Togliere poteri al Direttore di carcere e trasferirli al comandante di Polizia penitenziaria: è questo il contenuto di un decreto legislativo del Governo vicino all’approvazione definitiva. Una proposta di legge dell’attuale maggioranza che rischia di minare alla radice quel delicato equilibrio tra istanze di risocializzazione e bisogno di sicurezza che invece vede nel Direttore del carcere il suo garante. Il testo, all’esame delle commissioni prima dell’approvazione finale, intende stravolgere il modello di un carcere improntato ad una gestione finalizzata al reinserimento sociale dei detenuti che prevede nel Direttore, sovraordinato gerarchicamente al comandante di Polizia penitenziaria, un garante del rispetto degli obiettivi costituzionali della pena.

Perché il carcere non può e non deve essere improntato all’esclusiva neutralizzazione fisica, sottraendo di fatto al Direttore sia la superiorità gerarchica, sia la decisione finale in ambito disciplinare che di uso delle armi. Per questo è necessario rivolgere un sentito appello affinché si eviti un pericoloso scivolamento di tipo securitario. Leggi di più

Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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