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Nella sua relazione annuale, presentata pochi giorni fa al Parlamento, il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma torna a fotografare la situazione delle carceri e dei luoghi di privazione della libertà in Italia. Una realtà che presenta ancora gli stessi sintomi di una malattia di lungo corso, diagnosticata e discussa da anni ma che ogni volta sembra incancrenire: l'affollamento carcerario, la mancanza di accesso alle misure alternative, l'aumento dei suicidi.

È sempre lo stesso paradosso italiano: diminuiscono i reati, ma aumentano i detenuti. Nella sua relazione il Garante documenta le numerose visite effettuate tra il 2018 e l’inizio del 2019 presso cento diversi luoghi di detenzione: istituti di pena per minori e per adulti, centri per migranti, Rems (le strutture sanitarie che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari), servizi psichiatrici di diagnosi e cura.

E poiché “la privazione della libertà non può essere un messaggio politico”, come affermato dallo stesso Garante, le visite non hanno risparmiato neanche la nave della Guardia costiera Diciotti e trentaquattro voli di rimpatrio forzato, accuratamente ispezionati e monitorati. Approfondisci

Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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