Indennizzi ridotti e previsione di “rimedi preventivi” per non perdersi il diritto di far valere la propria titolarità all’azione volta ad ottenere un indennizzo per chi sia stato vittima di processi irragionevolmente lunghi, come stabilito dalla Legge Pinto. Eppure, a fronte di una legge davvero giusta per i cittadini, che spesso si trovano costretti ad invecchiare insieme alle loro cause, con la Legge di Stabilità in vigore da gennaio 2016 molto è cambiato e, purtroppo, in maniera nettamente peggiorativa.

Perché per sanare il bilancio dello Stato, per la mancanza di fondi e per la difficoltà di corrispondere in tempo tutti gli indennizzi a titolo di equa riparazione (il debito della giustizia italiana rappresentato dal costo degli indennizzi della Legge Pinto ammonta a circa 400 milioni di euro) si è pensato bene di intervenire direttamente sulle previsioni della Legge stessa, riducendo l’entità degli indennizzi (di quasi la metà) ed obbligando le parti ad attivarsi in corso di processo, a riconoscere il ritardo ed a provare di aver subito il danno, presentando istanze preventive. Nel frattempo, il Ministero della Giustizia ha pubblicato sul proprio sito il modello da utilizzare per ottenere il pagamento dell’indennizzo: approfondisci su www.altalex.com e su www.quotidianogiuridico.it

Valentina Ceccarelli
Classe '78, romana e romanista doc. Laureata in Giurisprudenza, è a Cittadinanzattiva dal 2009. Impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, è consulente del Pit Unico e si occupa delle tematiche di Giustizia per la newsletter. Appassionata di libri, cucina e danza orientale, è convinta che il mondo non si possa cambiare restando seduti.

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