Salute

 

Oggi più che mai registriamo come l’intoccabilità di tutti quei diritti previsti dalla nostra Carta Costituzionale, che qualificano il grado di civiltà di uno Stato, stia venendo meno.
Oggi, quei diritti sono messi fortemente sotto attacco da coloro i quali, non volendo e non essendo in grado di sostenerli attraverso specifiche politiche sanitarie, sociali ed economiche, preferiscono considerarli come una delle tante fonti di spesa, da ridurre ad ogni costo: una sorta di palla al piede per lo Stato.
Per comprendere il senso di queste affermazioni credo sia importante partire dall’art. 38 della Costituzione Italiana: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.

firma testamento 2015 02 25

Perché se siamo capaci di intendere e di volere abbiamo il diritto di esprimere la nostra volontà su un trattamento medico e se non lo siamo più abbiamo, invece, un diritto a metà? Sia perché il medico non è obbligato a rispettare la nostra volontà, anche se messa per iscritto in una Dichiarazione Anticipata di Trattamento, sia perché sui trattamenti come idratazione e nutrizione artificiale non abbiamo diritto di parola.
A due anni esatti dal dibattito promosso da Cittadinanzattiva sul testamento biologico abbiamo ottenuto un Disegno di Legge contraddittorio, che non piace nemmeno ai sostenitori della vita ad ogni costo.

manicomio 2015 02 25

Quanti sanno che in Italia esistono ancora i manicomi? Se in molti casi sono i cittadini a non saperlo, così come molti parlamentari e membri del Governo, sembra che il Ministro della Salute lo abbia scoperto da poco,  constatando come stanno veramente le cose quando ha visto le immagini di un video girato fra ottobre e dicembre scorsi nei sei cosiddetti “Ospedali” Psichiatrici Giudiziari (OPG): degrado, dolore, abbandono, altro che cure psichiatriche.
Ci è voluta la determinazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale per portare finalmente alla luce una situazione disastrosa, una palese violazione dei diritti umani che avviene da anni nel nostro Paese sotto gli occhi di tutti, nell’indifferenza totale di chi amministra e governa, soprattutto a livello regionale.

rai 2015 02 25

Sostienici, non lasciare i tuoi diritti solo sulla carta. Con questo slogan si è chiusa domenica 12 dicembre la settimana di raccolta fondi a favore del nostro Tribunale per i diritti del malato sui canali della RAI.
E' stata la nostra prima esperienza del genere, dopo trent'anni di attività, e sebbene i risultati economici non siano stati esattamente esaltanti (i dati ufficiali saranno diffusi nei prossimi giorni), per noi ha rappresentato un momento davvero importante.
Abbiamo testato non solo la capacità della nostra “macchina organizzativa” di fare fronte a questo appuntamento, ma sperimentati i tanti piccoli ostacoli che si devono superare per portare a casa un risultato gratificante, nell'interesse di tutti.

La fotografia degli ultimi quattordici anni di sanità non lascia dubbi: la massima preoccupazione  dei cittadini in questi anni è stata la sicurezza dei servizi sanitari. I numeri parlano chiaro: nei 14 anni considerati dal Rapporto Pit presentato oggi (18 novembre 2010 - ndr), dal 1996 al 2009, in media la sicurezza - intesa come presunti errori di diagnosi e terapia, sangue infetto, infezioni ospedaliere, condizioni delle strutture, negligenze del personale sanitario e reazioni a cure farmacologiche – ci ha fatto registrare il 28% delle segnalazioni e ancora nel 2009 risulta la problematica più segnalata.
Crescono i presunti errori soprattutto in ortopedia e oncologia, si sbaglia di più la diagnosi ancora in oncologia e pediatria.

È questo il titolo che abbiamo deciso di dare alla giornata dedicata al Trentennale del Tribunale per i diritti del malato in programma il prossimo 18 novembre, e a cui dedicheremo la newsletter di questa settimana e della prossima. Le celebrazioni del trentennale si concluderanno il  mese successivo, con un evento con cui quest'anno, per la prima volta nella nostra storia, ci misureremo: una settimana dedicata alla raccolta fondi, realizzata grazie al Segretariato sociale della RAI e che coinvolgerà l'intero palinsesto radio e tv nella settimana che va dal 6 al 12 dicembre prossimo.
Il 18 novembre è per noi un traguardo importante.

 

La medicina d’urgenza sembra essere uno dei settori in cui più si discute di errore medico. L’impatto tra medici e cittadini nei Pronto Soccorso è sicuramente uno dei punti di crisi e di conflitto più accesi e persistenti. Milioni di persone si recano ogni anno, anche impropriamente, presso i servizi di emergenza, sicuri di trovare la soluzione ai loro problemi di salute e soprattutto di avere risposte certe, accessibili e veloci.
Come è noto, non sempre questo avviene per inefficienze del sistema, per scortesie del personale, per inadeguatezza delle strutture e a volte purtroppo per mancanza di professionalità di chi vi opera. Tutto si riversa nei nostri Pronto Soccorso, che rappresentano l’avamposto e il porto di mare della sanità italiana. Di qui i conflitti, le liti e le denunce dei cittadini.

Cento milioni di euro. Questa è la cifra che il quotidiano "La Stampa" (2 ottobre) ha calcolato come "giro" della corruzione nella sanità italiana. Sono soldi che riguardano secondo la Corte dei conti le fatture fraudolente, il mancato completamento di strutture e il mancato uso di macchinari, costruite e comprati per fare qualche favore a qualcuno, le spese per corsi di formazione mai tenuti, la gestione irregolare delle case di cura convenzionate, le ingiustificate prescrizioni dei farmaci. Tanti soldi, poca trasparenza, controlli scarsi, troppi interessi politici e clientelari.
Pochi giorni fa l'ennesimo scandalo, quello di Firenze che ha portato a 6 arresti domiciliari, l'interdizione di 13 manager, 30 persone indagate.

culla partorire 2015 02 25

L’allarme nel campo della ginecologia ha ormai assunto dimensioni nazionali, che mettono fortemente in discussione la fiducia nel personale e nelle strutture. Le storie sono tante, tutte diverse, ma la rabbia che scatenano è la stessa. Bambini nati con gravi lesioni, mamme che perdono la  vita o che, nella migliore delle ipotesi, non potranno più avere gravidanze, fino al caso di medici privati che entrano in conflitto con medici ospedalieri e litigano violentemente in sala parto.
Ma non eravamo il Paese più sicuro al mondo in cui partorire?La verità è che nessuno ha preso sul serio quello che da anni denunciamo: troppi parti cesarei realizzati non per motivi clinici, ma perché programmabili e meglio remunerati, eppure con più rischi per la mamma; visite private che aprono le porte ai ricoveri in ospedale, poca separazione tra pubblico e privato e poca trasparenza, soprattutto nella gestione dell’intramoenia.

 

Con l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concernente il Piano nazionale per la prevenzione per gli anni 2010-2012 del 29 aprile 2010 si stabilisce che entro il 30 settembre ciascuna Regione adotterà il piano regionale per la prevenzione, indicando gli obiettivi che il nostro Paese nelle diverse articolazioni istituzionali deve raggiungere e destinando a tal scopo 200 milioni di Euro oltre alle risorse già previste per la realizzazione degli obiettivi del piano sanitario nazionale.
Le aree di intervento con le quali le Regioni faranno i conti sono: programmi di prevenzione collettiva; programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio; programmi di prevenzione individuale; medicina predittiva.

 

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