
Domenica 11 novembre si vota a Roma per il referendum su ATAC promosso dai Radicali. Ben pochi lo sanno, anche perché pare che il silenzio politico attorno allo stesso non sia casuale.
Il nostro invito, e sotto vi spieghiamo perché, è invece quello di informarsi e di andare a votare.
Partiamo da alcune considerazioni e da una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
ATAC è in crisi, è un'azienda che ha un debito di 1.300 milioni di Euro; è passata da 123 milioni di km di corse fatte nei primi anni 2000 agli 86 di questo anno.
I romani la giudicano giustamente un'azienda "fallita", inefficiente e senza speranze di rinascita.
Il TPL delle periferie è gestito da diverso tempo da soggetti privati ma il servizio anche lì non brilla. Anzi.
Anche l'ultimo report dell'Agenzia per la Qualità dei servizi rimarca le deficienze e carenze di ATAC.
Ritardi, corse saltate, bus rotti, scarsa manutenzione, autobus che vanno a fuoco...insomma un disastro.
Inoltre a dicembre i creditori di ATAC decideranno se aderire o meno al concordato attivato dal Comune di Roma per recuperare i crediti vantati dall’azienda dei trasporti. Ricordiamo che il concordato è un accordo per rientrare da una situazione debitoria e che se questo dovesse saltare ATAC dovrebbe chiudere per fallimento. Inoltre il Comune di Roma creditore di ATAC per 484.748.000,00 dovrà mettere a Bilancio tale somma e il suo effettivo recupero potrà avvenire o con maggiori tasse sui cittadini o con il conferimento di risorse aggiuntive da Stato e/o Regione.