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Una importante e recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 20213/15) smentisce la tesi sostenuta da Equitalia secondo cui la cartella esattoriale scadrebbe sempre dopo dieci anni. La Suprema Corte afferma che non sia così e che la prescrizione dipende invece dal tipo di tributo di cui si chiede il pagamento e, quindi, varia a seconda del caso concreto.

Cinque anni, dunque, tutte le volte in cui oggetto della pretesa esattoriale sia un’imposta locale (come Tari, l’Imu, Ici), tre anni nel caso in cui oggetto della cartella esattoriale sia il mancato pagamento del bollo auto, dieci anni infine, nel caso di imposte sui redditi come Irpef, Ires, Irap e IVA. Trascorsi tali termini di prescrizione dalla notifica della cartella, scade il credito che Equitalia pretende di riscuotere dal contribuente. Leggi di più

Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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