Giustizia

mafia a roma 1

Nel corso dell'udienza preliminare relativa al procedimento a carico dell'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, Cittadinanzattiva, rappresentata dall'avvocato Stefano Maccioni,  è stata ancora una volta l'unica associazione ad essere ammessa come parte civile. 

mafia capitale

Cittadinanzattiva parte civile nel maxiprocesso “mafia capitale”. Solo 22 su 50 le costituzioni ammesse. “Riconoscimento per nostro impegno su legalità e nella lotta alla corruzione”

Al termine di un'udienza fiume di oltre 12 ore,  Cittadinanzattiva è stata riconosciuta parte civile anche nel maxiprocesso "mafia capitale", che annovera tra gli imputati Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. A fronte di oltre 50 richieste,  Cittadinanzattiva, rappresentata dall' avv. Stefano Maccioni della rete Giustizia per i Diritti-Cittadinanzattiva,  è una delle 22 parti civili ad aver ottenuto l'ammissione, assieme a Libera,  le associazioni Caponnetto e Borsellino, Sos Impresa e Fai Antiracket ed accanto a Regione Lazio, Comune, Ama, Consorzio Calatino, per citarne solo alcune, a fronte delle 50 richieste.

mafia capitale

Prime condanne “mafia capitale”: riconosciuta a Cittadinanzattiva, parte civile, risarcimento di 5000 euro. “Un importante riconoscimento per l’impegno della associazione per la legalità e la lotta alla corruzione”

Sono state emesse ieri, 3/11, le prime condanne per i quattro imputati coinvolti nella inchiesta “mafia capitale” che hanno scelto il giudizio abbreviato. A Cittadinanzattiva, parte civile nel processo, rappresentata dall’avv. Stefano Maccioni della rete Giustizia per i diritti, è stato immediatamente riconosciuto il risarcimento del danno arrecato da uno degli imputati, Gammuto, liquidato in via equitativa in 5.000 euro.

migranti

 

Rapporto sull'accoglienza di migranti e rifugiati in Italia: Cittadinanzattiva, LasciateCIEntrare e Libera:” Luci ed ombre nel rapporto del Viminale. Giusto riconoscimento alle tante realtà sociali impegnate ma preoccupante il silenzio sugli affari che si nascondono dietro i migranti” Chiediamo trasparenza sulla gestione del sistema di accoglienza per richiedenti asilo

Un rapporto quello presentato oggi al Viminale che presenta luci ed ombre. Se da un lato viene giustamente messo in risalto il  riconoscimento ai tanti comuni , operatori , realtà sociali che si sono messi in gioco e  operano e aiutano nella trasparenza i migranti  dall'altro evidenziamo il mancato e totale riferimento alle illegalità, alle opacità , ai grandi affari che mafie e corruzioni, come dimostrano le recenti inchieste, hanno operato sulla pelle dei migranti. 

mafia capitale1

Oggi, nel corso della udienza preliminare per il rito abbreviato richiesto da alcuni degli imputati,  Cittadinanzattiva, rappresentata dall’avv. Stefano Maccioni, è stata ammessa come parte civile.

 L’associazione è stata riconosciuta parte civile in quanto associazione di promozione sociale, pertanto  legittimata ex lege ad essere parte del processo.

isochimic

Anche Cittadinanzattiva tra le parti civili del processo, che ha preso il via oggi presso il Tribunale di Avellino dopo 30 anni di indagini, verifiche, esposti e denunce, contro la Isochimica Le imputazioni a carico dei dirigenti comunali, del consorzio di bonifica e dell'ASL sono gravissime. In particolare, sono accusati di aver esposto i lavoratori all'amianto senza alcuna cautela sia durante la sua bonifica. Sono 240 le parti civili fra cui eredi di dipendenti della Isochimica deceduti già da molti anni. Fa riflettere come l'ultima vittima di poco più di 50 anni abbia ricevuto la notifica del processo ma è morto qualche settimana fa, prima di potervi presenziare.

campagna incastrati

Campagna inCAStrati promossa da Cittadinanzattiva, LasciateCIEntrare e Libera: depositato ricorso al TAR Lazio per chiedere trasparenza sulla gestione del sistema di accoglienza per  richiedenti asilo.
Nonostante siano oltre 40.000 le persone ospitate, non c’è una mappa pubblica dei cosiddetti CAS, mancano informazioni chiare ed accessibili sui soggetti gestori, convenzioni, gestione economica e, soprattutto, rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d’appalto. Questa, in estrema sintesi, la fotografia dell’accoglienza dei profughi nel nostro Paese, sulla cui gestione Cittadinanzattiva, LasciateCIEntrare e Libera, attraverso la campagna “InCAStrati”, denunciano la situazione di grave opacità, a cominciare dai cosiddetti Centri di accoglienza straordinaria.

mcdonalds infografica

La segnalazione, presentata da Codacons insieme a Movimento Difesa del Cittadino e Cittadinanzattiva chiede a Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e Procure di Roma e Milano di indagare su una possibile elusione fiscale che potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 224 milioni di euro Roma, 1 Ottobre 2015 – Codacons, insieme a Cittadinanzattiva e Movimento Difesa del Cittadino, ha presentato un esposto contro il gruppo McDonald’s per presunta violazione delle norme fiscali e tributarie vigenti nel nostro paese. La denuncia chiede alle istituzioni italiane di indagare su una possibile elusione fiscale a vantaggio di una società del gruppo con sede principale in Lussemburgo e sede secondaria in Svizzera realizzata fra il 2009 e il 2013. Se accertata potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 224 milioni di euro.

emergenza immigrazionejpg

Cittadinanzattiva, LasciateCIEntrare e Libera notificano un’istanza di accesso civico al Ministero dell’Interno, per chiedere trasparenza sul sistema di accoglienza di immigrati e richiedenti asilo, a cominciare dalla gestione dei Centri di Accoglienza straordinaria.

A maggio 2015 nei cosiddetti C.A.S. (centri di accoglienza straordinaria) sarebbero ospitate 42.000 persone, sulla base di convenzioni puntualmente prorogate.  Tuttavia, non esiste neppure un elenco pubblico di tali strutture, della loro ubicazione, di chi le gestisce. Non vi è trasparenza sugli affidamenti, sui finanziamenti, sul rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d’appalto. 

 Reato di tortura

"La nostra organizzazione si è impegnata nella battaglia per l'introduzione del reato di tortura nell'ordinamento nazionale, perché siamo convinti che il terreno della protezione dei diritti umani sia patrimonio di tutti i cittadini. Certo, il testo approvato è abbastanza lontano da quanto auspicato e presenta forti limiti, da quelli legati alla configurazione della tortura come reato comune e non come reato proprio - seppure con un'aggravante quando il fatto è commesso da pubblico ufficiale - alla necessità, alquanto pleonastica e quindi foriera di difficoltà di applicazione, che la sofferenza inflitta sia "ulteriore rispetto all'esecuzione delle legittime misure privative o limitative dei diritti", alla limitazione dell'ambito di applicazione del reato ai soli casi in cui la vittima è affidata o sottoposta all'autorità dell'agente", ad affermarlo Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva.

Condividi