Salute

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La proposta di legge attualmente in discussione mortifica il diritto all'autodeterminazione dei cittadini, poiché le scelte da essi sotoscritte con le dichiarazioni anticipate di trattamento non verrebbero comunque riconosciute come vincolanti E' questo uno dei principali nodi critici  sollevati oggi da Cittadinanzattiva, convocata in una audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati sulla proposta di legge sul testamento biologico. L'analisi del ddl presentato questa mattina è frutto di un seminario di confronto promosso proprio da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, a cui hanno partecipato esponenti del mondo scientifico e delle principali organizzazioni di tutela dei diritti dei cittadini e dei disabili.

 

"Un segnale importante, una spinta ad aprire un dibattito in Parlamento affinché si riconosca il sacrosanto diritto dei cittadini alla propria autodeterminazione, soprattutto quando si parla di un aspetto assolutamente personale e che dovrebbe essere fuori dai giochi delle parti politiche, com'è quello del fine vita". Questo il commento di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva, in merito alla lettera aperta al Presidente Berlusconi inviata oggi da un gruppo di parlamentari. 
"Sin da subito", ha dichiarato la Petrangolini, "abbiamo chiesto che il disegno di legge fosse rivisto.

Sei morti sospette in meno di un mese negli ospedali calabresi. Negli stessi giorni, nella vicina Sicilia, un giovane muore dissanguato, in seguito ad un incidente stradale, perchè la sala operatoria del suo paese è chiusa e il trasporto nell'ospedale più vicino, a 50 km, gli costa la vita. Due situazioni diverse, certo, ma che esigono una risposta da parte dei cittadini.
In Sicilia il governatore Lombardo e l'assessore regionale Russo hanno avviato una opera di riorganizzazione sanitaria e della rete ospedaliera, che in parte condividiamo. Parlo della lotta agli sprechi, ai baronati, anche alle strutture inutili. Ma i tagli non devono mai provocare danni per i cittadini.

punto_10_07_09Sul fronte del “dolore inutile” che si patisce sia nelle corsie degli ospedali che tra le mura domestiche, i cittadini del nostro Paese stanno combattendo da anni una vera battaglia. La legge n.12/2001 aveva dato uno scossone al sistema perché era intervenuta finalmente per “agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore”. Tuttavia una delle cause che ha ostacolato tale “agevolazione” è stata la necessità di prescrivere questi farmaci con un ricettario speciale, che per anni molti medici non hanno neanche ritirato.

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Cittadinanzattiva ritiene doveroso confermare le fortissime perplessità e le gravi preoccupazioni sulle nuove norme introdotte in materia di immigrazione a seguito della definitiva approvazione dell'articolo 3 del DDL 733/B. Posizioni che peraltro coincidono con quelle espresse da tempo da tanta parte della società civile.

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Una sanità diversa di regione in regione, con una crescente diminuzione dell'attenzione alla umanizzazione delle cure e costi a carico dei cittadini in aumento. E' questo il quadro, poco confortante, che emerge dall'annuale Pit Salute 2008 "I cittadini al primo posto. Per una sanità più umana ed accessibile", la fotografia del rapporto tra cittadini e servizio sanitario realizzato dal Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva che quest'anno si basa su oltre 20000 segnalazioni.

punto_05_02_09Anche se avrebbero diritto all'applicazione di una norma che semplifica la loro vita, molti cittadini continuano a essere ingiustamente chiamati a visita per vedere riconfermata una patologia che purtroppo non potrà migliorare. È questa in estrema sintesi la situazione paradossale che sta vivendo la maggior parte dei pazienti interessati dalla legge 80 del 2006.

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Scarse possibilità di esito positivo per la rigidità delle procedure; si costringe la donna a sottoporsi a procedure reiterate e quindi con alto tasso di rischiosità e invasività; non si tiene conto dell'elevato rischio genetico di produrre embrioni malati; non si tiene conto dell'inutile spreco di embrioni con l'applicazione rigida della norma; si produce una inammissibile coazione alla cura in ordine ad un trattamento sanitario. Ancora, si sottolinea il diritto del concepito a una futura vita non connotata da limitazioni connesse a patologie genetiche.

punto_13_06Paga di tasca propria le carenze del servizio sanitario nazionale e lotta quotidianamente con la burocrazia per ottenere quanto garantito a livello pubblico. È questa la fotografia del cittadino affetto da malattie croniche e rare che emerge dall'VIII Rapporto sulle politiche della cronicità (è online il documento da scaricare) "Il prezzo dei diritti", presentato oggi a Roma dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici-Cittadinanzattiva, al quale aderiscono 140 organizzazioni.

punto_05_02_09Anche se avrebbero diritto ad una norma che semplifica la loro vita, molti cittadini continuano ad essere ingiustamente chiamati a visita per vedere riconfermata una patologia che purtroppo non potrà migliorare. E' questa in estrema sintesi la situazione paradossale che stanno vivendo tutti i pazienti interessati dalla legge n. 80 del 2006.

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