Interview of Inés Villadiego from the Department of Social Services of the Cartagena Municipality

Inés Villadiego is a young mother with two children who works as public servant in the Cartagena Municipality (Department of Social Services). She works on the program called “Ingreso Social”, a governamental strategy that aims to overcome poverty providing technical and technological education to people with low incomes through an incentive mechanism.

In the last two years the beneficiaries of the program “Ingreso Social”, mostly young mothers head of the household who did not finish their studies, were sent to the Tribunal for the patients’ rights, located at the Primary Care Server CAP – Centro de Atención Primario of “La Esperanza”, to improve their capacity to stay in public and work in teams.

The combined work of La Corporación Tribunal de Derechos and the Department of Social Services of Cartagena, with Inés and her team’s support, gave the chance to more than 40 young women to exercise their rights of citizenship controlling the public services activities and the defense of their rights.

Entrevista a Inés Villadiego del Departamento para la Prosperidad Social de la Alcaldía de Cartagena

Inés Villadiego es una mujer joven madre de dos hijos que trabaja como funcionaria de enlace entre la Alcaldía de Cartagena y el Departamento de la Prosperidad Social (DPS) en el marco del programa "Ingreso Social", una estrategia de las estrategias del gobierno para superación de pobreza que brinda educación básica, técnica y tecnológica a personas de escasos recursos a través de un sistema de incentivos e ingresos condicionados.
Durante más de 2 años los y las beneficiarias del programa Ingreso Social, en su mayoría madres jóvenes, cabeza de que no han logrado concluir sus estudios básicos o avanzar hacia estudios superiores, acuden al Tribunal de Derechos de los Pacientes, en el CAP (Centro de Atención Primaria) de "La Esperanza" para fortalecer sus habilidades para el dialogo, la atención a públicos diversos y el trabajo en equipo, entre otras.
El trabajo conjunto entre la Corporación Tribunal de Derechos y el DPS, con el apoyo de de Inés y su equipo, ha permitido que más de 40 mujeres jóvenes ejerzan su ciudadanía en el control a lo público y la defensa de los derechos. A continuación nos presenta su opinión sobre las situación del sector salud y el trabajo de las veedurías en el Distrito de Cartagena.

Intervista a Inés Villadiego del Dipartimento dei Servizi Sociali dell'amministrazione comunale di Cartagena

Inés Villadiego è una giovane mamma con due figli che lavora come funzionaria dell'amministrazione comunale di Cartagena presso il Dipartimento Servizi Sociali. Si occupa del programma "Ingreso Social", strategia governativa di superamento della povertà che offre educazione di base tecnica e tecnologica a persone di basso reddito mediante un sistema di incentivi.
Durante gli ultimi due anni i beneficiari del programma Ingreso social, in maggioranza giovani mamme capo famiglia che non hanno concluso gli studi di base, sono stati inviati al Tribunale per i diritti del malato ubicato presso gli ambulatori (chiamati CAP – Centro de Atención Primaria) presenti nel quartiere "La Esperanza" per migliorare le proprie capacità di relazionarsi in pubblico, lavorare in equipe, etc.
Il lavoro congiunto tra la La Corporación Tribunal de Derechos e il Dipartimento dei Servizi Sociali di Cartagena, con l'appoggio di Inés e del suo team, ha permesso a più di 40 giovani donne di esercitare i propri diritti di cittadinanza nel controllo dei beni pubblici e la difesa dei diritti.

Nell'intervista Inés ci offre il suo punto di vista sulla situazione della sanità e l'attività degli istituti di partecipazione civica (cosiddetti Veedurías) del distretto di Cartagena.

L'integrazione civica degli immigrati? "Un problema aperto". Così lo definisce Giovanni Moro, presidente di FONDACA, Fondazione per la cittadinanza attiva, che nel corso del convegno internazionale "I nuovi cittadini. Dai luoghi comuni ai beni comuni: l'immigrazione tra diritti, responsabilità e partecipazione" ha presentato la prima indagine in tema di integrazione degli immigrati di prima e/o seconda generazione nelle organizzazioni di cittadini operanti in Italia.

Insieme a tante organizzazioni della società civile, delle comunità immigrate e delle reti delle seconde generazioni, Cittadinanzattiva ha sostenuto e veicolato campagne promosse negli ultimi anni sulla riforma della legge 91/92.

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Contribuire alla crescita della dimensione civica in Colombia per raggiungere un maggiore e migliore livello di tutela dei diritti degli utenti nel campo dei servizi pubblici e della sanità. Con questo ambizioso obiettivo, nel gennaio 2009 Cittadinanzattiva si è imbarcata per l'America Latina, pronta ad esportare tutela dei diritti e promozione della partecipazione civica dall'alto di una trentennale esperienza, ma anche cosciente della delicatezza della sfida alla quale è stata chiamata. Prende il via il progetto “Derechos y Desarrollo" - Diritti e Sviluppo”.

"Troppa corruzione in Italia, penultima nell'Eurozona". Così intitolava Il Sole 24 Ore del 2 dicembre 2011 a corredo dei dati sulla corruzione che annualmente vengono diffusi dall'Ong Transaperncy Internacional.

I flussi migratori che con intensità crescente da oltre 20 anni continuano a coinvolgere il nostro paese, rappresentano oramai un fatto fisiologico, capace di determinare una profonda trasformazione dell'assetto sociale. Diversi indicatori confermano che la presenza degli immigrati costituisce un dato strutturale della nostra società, una realtà che, per una parte sempre più consistente, tende a diventare assolutamente stabile (cfr. Gli immigrati in Italia).

Leggi i materiali illustrati nella prima sessione del Forum di discussione su rappresentanza e rappresentatività delle organizzazioni di cittadini (2008).

Leggi l'appello di Cittadinanzattiva "La salute non ha passaporto" del 2009, inteso a scoraggiare, attraverso una raccolta di sottoscrizioni, l'approvazione di un emendamento al "DDL sicurezza", che prevedeva l'abolizione del divieto di segnalazione all'autorità dello straniero che si rivolge alle strutture

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