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Il Giudice di secondo grado della Corte di Appello di Milano ha confermato che chiamare “clandestini” i richiedenti asilo costituisce comportamento discriminatorio e molesto per ragioni di razza ed etnia. La vicenda nasce nell’aprile 2016 quando, in relazione all’apertura di un centro di accoglienza a Saronno che avrebbe dovuto ospitare circa 30 richiedenti asilo, la Lega nord aveva organizzato una opposizione affiggendo nella cittadina dei cartelli riportanti la dicitura “clandestini”. Ora, confermando la decisione del primo grado, la Corte ribadisce che qualificare in questo modo i richiedenti protezione internazionale attribuisce automaticamente un comportamento illegale a chi invece si trova sul territorio per chiedere protezione e ha diritto di restarvi fino a che la sua domanda non viene esaminata.

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Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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