Vuoi saperne di più in tema di medici di famiglia, pediatri di libera scelta e guardia medica?

  • Conciliazione

A seguire, una sintesi dei principali problemi riscontrati dai cittadini su questo fronte.

Cittadini e assistenza sanitaria di base (sintesi Rapporto Pit 2010)
Nell’ultimo anno (2009), le segnalazioni in tema di assistenza sanitaria di base (medici di famiglia, pediatri di libera scelta e guardia medica) sono in crescita, sia rispetto al 2008 (+ 6,5%), sia rispetto alla media degli ultimi 14 anni (+ 4,8%). Questo risultato evidenzia una carenza di informazioni in costante crescita proprio dove sarebbe più necessaria, rappresentando l’assistenza di base la prima frontiera della sanità per i cittadini.
Medici e pediatri di base dedicano sempre minor tempo e risorse ad informare i cittadini. In molti casi non sono aggiornati e rimandano al cittadino stesso il compito di andare a caccia di notizie. Spinti evidentemente da un sistema che non li facilita, sono diventati dei burocrati. Accade, quindi, che quando un cittadino ha necessità di un’informazione non pensa nemmeno di chiederla al proprio medico di base, ritenendo che il suo compito si limiti a  firmare ricette o certificati. Questo accade fin troppo spesso, ed è evidente che ci sia qualcosa di sbagliato.

Un tempo si parlava di medico di fiducia, ora ci si rivolge al medico di famiglia o al pediatra solo per gli espletamenti burocratici.

L’informazione e l’ascolto non è solo un aspetto tra gli altri dell’assistenza, a cui dedicare il tempo residuale, ma dovrebbe essere la prima e più importante attività di chi opera nel settore sanitario, soprattutto nell’assistenza di base.

Le difficoltà di accesso alla medicina di base (medici di medicina generale, pediatri e guardia medica), sono legate soprattutto alla difficoltà di ottenere prescrizioni di farmaci o prestazioni e, ancora, alla difficoltà di poter rintracciare il proprio medico anche in orari di studio.
In diverse realtà si sono intensificate le esperienze di studi con più medici di famiglia associati o esperienze sperimentali di “continuità diurna delle cure”, che si basano su una medicina primaria più vicina ai cittadini con turnazione di medici e, a volte, di infermieri (come stabilito nell’Accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale quadriennio 2006-2009, art. 36 comma 10).

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