 Gennaio 2022, e fino al termine dello stato d’emergenza, sarà obbligatorio avere il Green Pass Rafforzato per poter accedere sui mezzi di trasporto pubblico locale.
    Ciò non vale per i taxi e le auto NCC, nonostante siano considerati trasporti locali.

     

    È richiesto il Green Pass Rafforzato per prendere un bus a lunga percorrenza?
    Sì. A partire dal 10 Gennaio 2022, e fino al termine dello stato d’emergenza, il Green Pass Rafforzato sarà necessario per viaggiare sugli autobus che collegano due o più Regioni, nonché per gli autobus utilizzati per il noleggio con conducente. Anche in questo caso, permane l’obbligo della mascherina.

     

    Per quanto riguarda la scuola e l’università, sarà necessario esibire il Green Pass?
    Sì. Come riportato nel decreto del 6 agosto scorso, a partire dal 1° settembre il Green Pass sarà obbligatorio per tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario, nonché per gli studenti universitari che decidano di seguire le lezioni in presenza. Tale obbligo è valido anche per gli allievi delle istituzioni di alta formazione musicale e coreutica, nonché per le attività di alta formazione collegate all’università.
    Rimangono esclusi da tale obbligo tutti gli studenti minorenni.

  • Vaccini non covid: una babele fra Regioni ed Asl, tempi di attesa allungati a causa della pandemia

    Mentre prosegue la campagna sulle vaccinazioni anti-covid, Cittadinanzattiva tiene accesi i riflettori anche sul proseguio delle vaccinazioni "ordinarie", ossia quelle obbligatorie e raccomandate per le varie fasce di età. Attraverso una indagine svolta tramite interviste agli assessorati regionali alla sanità, ai Centri vaccinali, nonchè ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta, emerge una babele di regole vigenti nelle regioni ma anche nelle singole asl, in particolare in merito agli accordi per la somministrazione di tali vaccini presso gli studi medici, nonchè sulle procedure per continuare a garantire la gratuità fuori dalle fasce di età in cui alcune vccinazioni sono raccomandate. I dati dettagliati saranno presentati ad inizio marzo, insieme alla Carta della qualità dei servizi vaccinali che Cittadinanzattiva sta mettendo a punto in collaborazione con un tavolo multistakeholder che comprende, fra gli altri, Ministero della Salute, SITI, FIMMG, SIMG, FIMP, SIP.

  • Vaccini non covid: una babele fra regioni ed asl, tempi di attesa allungati a causa della pandemia

    In alcune asl o distretti occorrono anche tre mesi tra la prenotazione e l’effettiva somministrazione delle vaccinazioni non covid obbligatorie (come difterite-tetano-pertosse, polio) e raccomandate (come antinfluenzale, HPV, Meningite ACWY, Herpes Zoster, Pneumococco), con attese medie che vanno da 4/8 giorni fino anche ai 20/40 giorni a seconda delle regioni. Le discrepanze non sono solo fra le regioni ma anche fra le singole Asl. A sorpresa, si aspetta mediamente di più al Nord rispetto al Sud. Bene Puglia e Toscana dove non si superano mai i 15 giorni di attesa. Sui tempi ha inciso direttamente la pandemia se si pensa che, fra marzo 2020 e fine 2021, oltre il 40% dei Centri vaccinali ha subito riduzione di personale e degli orari di apertura; uno su dieci è stato addirittura chiuso. A fine 2021 tutti i centri sono stati riaperti, nel 80% dei casi gli orari sono stati ripristinati, mentre la dotazione di personale è ritornata al livello precedente la pandemia solo nel 47% dei Centri.
    Poco chiara l’informazione sulla possibilità di effettuare le vaccinazioni presso gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri: i siti web delle Regioni e delle Asl segnalano come “disponibili alle vaccinazioni” soltanto il 38% degli studi di MMG e il 48% degli ambulatori pediatrici.
    Mancano inoltre informazioni precise su tipologia di vaccinazione erogata e su modalità di prenotazione, nonostante la stessa sia obbligatoria per la gran parte dei centri. Garantiscono la vaccinazione anche in orario pomeridiano il 79,5% dei Centri, l’84% degli studi dei MMG e il 75% degli studi pediatrici; questa possibilità è garantita di sabato solo nel 2% dei centri vaccinali, nel quasi 39% degli studi medici e nel 25% di quelli pediatrici.
    È questa l’anticipazione di alcuni dati scaturiti da una indagine svolta da Cittadinanzattiva nell’ambito del progetto “Carta della qualità dei servizi vaccinali”, promosso con il contributo non condizionato di GSK, MSD e Sanofi Pasteur.

  • “Salute globale: cosa significa per te?" Rispondi alla nostra Survey

    Cittadinanzattiva si sta occupando di un progetto sul tema della salute globale finalizzato a redigere una "Carta della salute globale" che esprima a livello globale i principali bisogni di salute di ciascun individuo ed evidenzi soluzioni efficaci e concrete come risposta. Il progetto, realizzato con il contributo non condizionante di Janssen, vede coinvolti l'area salute di Cittadinanzattiva in collaborazione con la rete europea Active Citizenship Network (ACN).

  • L'edilizia scolastica da ristrutturare maggiormente concentrata al sud

    Il numero maggiore delle scuole che necessitano di ristrutturazione si trovano al sud, e in Sicilia e Calabria sono 32 gli edifici con carenze strutturali evidenti. Sono i dati emersi da CDP Think Tank, che ha analizzato oltre 60 mila edifici scolastici e ha redatto un documento del titolo "Edilizia scolastica e territorio: dove sono i maggiori bisogni?". Le strutture sono state analizzate secondo 4 dimensioni: carenze strutturali, presenza di barriere erchitettoniche, mancanza di accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici, assenza di impianto di riscaldamento e carenza nella progettazione antisismica. Lo studio analizza la dotazione strutturale delle scuole soffermandosi sui bisogni che le caratterizzano e che potrebbero essere soddisfatti da un utilizzo delle risorse provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

  • "Insieme per l'oncologia del futuro": presentato il documento con il coinvolgimento di 60 esperti

    Fra le proposte: screening e vaccini nei luoghi più vicini ai cittadini, realizzare Registri tumori in tutte le Regioni, costruire un Portale nazionale dell’innovazione, promuovere la legge sul diritto all’oblio.

    Un anno fa Cittadinanzattiva raccoglieva attorno ad un tavolo virtuale oltre 60 soggetti tra rappresentanti delle istituzioni, dell’Università, del mondo della ricerca, delle organizzazioni civiche e dei pazienti e del mondo privato, inaugurando una lunga serie di incontri con l’obiettivo di definire una visione strategica di lungo termine nella lotta al cancro nel nostro Paese. Al centro dei lavori la riflessione sulla situazione pandemica e sull’emergenza delle cure ordinarie sospese o annullate a causa del covid: ben 4 milioni gli screening oncologici rimandati fra il 2020 e il 2021; rinviati fra il 50-80% degli interventi chirurgici, anche in area oncologica. La nuova ondata legata alla variante Omicron ha indotto molte Asl, spesso su interi territori, a bloccare nuovamente le prestazioni programmabili.
    È da queste premesse che nasce il documento “Insieme per l’oncologia del futuro”, presentato oggi da Cittadinanzattiva, con il supporto di Novartis, e realizzato grazie al contributo di circa 60 esperti di associazioni di pazienti, società scientifiche, mondo sanitario, accademico ed istituzionale. A guidare il lavoro è stato anche il Piano Europeo contro il Cancro, costruito su quattro pilastri (Prevenzione, Diagnosi precoce, Trattamento e Qualità della vita) e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che punta su innovazione, salute digitale, cure di prossimità, inclusione sociale, gestione della cronicità.

  • Presentato il documento "Insieme per l'oncologia del futuro"

    Cittadinanzattiva, insieme a circa 60 soggetti tra rappresentanti delle istituzioni, dell’Università, del mondo della ricerca, delle organizzazioni civiche e dei pazienti e del  mondo privato ,riunitisi in una serie di incontri nel corso di più di un anno, ha messo a punto “Insieme per l’oncologia del futuro”, un documento di visione strategica nella lotta al cancro. Il progetto è realizzato con il supporto di Novartis.

    Numerose le proposte e le azioni previste, che nascono anche dalla situazione emergenziale in corso, determinata non solo dalla pandemia ma anche dal contestuale slittamento delle cure ordinarie, e avendo come punto di riferimento il Piano Europeo contro il Cancro e le riforme previste dal PNRR.

  • Carta salute globale

    Salute Globale cosa significa per te

    L’Organizzazione mondiale della sanità nel 1948 definisce la salute come "uno stato di completo benessere fisico, mentale, e sociale – e non la mera assenza di malattia".

    Oggi, a distanza di più di 70 anni la definizione dell’OMS è quanto mai attuale se si pensa all’approccio olistico della salute “globale” ai tempi della emergenza sanitaria che stiamo vivendo da circa due anni.

    La Pandemia globale infatti, conferma la necessità di riconoscere un respiro più ampio alla salute che non è più il risultato di poche e circoscritte variabili, ma il frutto di variabili multisettoriali e globali. La salute come un approccio integrato imprescindibile dai determinanti della salute a essa collegati.

  • "Colpo di testa": l'indagine, le storie e l'assistente virtuale EMI per chi soffre di emicrania e cefalea

    Circa 1 miliardo di persone nel mondo, di cui 136 milioni in Europa, soffre di cefalea. Si tratta della terza patologia più diffusa a livello globale; ad esserne colpite di più sono le donne, con una incidenza tre volte superiore rispetto agli uomini, in particolare nella fascia d'età tra i 25 e i 55 anni. I cittadini affetti da emicrania e cefalea sono al centro dell’indagine di Cittadinanzattiva, i cui risultati sono stati diffusi nell’ambito della campagna “Colpo di testa: i tuoi diritti su emicrania e cefalea”, promossa grazie al contributo non condizionato di Teva. La campagna è stata avviata nel 2020 con la pubblicazione di un e-book con storie e consigli utili per i cittadini.

  • Anziani non autosufficienti: 115 mln di euro rispetto ai 300 chiesti dalle organizzazioni del Patto

    Appena 15 milioni aggiuntivi rispetto ai 200 in più chiesti dalle organizzazioni del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza. Sono le risorse stanziate con un emendamento alla Legge di Bilancio, che si “aggiungono” ai 100 milioni di euro già previsti, per costruire un rafforzamento stabile dei servizi di assistenza domiciliare erogati dai Comuni.
    In pratica si tratta di appena 39 euro e 65 centesimi per ciascuno dei 2,9 milioni di anziani non autosufficienti. E di appena lo 0,38% dei circa 30 miliardi stanziati dalla Legge di Bilancio.
    “E’ un passo indietro rispetto agli annunci e alle aperture politiche degli scorsi mesi. Gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie sono usciti dall’agenda politica nazionale”, dichiarano le 51 organizzazioni riunite nel Patto che già da luglio aveva chiesto al governo lo stanziamento di almeno 300 mln di euro. Risorse che sarebbero servite per avviare nei territori il percorso di cambiamento da sancire con la successiva riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, prevista nel PNRR.

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