giustizia riforma 2015.02.11 copy copy

Adesso che un virus impone a tutti di restare a casa, anche il sistema Giustizia sta adottando in maniera stabile - e non più semplicemente sperimentale - l’utilizzo dello smart working e del digitale. Un processo iniziato ben diciannove anni fa e solo nel 2014 implementato nella giustizia civile, con la nascita del c.d. processo civile telematico (Pct); una pratica attiva a fasi alterne che tuttavia escludeva un ricorso obbligatorio agli strumenti telematici.

Oggi, in questa fase di piena emergenza, la Giustizia cambia punto di vista, riscoprendosi esclusivamente digitale: avvocati e giudici non solo sono stati catapultati in un mondo virtuale, fatto di strumenti elettronici sconosciuti ai più, ma sono stati chiamati a inseguire la costante, veloce e incessante evoluzione del sistema, a cui vengono assegnate risorse e dotazioni. E’ finalmente il passo definitivo verso un sistema più rapido ed efficiente? Leggi di più

 

Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

Condividi

Potrebbe interessarti