“TORTURA: PUNTO E A CAPO?” DOMANI, IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE PER LE VITTIME DELLA TORTURA, L’APPELLO E LE INIZIATIVE DI AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA, ANTIGONE E CITTADINANZATTIVA PER L’INTRODUZIONE DEL REATO DI TORTURA IN ITALIA
In occasione del 26 giugno, Giornata internazionale per le vittime della tortura, Amnesty International Italia, Antigone e Cittadinanzattiva rivolgono un appello ai presidenti delle commissioni Giustizia della Camera e del Senato perché sia finalmente introdotto il reato di tortura nel codice penale italiano.
Con l’appello, sottoscritto da oltre 20 organizzazioni, viene richiesto alle forze politiche di colmare, entro il 2014, una gravissima lacuna presente nell’ordinamento nazionale da oltre un quarto di secolo. Il testo dell’appello è disponibile sul sito delle associazioni promotrici.Nella stessa giornata Amnesty International Italia, Antigone e Cittadinanzattiva promuovono tre iniziative.
La ratifica italiana della “Convenzione ONU contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti” risale esattamente a 25 anni fa, nonostante ciò nell’ordinamento nazionale manca ancora la previsione di uno specifico reato di tortura.
Un’inadempienza macroscopica di precisi obblighi internazionali sulla quale si è accumulato un ritardo di un quarto di secolo.
A partire dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, il divieto di tortura è contemplato in convenzioni e trattati internazionali e sovranazionali ai quali lo Stato Italiano ha puntualmente aderito1.
Significativi risultati per l'Italia in materia di sovraffollamento carceri. A fronte della sentenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, pronunciata l'8 gennaio 2013, nei confronti dell’Italia e del suo sistema penitenziario, il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha valutato positivamente i miglioramenti della situazione nelle carceri italiane e rinvia al giugno 2015 un'ulteriore valutazione sull'attuazione delle misure decise dal governo per affrontare il problema del sovraffollamento. Per approfondimenti
Una buona pratica, un esempio da seguire soprattutto in questo momento critico che caratterizza l’Italia ed il suo sistema penitenziario. Si tratta di un progetto dal nome “Giardino Radicale” e riguarda il carcere di Borgo San Nicola (LE), noto per l’emergenza sovraffollamento. I detenuti sono stati coinvolti nel miglioramento delle condizioni della struttura in cui vivono, in particolare degli spazi comuni. Leggi tutto
Il 28 maggio scorso è scaduto il tempo massimo concesso all’Italia dalla Corte di Strasburgo per adottare misure volte a ripristinare la legalità nelle carceri e ad abbattere il sovraffollamento. Tra qualche giorno è prevista la sentenza definitiva del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che potrebbe costare al nostro Paese fino a 100 milioni di euro. Approfondisci
Nel gennaio 2013 la Corte Europea di Strasburgo aveva condannato l’Italia per il trattamento inumano e le condizioni degradanti riscontrate in alcuni istituti penitenziari. Ed aveva concesso un anno di tempo – con scadenza il 28 maggio 2014 - per rientrare nella legalità ed individuare un meccanismo di compensazione per le vittime di questa condizione. Nei prossimi giorni il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa valuterà le politiche penali e penitenziarie italiane e le proposte di miglioramento avanzate. Leggi di più
Aumentano con ritmo costante le adesioni all'appello del 24 aprile 2014 promosso dalla rete di associazioni della campagna 'Tre leggi'' ed indirizzato ai massimi rappresentanti istituzionali italiani ed europei. Anche Cittadinanzattiva è tra le associazioni firmatarie, rappresentative dell'intero mondo sociale che ruota attorno alle carceri italiane. Leggi l'appello
Si avvicina la scadenza imposta all’ Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. A fine maggio a Strasburgo si potrebbe decidere di procedere alle condanne sui 4.000 ricorsi pendenti in relazione al sovraffollamento delle carceri italiane. Continua a leggere
Malattie infettive, patologie da tossicodipendenza o psichiatriche: queste le rilevazioni riguardanti gli istituti di pena italiani, secondo l’analisi che la SIMSPE (Società Italiana Medicina e Sanità Penitenziaria) ha presentato qualche giorno fa durante l’evento “Salute in carcere, oggi”; i dati, hanno anche fatto emergere la necessità di istituire un osservatorio apposito per gestire politiche e interventi in materia. Leggi l’articolo su www.corrierenazionale.it e www.quotidianosanita.it
Misure per sfoltire la popolazione carceraria e più diritti per i detenuti: sono questi gli obiettivi principali della riforma, approvata definitivamente dal Senato, a due giorni dalla sua scadenza. Leggi nel dettaglio cosa prevede il Decreto. Leggi tutto
Quella del sistema carcerario italiano è ormai una vera e propria emergenza, ed a sottolinearlo è lo stesso Rapporto presentato dall’associazione Antigone il 19 dicembre scorso a Roma, dal titolo “L’Europa ci guarda”. Il report offre una visione a 360° della realtà carceraria del nostro Paese con numeri che fanno paura: l’Italia si conferma "maglia nera" in Europa per sovraffollamento e suicidi in carcere. Leggi di più e vai al sito dell’Associazione
Un lungo articolo, scritto dal Segretario e dal Responsabile nazionale dell’Organizzazione di Psichiatria Democratica che racchiude riflessioni a proposito del decesso avvenuto in strada, a Napoli, di una persona senza fissa dimora e di un giovane detenuto nel carcere di Poggioreale. Leggi l’articolo
Istituti penitenziari costruiti ma celle mai utilizzate: è questo uno dei grandi paradossi italiani, che fa più scalpore in un momento in cui lo stato del sistema carcerario italiano è in preda all’emergenza. Tutto questo mentre a Strasburgo sta per essere presentato l’ennesimo Piano contro il sovraffollamento delle carceri per garantire il rispetto della scadenza del maggio 2014 dettata dalla Corte europea dei diritti umani per porre rimedio alle condizioni di vita inumane dei detenuti. Leggi di più
Ce la propone il sito www.linkiesta.it con un’interessante analisi che prende spunto dai dati del sovraffollamento degli istituti carcerari italiani forniti dal Ministero della Giustizia.
Secondo l’Osservatorio permanente sui morti in carcere, in meno di cinque anni si sono tolti la vita ben 306 detenuti, sintomo evidente del disagio esistenziale vissuto all’interno delle strutture penitenziarie. L’Italia rischia ancora sanzioni ed urge un intervento immediato. Approfondisci
Per i giornalisti mai più carcere in caso di diffamazione, ma solo pene pecuniarie. Si tratta della principale novità contenuta nella proposta di legge sulla diffamazione approvata dalla Camera ed ora al vaglio del Senato. Per saperne di più
Il presidente Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio di appello a Camera e Senato affinché la situazione di dramma in cui versa il sistema carcerario italiano venga immediatamente affrontata. Il termine ultimo per provvedere, come stabilito dalla Corte di Strasburgo, scade il 20 maggio 2014. Approfondisci
Il decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 2 luglio 2013 n. 153 è sicuramente un buon inizio, perché corregge forti squilibri del sistema detentivo italiano ed affronta l’emergenza sovraffollamento. Ma restano aperti tanti altri nodi critici su cui Cittadinanzattiva chiede di intervenire. Leggi il nostro blog
Mentre il Governo lavora al decreto legge per fronteggiare il problema, i dati recenti forniti dal Ministero della Giustizia confermano che quella del sovraffollamento delle carceri italiane è una vera e propria emergenza. A fronte di una capienza di circa 47 mila posti, negli istituti di pena italiani sono attualmente presenti quasi 66 mila detenuti. Per conoscere gli altri dati leggi l’interessante infografica su L'Inkiesta
Il Ministero della Giustizia sta mettendo a punto un decreto per alleggerire la pressione sulle carceri e per fronteggiare il problema del sovraffollamento. Un’emergenza, questa, che porterà a far uscire dagli istituti circa quattromila detenuti, prediligendo le misure alternative alla detenzione per adeguarsi alle direttive della Corte Europea di Strasburgo entro maggio 2014. Approfondisci
Condizioni degradanti, mancato rispetto della dignità umana, negazione dei diritti fondamentali: è questa la denuncia che arriva dall’organizzazione dei Medici per i diritti umani, dopo un anno di visite e testimonianze raccolte all’interno dei Centri di identificazione ed espulsione presenti in Italia. Per saperne di più
Peggio di noi solo Serbia e Grecia: è questa la situazione che emerge dall’ultimo Rapporto del Consiglio d’Europa sulla popolazione carceraria in 47 Paesi europei e relativo al 2011. Il nostro Paese è in coda alla classifica anche per il numero di detenuti in attesa di giudizio, alle spalle di Ucraina e Turchia: 14.140 su un totale di 67.104 persone private della libertà (pari al 21%). Per saperne di più
Cittadinanzattiva su 3 leggi di iniziativa popolare su giustizia e diritti in carcere:
soddisfazione per le prime 10mila firme raccolte. A breve sarà possibile firmare anche presso molti Comuni
"Siamo molto soddisfatti del risultato di questa prima giornata di mobilitazione nazionale sulle tre proposte di legge di iniziativa popolare per la introduzione del reato di tortura, la legalità nelle carceri e per la modifica della legge sulla droga. In poche ore sono state raccolte oltre 10mila firme", ad affermarlo Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva, che aderisce al Comitato promotore della campagna "3leggi per la giustizia e i diritti".
Cittadinanzattiva è fra le associazioni del comitato promotore della Campagna pubblica per la raccolta delle firme per le tre proposte di legge di iniziativa popolare contro la tortura, contro la legge sulle droghe e per la legalità nelle carceri. Ricordiamo che il 9 aprile 2013, dalle ore 9 alle ore 13, si firma davanti ai tribunali di tutta Italia: sostieni anche tu la campagna! Leggi il comunicato stampa
Seguendo l'esempio del Tribunale di Sorveglianza di Venezia - che circa un mese fa aveva emesso una ordinanza di rinvio alla Corte Costituzionale su un detenuto a Padova costretto a scontare la pena in una cella di neanche 3 mq - anche i giudici di Milano alzano la voce. Chiesta alla Consulta una pronuncia che consenta il differimento della pena quando le condizioni della reclusione si traducano in un comportamento contrario al senso di umanità. Per saperne di più
Cittadinanzattiva è fra le associazioni del comitato promotore della Campagna pubblica per la raccolta delle firme per le tre proposte di legge di iniziativa popolare contro la tortura, contro la legge sulle droghe e per la legalità nelle carceri. Il 9 aprile si firma davanti ai Tribunali di tutta Italia. Leggi il comunicato stampa
Cittadinanzattiva è fra i promotori della Campagna lanciata da Antigone e finalizzata alla raccolta di firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare che riguardano l'introduzione in Italia del reato di tortura, la modifica della legge sulle droghe e l'adozione di misure per la reale tutela dei diritti dei detenuti e la riduzione del sovraffollamento penitenziario. Approfondisci e firma l'appello
Il presidente Napolitano si è recato in visita all’istituto penitenziario di San Vittore, uno dei luoghi simbolo del sovraffollamento e del degrado carcerario. Condizioni insostenibili, detenuti in numero doppio rispetto alla capienza effettiva della struttura, trattamenti inumani: un appello, sempre più forte, affinchè lo Stato si adoperi a fronteggiare il problema. Leggi qui
Il Parco Sommerso di Gaiola oggi, oltre a rappresentare un enorme patrimonio ambientale e culturale della Città di Napoli, è un’importante risorsa sociale in considerazione dell’alto valore educativo e rieducativo che è chiamata a svolgere anche in considerazione del contesto territoriale metropolitano in cui è inserita. Proprio in quest’ambito si inserisce il Progetto “GAIOLAvoriamo insieme”, nato dall’incontro delle rispettive esperienze maturate dal CSI Gaiola onlus e dal SerT Centro Palomar, d’intesa con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei (Ente Gestore dell’AMP di Gaiola), in collaborazione con UEPE e con il Patrocinio del Comune di Napoli – Assessorato alle Politiche Sociali. Il Progetto si pone come strumento di conoscenza e partecipazione attiva degli utenti del Palomar in regime di misura alternativa alla detenzione, affinché essi abbiano coscienza del proprio territorio e possano sentirsi parte integrante del processo di salvaguardia e valorizzazione del Parco attraverso azioni pratiche di utilità sociale ed ambientale. Il Progetto si propone di stimolare la sensibilità per la salvaguardia di spazi e luoghi del patrimonio storico-ambientale napoletano anche mediante un approccio ecologico-sociale che dalla cura attiva di uno spazio pubblico possa sviluppare un senso di responsabilità nei confronti della collettività. Il progetto inoltre si propone di sviluppare un’azione strategica tra più soggetti coinvolti nel sociale per migliorare la condizione di coesione e inclusione sociale. Approfondisci
Detenuti in celle di tre metri quadrati, se sono fortunati; condizioni degradanti, trattamento inumano: le carceri italiane sono messe sotto accusa dalla Corte Europea dei diritti umani. Per l’Italia arriva la condanna per la violazione dei diritti dei detenuti ed arriva l’ultimatum: un anno per cambiare. Leggi di più
Il Presidente della Repubblica Napolitano è tornato recentemente a parlare di amnistia e di indulto quali possibili soluzioni all'ormai endemico problema del sovraffollamento delle carceri italiane. Su www.lavoce.info troviamo un’interessante analisi che ci offre soluzioni alternative. Leggi qui
Cittadinanzattiva su caso Aiello: la giustizia di ferma di fronte ad un menù! il Ministro riferisca in Parlamento sulle conclusioni delle indagini
"La lotta alla mafia e alla corruzione si ferma di fronte ad un piatto di fave e piselli", questo il commento di Cittadinanzattiva a proposito della conclusione dell'indagine ministeriale sulla detenzione del boss della sanità privata siciliana Michele Aiello.
"Sorprende che gli ispettori del Ministero della Giustizia non abbiano trovato alcuna irregolarità nella gestione del caso Aiello. Non si può rimettere nel suo terreno di coltura un mafioso e corrotto conclamato, perché la direzione penitenziaria non è in grado di garantire la sostituzione dei pasti. La giustizia si ferma di fronte ad un menù", si chiede Laura Liberto, coordinatrice di Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva.
Secondo una nota inviata ai gruppi parlamentari di Camera e Senato dall’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, le voci recentemente diffuse dal Governo sulla significativa riduzione del numero dei detenuti nelle carceri italiane, conseguente alle misure recentemente varate dall’Esecutivo, sarebbero totalmente fuorvianti. I dati in possesso del sindacato indicherebbero infatti 66.200 detenuti per 45.750 posti. Oltre ai numeri, allarmanti sarebbero le condizioni di vita in carcere e il costante allentamento degli impegni assunti dal Governo ad inizio mandato. Per saperne di più
Questo il titolo del convegno organizzato a Milano il 30/03/12 dalle Associazioni Terre des Hommes e Bambinisenzasbarre. Il tema affrontato è stato quello della presenza in carcere dei bambini, figli di madri detenute, la cui normativa è dettata dalla legge n. 62 del 2011. Ad oggi non è ancora entrato in vigore il relativo decreto attuativo: in mancanza, il rischio è quello di veder costretti i bambini a vivere entro le mura degli istituti penitenziari fino a 6 anni. Visiona La Legge e Il Comunicato Stampa
Prima struttura operativa nel settore del trattamento delle patologie post-traumatiche e da stress, attiva dal 2004 e con oltre 1000 visite l’anno, chiude per la mancanza di rinnovo della convenzione fra Ministero della Salute e A.O. S. Giovanni dell’Addolorata. La notizia su www.repubblica.it e www.nirast.it
I TAR di Puglia e Lazio indicano in 90 giorni il termine per la chiusura delle pratiche di transazione, con il Ministero fermo sulla prescrizione in 5 anni che ha anche autorizzato, per finanziare la misura per il sovraffollamento carcerario, il prelievo dai fondi destinati alle transazioni. Il 28 febbraio la discussione al Parlamento Europeo. Approfondisci
E’ accaduto per la prima volta a Lecce, dove il Tribunale di sorveglianza ha riconosciuto un indennizzo a favore di quattro detenuti presso l’istituto penitenziario di Borgo San Nicola. Il motivo? La lesione della dignità umana, soprattutto in ragione dell’insufficiente spazio minimo fruibile nella cella di detenzione. Approfondisci
Con il si della Camera diventa legge il decreto che prevede misure per contrastare il sovraffollamento carcerario. Si amplia la possibilità di accesso alle misure alternative alla detenzione sia nella fase cautelare per l'imputato in attesa di giudizio, sia successivamente alla condanna. Approfondisci
Condizioni di vita e lavoro dignitose non solo per le guardie giudiziarie ma anche e soprattutto per i detenuti del carcere di Melfi, costretti a vivere in ambienti fatiscenti e non riscaldati. È la richiesta, formulata in una lettera aperta e rivolta al Ministro della Giustizia Severino, del Vice Segretario di Cittadinanzattiva Basilicata Mauro Torciano. Leggi di più
Dell’importo totale di competenza statale relativo al 2011, cinquantasette milioni di euro sono la cifra che il Governo ha deciso di destinare “alle esigenze dell'edilizia carceraria e per il miglioramento delle condizioni di vita nelle prigioni". Approfondisci
Nei moduli progettati per un massimo tollerabile di 903 persone, nel carcere bolognese della Dozza, si contano 1.024 uomini e 67 donne: più del doppio della capienza. La vita trascorre in celle di dieci metri quadrati da condividere. Il reportage di Repubblica
La Camera di Commercio di Monza e Brianza ha svolto un'indagine per verificare il livello di attività dei carcerati di tutta Italia, valutando il valore economico prodotto dal lavoro svolto. I risultati non sono confortanti: di 70 mila detenuti, producono solo in 14 mila. Approfondisci
Il magistrato di sorveglianza di Lecce ha condannato l'amministrazione penitenziaria a risarcire il danno esistenziale provocato ad un detenuto straniero, in ragione dell'insufficiente spazio minimo fruibile nella cella di detenzione. Approfondisci
Una lettera a firma di Magistratura Democratica, Antigone, Ristretti Orizzonti e Coordinamento nazionale dei Garanti dei Detenuti è stata diffusa a tutti i parlamentari di Camera e Senato al fine di sollecitare un intervento istituzionale che risolva le criticità del sistema carcerario italiano. L'iniziativa anticipa la conferenza stampa del 13 luglio, in cui le stesse associazioni presenteranno il documento "Sovraffollamento: che fare?". Per saperne di più www.repubblica.it, www.agenparl.it
La Legge n. 62 del 2011 dispone che le donne condannate a pene detentive incinta o con figli minori entro il sesto anno di età non saranno più detenute in carcere, salvo "esigenze di eccezionale rilevanza". In quest'ultimo caso la detenzione sarà disposta presso un istituto a custodia attenuata. La Gazzetta ufficiale