All’indomani della condanna europea per i fatti della scuola Diaz di Genova, il Governo aveva sottolineato la necessità di introdurre subito il reato di tortura nell’ordinamento italiano ma, a distanza di tempo, è ancora tutto bloccato ed il testo fermo al Senato.

Sono trascorsi più di nove mesi da quando il 7 aprile 2015,  la Corte europea dei diritti dell'uomo ha emesso la sua condanna per i fatti del G8 di Genova nel 2001, ma solo a settembre scorso il testo per l’introduzione del reato di tortura è approdato dalla Commissione Giustizia in Aula e da quel momento non se ne è più parlato, mentre invece parallelamente si lavora (e finalmente) a testi di legge diversi (come quello sulle unioni civili) e si fanno passi da gigante. E, nonostante l’importanza e la necessità del riconoscimento di un reato di siffatta portata, l’Italia continua ad accumulare ritardi ingiustificati. Ci chiediamo: dov’è finita la legge?
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Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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