Scuola

Ritorna la didattica a distanza per il 75% degli studenti degli istituti superiori, a partire dal secondo anno. E' quanto prevede l'ultimo Decreto del 24 ottobre. In realtà la cosiddetta DAD era già utilizzata da settembre in moltissime scuole superiori di secondo grado per ovviare al problema della carenza di spazi e della conseguente impossibilità di mantenere il distanziamento fisico in molte aule. E, attraverso specifiche ordinanze regionali, Lombardia, Calabria, Campania e Sicilia la prevedono per il 100% degli studenti più grandi. "Ma a che punto sono gli istituti sulla tanto contestata dad? Secondo i dirigenti scolastici e gli esperti del mondo digitale tra i banchi, il mondo della scuola ancora arranca". 

Scuole all'aperto, didattica innovativa, nuovi spazi di apprendimento, comunità educante. Attorno alla scuola del post-covid si rincorrono temi ed esperienze che, rompendo il tradizionale schema che vedeva l'aula al centro della didattica, cercano di trovare soluzioni all'emergenza e nel contempo mostrare buone pratiche già in essere per un nuovo modo di fare scuola.

Nella scuola primaria Giovanni Pascoli di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo, è stata da poco inaugurata la prima Aula Natura d’Italia, uno spazio scolastico particolare: niente banchi, niente tetto, ci sono invece uno stagno, tante piante officinali, una casetta di legno e un “condominio” per insetti. 
Nei 18 plessi scolastici dell'Istituto Valle Versa (8 scuole d’infanzia, 6 primarie, 4 secondarie di primo grado), nell’Oltrepò Pavese, si fa scuola nei parchi e nei boschi, tutto l’anno. E se piove? Nessun problema: si ricorre a portici, strutture estive riconvertite, tensostrutture fornite dagli Alpini, tettoie. 

Il Decreto firmato il 18 ottobre dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prevede nuove disposizioni che riguardano anche il mondo della scuola, soprattutto per gli studenti delle superiori e per i docenti. Come spiegato in una nota dal Ministero dell'Istruzione, le disposizioni hanno carattere generale e quindi non devono essere necessariamente messe tutte in campo in assenza di stato di criticità o di pericolo, ma vanno applicate solo dove è necessario. Il primo chiarimento riguarda le scuole dell’infanzia, le elementari e le medie: in tutti questi casi non cambia nulla. Le novità riguardano solamente le scuole superiori. 

Il Decreto della Presidenza del Consiglio del Ministri appena varato sembra escludere qualsiasi gita o visita didattica. L’articolo 1, comma 6, lettera s) del DPCM del 13 ottobre, prevede infatti quanto segue: «Sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, fatte salve le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, nonché le attività di tirocinio». Ma il Ministero dell'Istruzione, in una nota, chiarisce forse la questione.

iscrizioni scuola 2020 copy

Nel corso delle ultime votazioni di settembre sono state 1.453 le sezioni elettorali, in 465 comuni italiani, collocate al di fuori degli edifici scolastici. Ora il lavoro prosegue: una circolare del 2 ottobre scorso del Viminale (Dipartimento per gli Affari interni e territoriali) invita le prefetture a proseguire nella ricerca di immobili alternativi agli edifici scolastici da destinare ai seggi  elettorali. ''Un'attività già avviata dal ministero dell'Interno, d'intesa con l'Anci, nel corso delle ultime elezioni, da svolgere in collaborazione con le amministrazioni locali. Obiettivo principale è di non aggravare l'ordinaria programmazione delle attività scolastiche in previsione del turno elettorale del prossimo anno'', comunica il Viminale.
L'urgenza di spostare i seggi elettorali fuori dalle scuole è stata più volte ribadita da Cittadinanzattiva che, con un comunicato stampa, manifesta la disponibilità a collaborare, a livello locale, per l'individuazione di sedi alternative.

aulascuola

"Ai tempi del virus SARS-CoV-2, le decisioni sulla scuola sono fra le più difficili da adottare. Si tratta di comparare rischi complessi, in un contesto non agevolato dalle politiche scolastiche dei decenni precedenti. Sono quindi comprensibili le cautele e anche le preoccupazioni dei decisori, persino quando appaiono eccessive. Oggi però esiste, a nostro avviso, evidenza scientifica sufficiente per riesaminare alcune delle decisioni sin qui adottate allo scopo di meglio conciliare l'esigenza di contenere il virus in ogni ambiente con le specificità del contesto scolastico e con le esigenze di socialità, cultura e apprendimento di ragazzi e bambini".

In che modalità le scuole hanno organizzato la riapertura? Cittadinanzattiva lancia un questionario online per conoscere come i singoli istituti si siano attivati per riprendere le attività didattiche ed avere informazioni specifiche su: il numero di aule utilizzate o la riorganizzazione di nuovi spazi; la presenza o meno di banchi monoposto; la fornitura e le modalità di uso delle mascherine in classe; l’eventuale carenza di docenti, anche di sostegno, e di collaboratori scolastici; le modalità di organizzazione della refezione scolastica; l’eventuale attivazione da parte delle famiglie dell’homeschooling; la presenza o meno di tempo pieno e servizi di pre-post scuola; l’organizzazione del trasporto scolastico.

In arrivo nelle scuole i test antigenici rapidi, per effettuare screening a tappeto su studenti e personale scolastico ed avere i risultati entro 20-30 minuti. Lo ha deciso il Comitato tecnico scientifico, che ha accolto la richiesta avanzata dal Ministro della Salute Roberto Speranza. L’accordo prevede che questa tipologia di tampone possa essere impiegata negli istituti scolastici “ai fini esclusivi di screening“. Di fronte a un sospetto Covid, si potrà avere una prima risposta nel giro di 20-30 minuti ed eventualmente estendere l’esame a tutti i contatti stretti (ad esempio a un’intera classe). In caso di positività, però, bisognerà sottoporsi al tampone molecolare per avere la diagnosi definitiva. L’obiettivo, come si legge nella circolare emanata dal Ministero della Salute, è infatti quello di distinguere in modo tempestivo chi ha solo una sindrome influenzale da chi, invece, è stato contagiato dal virus.  

Cava dei Tirreni, Nardò (LE), Robecchetto con Induno (MI), Roma, Udine: provengono da varie parti d’Italia gli studenti delle cinque scuole premiate con la quattordicesima edizione del Premio Buone pratiche a scuola “Vito Scafidi”, promosso da Cittadinanzattiva. Al centro dei loro progetti temi come la sicurezza del territorio, la cittadinanza attiva, l'aducazione al benessere. E quest'anno anche le esperienze innovative per fare scuola e mantenere i legami con  gli studenti più piccoli durante il lockdown. Vediamoli nel dettaglio.
I ragazzi del Liceo Scientifico Statale Genoino di Cava de’Tirreni (SA), con il progetto “Il Rosso e il Giallo”, hanno realizzato un percorso formativo sulla sicurezza del territorio, iniziato con la giornata del geologo, la giornata della sicurezza e la visita didattica presso il Dipartimento della protezione civile. Attraverso l’incontro e l’intervista al Sindaco di Amalfi vengono portati alla luce i principali rischi del territorio, quali frane, smottamenti, mareggiate. Dalla conoscenza dei rischi alla consapevolezza di un territorio esposto, il percorso didattico continua con la verifica, da parte dei ragazzi dei Piani comunali e delle aree di attesa presenti sulla costiera amalfitana.
Gli studenti del Liceo Scientifico Copernico di Udine ricostruiscono, attraverso una complessa sceneggiatura, il percorso de “La banconota X” che la vede protagonista di alcuni scambi fra malavitosi, da Palermo a Milano passando per il territorio “insospettabile” del Friuli Venezia Giulia, fino a giungere nelle mani di un ignaro cittadino, imparentato con la prima vittima dell’estorsione.

dottore medico

Il certificato medico per il rientro in classe senza la prova del tampone è "inutile e dannoso", a dirlo Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana Medici Pediatri (FIMP), in merito alla richiesta dell'Associazione Nazionale Presidi di rendere obbligatoria, dopo un'assenza superiore a 5 giorni, la presentazione del certificato medico per la riammissione a scuola. Per Biasci "si tratta di un adempimento burocratico già cancellato in molte Regioni che potrebbe tornare a complicare il lavoro dei medici e la vita delle famiglie".

Il Certificato, inoltre, a detta di Biasci contraddice le raccomandazioni sin qui promosse per contenere l'epidemia e , basandosi solo sulla valutazione delle condizioni cliniche del bambino, "offrirebbe invece una falsa sicurezza sulle condizioni di contagiosità degli alunni".

Approfondisci su Repubblica.it e visita il sito web della FIMP.

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