carceri detenuti stranieri

La riforma dell’ordinamento penitenziario ha tra i suoi obiettivi quello di introdurre misure atte a facilitare la detenzione per le persone straniere che, secondo i dati attuali, rappresentano il 33% della popolazione carceraria. Numeri che crescono e che rendono dunque necessario un intervento incisivo, per favorire persone che si trovano in una particolare condizione di debolezza.

Una delle novità più significative della riforma è quella di prevedere una maggiore presenza in carcere di mediatori culturali, figure essenziali per supplire alle difficoltà di comprensione del sistema giudiziario e all’assenza di legami con il mondo esterno che costituiscono ostacoli all’integrazione del detenuto e fonte di rischio di radicalizzazioni assai frequenti in carcere. Inoltre, la riforma favorirà e renderà più facile i colloqui in carcere, anche per via telematica, facilitando la possibilità di contatto con i propri cari e, anche, di accesso alle informazioni, prevedendo un nuovo permesso per ragioni familiari di particolare rilevanza. Leggi di più su www.redattoresociale.it

Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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