Editoriale

Si chiama azione collettiva risarcitoria e con la class action americana non c’entra niente. E' un’altra cosa: essenzialmente uno strumento di difesa dei cittadini consumatori dalle pratiche commerciali scorrette e, al tempo stesso, uno strumento di garanzia dello stesso mercato dalle forme di concorrenza sleale tra le aziende. Per le imprese che non le praticano essa è un alleato e non una minaccia.
Sta essenzialmente qui la ragione di fondo della necessità di adottare in Italia l’azione collettiva: l’hanno già fatto altri 12 paesi europei e non c’è stato alcun crollo dell’economia. Noi ci battiamo intensamente per essa dal 1998, pur sapendo che nessuno strumento di tutela dei diritti va assolutizzato, poiché ciò che conta, in base al problema da affrontare, è usare quello giusto al momento giusto

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Che la liberalizzazione dei servizi fosse una politica difficile da realizzare in un’Italia corporativa e protezionista, lo si sapeva. Che addirittura essa si concretizzasse in termini opposti a quanto i cittadini auspicavano, era proprio difficile immaginarlo. Eppure a Roma con i tassisti è successo proprio questo. Dopo una trattativa che dura da 16 mesi, il Comune ha promesso di concedere al servizio taxi un aumento del 18% delle tariffe (già alte rispetto ad altri Paesi europei), sia in città che fuori raccordo, dove il tassametro corre molto più veloce, e addirittura la maggiorazione di 2 euro sulle medesime se si sale in taxi alla stazione Termini. In cambio di che? Molto poco: una promessa da parte del Comune di emettere altre 500 licenze in tempi non definiti.

 

gioco 2015 02 25

98 miliardi di Euro è l’ammontare delle penali non pagate all’Erario dai 10 concessionari delle “slot machine” e sulle quali la Corte dei Conti dovrebbe decidere in questo mese. La notizia non è nuova, come non lo sono i tentativi effettuati da parte di alcuni “solerti” parlamentari di ridurre o addirittura cancellare tale penale. Nuova non è neanche la relazione della Commissione di indagine, presieduta dall’onorevole Grandi, che fa luce sui comportamenti dell’AAMS (Agenzia Autonoma dei Monopoli di Stato) evidenziando gravissimi ritardi e problemi anche in ordine alla trasparenza ed alla regolarità delle procedure attivate sul settore dei giochi. Cittadinanzattiva, impegnata nella lotta al fenomeno della corruzione e della illegalità, ha iniziato ad interessarsi dal 2002 del gioco d’azzardo, sollecitata dai comitati civici sparsi in tutta Italia.

 

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In un caso su tre le lamentele riguardano la gestione del conto corrente, e in un caso su cinque il credito al consumo.
Questi i principali dati che emergono dall’analisi delle segnalazioni giunte in un anno al PiT Servizi, la struttura di Cittadinanzattiva che offre gratuitamente informazione e assistenza ai cittadini che lo contattano per tutelare i propri diritti nell’ambito dei servizi bancari e, più in generale, dei servizi di pubblica utilità.
“In un periodo in cui si parla tanto di mutui” commenta Giustino Trincia, vice segretario generale di Cittadinanzattiva, “le problematiche inerenti il credito al consumo sembrano passare in secondo piano, e invece sono seconde solo alle lamentele per la gestione del conto corrente".

 

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Ai cittadini così appare: ha una faccia per chi ha i soldi e l’altra per chi non ne l’ha; una faccia per i potenti e un’altra per le vittime. Il pesante conflitto in atto tra politica e magistratura, non fa che rendere marginali tutti quegli aspetti dell’amministrazione della giustizia che incidono negativamente sui tempi dei processi; che è come dire la possibilità stessa per le vittime dei reati di ottenere il diritto alla giustizia.Su tale conflitto molto è stato detto e scritto. A noi di Cittadinanzattiva resta il dovere di ribadire che in Calabria (lo stesso dicasi anche per la Sicilia) il malaffare e la corruzione ha impregnato la vita delle istituzioni, ha sottratto risorse, drogato l’economia e ha portato via le speranze di giustizia dei cittadini onesti (il diritto al lavoro, all’impresa, alla sicurezza, alla salute). 

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