Le infezioni ospedaliere sono generalmente causate da microrganismi opportunistici, presenti nell'ambiente, che di solito non danno luogo ad infezioni, ma possono provocarle in pazienti immunodepressi (immunicompressi) sia durante il ricovero sia dopo la dimissione.
Le fonti delle infezioni possono essere: le strutture, i sistemi di ventilazione e aerazione, i flussi d'acqua, il trattamento dei tessuti e dei campioni di laboratorio, l'igiene del personale e dell'ambiente, le pratiche chirurgiche con ausili invasivi (cateteri e valvole), l'uso scorretto di antibiotici che possono generare resistenze.
Gli organi più colpiti dalle infezioni sono i polmoni, i siti di inserzione di un catetere, il tratto urinario, le ferite (comprese quelle chirurgiche e da decubito).
La struttura sanitaria deve favorire la messa in sicurezza di quelle condizioni e modalità di servizio che possono essere causa di una infezione (adeguata formazione e controllo degli operatori sanitari, macchinari per la sterilizzazione degli ausili invasivi, messa a norma e controllo dei sistemi di ventilazione e aerazione - ricettacolo di germi e batteri -, controllo dei flussi dell'acqua, formazione e controllo per il trattamento dei tessuti e dei campioni di laboratorio, una corretta pulizia dell'ambiente, la gestione di un protocollo di sorveglianza che permetta l'identificazione e la quantificazione delle infezioni dei diversi presidi).
Il personale sanitario (medici e infermieri) deve mantenere una corretta igiene personale:
Nel caso si accorga che la pulizia degli ambienti non è accurata, per esempio per la presenza di rifiuti, suggeriamo di inviare una segnalazione scritta al direttore sanitario dell'ospedale ed all'Assessore alla Sanità della Regione. Per i casi più gravi, come presenza di escrementi di animali, di ratti nei locali, di infezioni da salmonella o legionella, occorre presentare denuncia ai NAS.
(ultimo aggiornamento: gennaio 2012)