Reato di tortura

Il 20 marzo il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha enunciato e reso pubblici i principi a fondamento del trattamento delle persone in stato di detenzione o private della libertà personale in questa fase di gravissima emergenza per la pandemia da Coronavirus e che sta mettendo a dura prova le autorità degli Stati membri del Consiglio d’Europa.

Pur riconoscendo la chiara necessità di adottare misure decise per combattere il COVID-19, il CPT sente il dovere di rammentare a tutti gli attori coinvolti – in particolare il personale che opera nei vari luoghi di privazione della libertà personale come i commissariati di polizia, gli istituti penitenziari e i servizi psichiatrici, i centri di detenzione per migranti, le residenze per persone con disabilità o anziane così come le zone di confinamento recentemente istituite per le persone poste in quarantena - la natura assoluta e cogente del divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti. Le misure precauzionali adottate dalle autorità non devono mai giungere a configurare trattamenti inumani e degradanti delle persone private della libertà personale. Qui i dieci principi fondamentali enunciati dal CPT.

 

Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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