Riforma penitenziaria

Il 16 marzo il Consiglio dei Ministri ha varato una parte dell’attesa riforma dell’ordinamento penitenziario inserita nella Legge Delega con cui il Parlamento ha affidato al governo il compito di ridisegnare il profilo dell’esecuzione penale italiana. Una riforma che arriva dopo ben quarant’anni dall’ultimo intervento in materia, diventata urgenza dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che nel 2013 ha condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante nei confronti dei detenuti con la nota sentenza “Torreggiani” che, per la prima volta, ha affrontato i problemi strutturali del sistema penitenziario nazionale. Ma la riforma è stata approvata a metà: l’iter legislativo non è ancora completo perché il testo dovrà tornare necessariamente alle Camere e sarà la nuova legislatura a doversi esprimere.

Necessario, quindi, continuare a fare  pressione per non allentare la tensione intorno alla riforma.

Approfondisci  e leggi i punti salienti della riforma.

Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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