Riforma della giustizia

  • Riforma giustizia civile, iniziano i lavori per la Legge delega

    La Ministra della Giustizia ha firmato il decreto che costituisce i Gruppi di lavoro che provvederanno alla elaborazione degli schemi di decreto legislativo per l’attuazione della Legge 26 novembre 2021, n. 206, recante la delega al Governo “per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata”. Sono sette i Gruppi  che lavoreranno in autonomia su ciascun settore previsto dalla riforma: sono stati coinvolti professori universitari, magistrati e avvocati e insieme ai tecnici dell’Ufficio legislativo e a quelli del Gabinetto della Ministra dovranno tradurre i criteri di delega, già approvati dal Parlamento, in modifiche del codice civile, di procedura civile e delle leggi collegate.

  • Approvare la proposta di legge Siani perché nessun bambino varchi più la soglia di una prigione

    In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra sabato 20 novembre, Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini tornano a richiamare l’attenzione pubblica sulla condizione, gravemente trascurata, dei bambini detenuti ed a richiedere con forza che si approvi rapidamente il disegno di legge 2298 promosso dall’On. Sianirecante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”.
    “Abbiamo il dovere di ricordare i 24 bambini che oggi sono reclusi negli istituti penitenziari assieme alle mamme detenute. Un fenomeno che può apparire dalle dimensioni contenute, ma che invece rappresenta una condizione drammatica ed inaccettabile per i diritti dell’infanzia. Con l’approvazione di questa legge nessun bambino varcherebbe più le soglie di una prigione, ed invece ci spiace constatare che, dopo una prima fase di convergenza tra tutte le forze politiche, la proposta è ferma ormai da mesi presso la Commissione giustizia della Camera dei Deputati senza che se ne comprenda il motivo”, ricordano Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini, da tempo impegnate perché si adottino misure idonee a superare definitivamente il fenomeno della incarcerazione dei bambini, puntando sullo sviluppo del sistema della case famiglia, dove ospitare i piccoli con le loro madri, come alternativa ad ogni soluzione detentiva.

  • La riforma della giustizia penale, punti di forza e di debolezza

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    Quello della giustizia penale è un tema estremamente complesso, che coinvolge i principi cardine dello stato di diritto, il perseguimento della legalità, le ragioni della pretesa punitiva statuale e le funzioni della pena, la sicurezza della collettività. E, dal punto di vista dei singoli cittadini, impatta sulle loro vite e  il loro dolore, siano essi vittime o autori di reato. Un terreno contrassegnato dalla complicata ricerca di soluzioni di equilibrio, capaci di bilanciare i principi del giusto processo, le garanzie del sistema accusatorio, l’esigenza della ragionevole durata, la missione costituzionale della pena.

    Difficile trovare traccia di tutto ciò nelle politiche penali prodotte negli ultimi decenni, ostaggio dell’eterno conflitto tra magistratura e classe politica. Politiche contrassegnate nel tempo dapprima dal “garantismo selettivo” dell’era delle “leggi ad personam”, generatrici di sacche di impunità per i reati dei cosiddetti colletti bianchi e della contestuale penalizzazione della devianza dei soggetti marginali; poi dall’uso - e l’abuso - simbolico del diritto penale, forgiato sulla retorica securitaria e sulla costruzione di spauracchi sociali, in primis con la criminalizzazione dell’immigrazione; fino al populismo penale degli ultimi anni, con la continua promessa di repressione come unica risposta efficace al contenimento ed alla prevenzione di ogni tipologia di crimine e devianza e della demagogia sulla certezza della pena intesa come certezza del carcere, all’origine delle modifiche introdotte sulla prescrizione dei reati con la cosiddetta “legge spazzacorrotti” e del Disegno di legge di riforma della giustizia penale promossa dal precedente Ministro Guardasigilli.

  • Riforma del processo penale: via libera del CdM

    tribunale

    Giovedì 8 luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità gli emendamenti proposti dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, sulla riforma del processo penale. Il testo di riferimento è il Disegno di legge recante “delega al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d’appello” che introduce una serie di modifiche al processo penale, dalla digitalizzazione alla prescrizione, dalle indagini preliminari all'appello, dalle misure alternative alla Giustizia riparativa, con l’intento di velocizzare i tempi dei processi e renderli compatibili con gli obiettivi del Recovery Fund e degli standard europei.

  • Seminario online su “Giustizia e pratiche riparative nei territori”

    giustizia riparativa

    Si terrà il 14 luglio, dalle ore 9:00 alle ore 11:00, in diretta sul canale YouTube, il seminario sulla giustizia riparativa, riforma penale e welfare, promosso all’interno di un ciclo di incontri formativi di approfondimento online sul PNRR a cura del Forum del Terzo Settore. L’iniziativa è tesa a proporre una riflessione sui contenuti della relazione della Commissione di studio, istituita presso il Ministero della Giustizia, incaricata di elaborare un disegno di legge per completare il percorso della riforma penale anche e soprattutto alla luce dei paradigmi della giustizia riparativa. Interverrà nel seminario anche Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva.

  • Violenze nel carcere di S. Maria Capua Vetere: valuteremo la nostra costituzione come parte civile

    Un’azione che sconvolge perché organizzata con l’intento di “dare una lezione” indiscriminata e ingiustificabile ai detenuti che, qualche giorno prima, nella fase iniziale dell’emergenza sanitaria, avevano osato protestare perché volevano avere garantito il diritto alla salute, oltre che per la sospensione delle visite, a seguito di un caso di positività al covid-19.
    “È fondamentale ed è interesse di tutti i cittadini che si faccia completa chiarezza sui fatti e che ogni responsabilità venga accertata; anche per questo valuteremo la nostra costituzione di parte civile nel processo che si avvierà”, dichiara Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti – Cittadinanzattiva.
    Il processo penale farà il suo corso e ne attenderemo gli esiti; è innegabile tuttavia che la vicenda in sé, nell’immediato, debba essere stigmatizzata senza compromessi e senza bisogno di alcuna ulteriore precisazione”, continua Liberto. “Di fronte a quanto accaduto, risultano infatti stridenti e dannosi, oltre che insopportabili per la loro strumentalità, i tentativi di minimizzazione e le generiche dichiarazioni di solidarietà nei confronti della polizia penitenziaria; decisive e corrette, invece, ci appaiono le parole della Ministra Cartabia che ha definito la vicenda come un tradimento della Costituzione ed un’offesa “alla dignità della persona dei detenuti anche a quella della divisa che ogni donna e uomo della polizia penitenziaria deve portare con onore”.

  • Come procede la riforma della Giustizia

    giustizia bilancia 2015 02 26

    Lo scorso 4 giugno la ministra della Giustizia ha presentato in Commissione Giustizia della Camera le proposte di riforma del Consiglio superiore della magistratura (CSM,) a cui ha lavorato nelle scorse settimane la commissione di esperti da lei nominata. Il capitolo che riguarda il CSM è arrivato dopo le indicazioni già fornite per migliorare il processo civile e il processo penale - l’obiettivo finale è una riduzione dei tempi dei procedimenti entro i prossimi cinque anni - e fa parte di una più generale riforma della Giustizia che l’Italia si è impegnata ad approvare per poter ottenere dall’Unione Europea i finanziamenti del PNRR.

  • Nuovi arrivi e sbarchi: la verità sui dati

    cas immigrazione

    Basta poco per sentire gridare all’invasione, come un disco ascoltato cento volte. È sufficiente che ricominci il conto degli arrivi sulle coste italiane e il “collasso” del sistema ricettivo e di accoglienza per far nasce inutili allarmismi immaginari che non portano a nessuna soluzione umana e efficace. Anche perché i dati ci dicono altro e consentono di fornire un quadro un po’ più preciso della situazione e della posizione dell’Italia nella mappa europea dell’accoglienza dei rifugiati: nel 2020, infatti, il nostro Paese ha ricevuto poco più di 21mila richieste d’asilo, il 39% in meno rispetto al 2019 e si trova al quinto posto nella classifica dell’Unione Europea.

  • Riforma Giustizia civile: ecco le principali novità

    giustizia lumaca

    La Commissione Giustizia del Senato procederà a breve all’esame del maxi emendamento al DDL AS 1662, contenente la delega al Governo per l’efficienza del processo civile e la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. L’obiettivo è quello di ridurre i tempi dei giudizi civili di almeno il 40%, rendendo il processo italiano efficiente e competitivo anche in ottica europea. In particolare, l’obiettivo di efficienza e semplificazione del processo civile è perseguito concentrando nella prima udienza il clou delle attività processuali, potenziando il filtro di ammissibilità nel giudizio di appello e prevedendo maggiore semplificazione e sinteticità anche dinnanzi la Cassazione. Si prevede inoltre il potenziamento degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.

  • PNRR e Giustizia: cosa cambierà?

    giustizia bilancia 2015 02 26

    L’obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza è quello di “riportare il processo italiano a un modello di efficienza e di competitività”. Entro il 2024, dunque, la Giustizia dovrà fare un salto di qualità facendo recuperare al Paese almeno lo 0,5% del PIL. Una promessa siglata all’interno del PNRR che pone al centro una serie di misure orientate alla riforma del processo civile, penale, tributario e dell’ordinamento giudiziario, al dimezzamento dei tempi dei procedimenti, alla digitalizzazione, alle assunzioni del personale, all’edilizia giudiziaria.

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