Giustizia ambientale e cambiamenti climatici. Si rischiano 250 milioni di rifugiati ambientali reference

“Giustizia ambientale e cambiamenti climatici”, è questo il titolo del meeting che si è tenuto a Roma lo scorso 10 e 11 settembre presso l’istituto Patristico Augustinianum a Roma.
Scienziati, economisti, esperti di green economy si sono confrontati sul tema dello sviluppo sostenibile e della lotta ai cambiamenti climatici in vista della prossima conferenza delle parti (la famosa COP21) che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’ 11 dicembre.

Il meeting ha voluto puntare l’attenzione sul concetto di giustizia ambientale perchè a pagare la tassa maggiore per la scellerata condotta dei Paesi che chiamiamo sviluppati saranno principalmente i paesi del terzo e quarto mondo.
Saranno loro ad essere i più colpiti dalla scarsità di risorse idriche e alimentari e dagli eventi metereologici estremi (inondazioni, tornado, straripamenti). Dal Sud Est Asiatico, all’Africa e all’America Latina, intere aree del pianeta rischiano un aumento della povertà pur non avendo alcuna responsabilità della crisi climatica.
E le conseguenze sociali sarebbero enormi, come ha ricordato il Ministro dell’ambiente Galletti: “Secondo alcune stime potrebbero essere 250 milioni nei prossimi decenni i “rifugiati ambientali”.
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