
Una donna in coma, colpita da ictus, tubi e sondini che le entrano in ogni parte del corpo, immobile, indifesa, totalmente incapace di chiedere aiuto o di lamentarsi; totalmente nelle mani di un sistema sanitario chiamato a difenderla, ad occuparsi della sua salute, del suo benessere, della sua dignità di essere umano. La immaginiamo sola, senza una rete familiare in grado di accudirla, una migrante che non ha nessuno che possa starle accanto, se non il personale sanitario della struttura in cui è ricoverata.
Le immagini che osserviamo sono però agghiaccianti. Questo corpo immobile, disteso su un fianco, inerte alle sollecitazioni esterne, completamente ricoperto di formiche che banchettano con la sua carne, che si muovono tra gli spazi del letto. Non un lamento, impossibile vista la condizione, non un aiuto esterno. Il totale abbandono. Forse essendo in coma qualcuno ha pensato che non meritasse un gesto umano, il calore di una carezza, il suono di una voce.