Giustizia

Processo Cucchi siamo a una svolta copy

Dieci anni fa moriva il giovane Stefano Cucchi all'ospedale Sandro Pertini di Roma. Stefano fu arrestato il 15 ottobre del 2009 al Parco degli Acquedotti perché trovato in possesso di alcuni grammi di droga e poi portato nella caserma dei carabinieri dove avvenne il pestaggio, per finire in ospedale dove morì una settimana dopo. Dieci anni, dieci anni di battaglie per la famiglia Cucchi, alla continua e ostinata ricerca di verità e giustizia. Nel corso di questo lungo tempo, la morte di Stefano è stato oggetto di otto processi, tre inchieste, due pronunciamenti della Cassazione.

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Radio Nuvola Libera è un esperimento radiofonico condotto nel carcere di Velletri: a guidare gli ascoltatori sono le voci, le interviste e gli spot realizzati da un gruppo composto da undici detenuti. Si tratta di un vero e proprio spazio, sospeso tra il dentro e il fuori: un’occasione per i detenuti e i loro familiari di incontrarsi, stare insieme, senza limitazioni, al di fuori dei consueti tempi e luoghi della stanza colloqui. All’interno dell’istituto penitenziario si è costruita così una vera e propria redazione radiofonica.

tortura italia copy copy

L’Indagine si è aperta a seguito della segnalazione del Garante delle persone private della libertà personale di Torino: si tratta di una serie di violenze esercitate sui detenuti nel carcere delle Vallette che ha portato all'arresto di sei agenti della Polizia penitenziaria, ora ai domiciliari, in servizio presso la Casa circondariale Lorusso e Cutugno. Il procedimento è aperto per reati di tortura e di abuso di autorità e, come spiega una nota della Procura, riguarda "plurimi e gravi episodi di violenza" commessi tra l'aprile 2017 e il novembre 2018.

mafia a roma 1 copy

Per la Corte di Cassazione, quella del Mondo di mezzo non è Mafia Capitale. La Corte ha così ribaltato il verdetto d'appello ed ha stabilito che l'organizzazione a delinquere capeggiata da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi non è stata un'associazione di stampo mafioso - impostazione peraltro avvalorata dalla stessa procura generale della Cassazione - ma un'associazione a delinquere “semplice”.

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La popolazione detenuta continua a crescere, aumentano le evasioni, mentre il Governo prende una posizione netta contro la recente sentenza della Corte di Strasburgo che considera l’ergastolo ostativo una misura disumana e degradante. In questo scenario, si è tenuta a Milano l’assemblea nazionale dei Garanti delle persone private della libertà nominati dalle Regioni e dagli Enti locali, nel corso della quale si è ribadita la “necessità di una inversione di rotta rispetto al passato e ad un inquietante presente”.

integrazione

Il punto di vista si ribalta e per la prima volta, grazie ad uno studio unico nel suo genere su scala nazionale, una ricerca viene focalizzata non sulle forme di intervento a favore delle persone di origine straniera, ma sul loro impegno in prima persona come volontari. Il volontariato è un tema trasversale ed è stato al centro di tutta la XIX conferenza nazionale di CSVnet, che si è tenuta a Trento nei giorni scorsi.

Ergastolo ostativo CEDU rigetta il ricorso Italia

Diventa definitiva la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che, nel giugno scorso, aveva bocciato sonoramente l’Italia sul fronte dell’applicazione dell’ergastolo ostativo, il c.d. “carcere duro” o “fine pena mai” che non prevede l’ammissione a benefici per i condannati per reati di stampo mafioso, a meno che non collaborino con la giustizia. Per i Giudici di Strasburgo l’ergastolo ostativo rappresenta un trattamento inumano e degradante ed è dunque inammissibile privare le persone della libertà senza impegnarsi per la loro riabilitazione e senza fornire la possibilità di riconquistare quella libertà in una data futura. L’Italia, a distanza di quattro mesi dalla presa di posizione della Cedu, che si pronunciò accogliendo il ricorso presentato da un detenuto in carcere da più di vent'anni per associazione mafiosa, chiese che tale decisione fosse sottoposta al giudizio della Grand Chambre della CEDU che ha di fatto rigettato il ricorso. La decisione non è stata recepita affatto bene dal Governo italiano, secondo cui l’ergastolo ostativo rappresenta uno strumento essenziale nella lotta alla mafia e al terrorismo e la sua stroncatura si determinerebbe inevitabilmente nella concessione di permessi premio e benefici a malavitosi e terroristi.

V Memorial Stefano Cucchi

“Umanità in marcia” è il nome del il 5° Memorial dedicato a Stefano Cucchi a distanza di 10 anni dalla sua morte. Martedì 8 ottobre si è svolta, presso il Campidoglio, la conferenza stampa di presentazione della manifestazione che, come ogni anno, vedrà tra i suoi promotori anche Cittadinanzattiva. Nel corso della conferenza è stato presentato il programma delle due giornate: sabato 12 ottobre si svolgerà all'Angelo Mai il dibattito e un concerto a partire dalle ore 18:30, mentre domenica 13 ottobre, a partire dalle ore 9:00 presso il Parco di Torre del Fiscale, si svolgerà la maratona, lo sport sociale e sarà allestita la cittadella dei diritti in cui si svolgeranno laboratori, attività ed esposizioni. In questo spazio dedicato alle organizzazioni promotrici e associazioni, saranno esposte anche le foto dei laboratori di cittadinanza inclusiva realizzati da Cittadinanzattiva nel corso del progetto “Cultura dell’accoglienza e comunità inclusiva” e sarà attivo uno spazio tutela dedicato ai cittadini per fornire informazioni sui diritti e su come attivare le procedure di conciliazione. Ti aspettiamo!

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Si svolgerà a Spello, dal 10 al 12 ottobre, l’incontro organizzato dal CNCA - Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza intorno al tema del COMPORRE. L'incontro è aperto a tutti quelli che coltivano l’idea di costruire percorsi, a partire dall'affermazione dei diritti, dei bisogni e dei sogni delle persone e delle comunità territoriali, per dare possibilità di ricomporre le fratture sociali e i conflitti che li attraversano. Uno sguardo all'ambiente, per un’etica della terra, al territorio, alle città e alle relazioni, ai paesaggi e alle comunità con un’immaginazione creativa, umana e immaginaria capace di osservare le questioni da diverse angolazioni raccogliendo idee, punti vista e punti di vita.

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I figli minori dei titolari di un permesso Ue di soggiorno di lungo periodo devono soggiornare regolarmente per almeno cinque anni in Italia prima di poter avere lo stesso tipo di documento. Lo ha ribadito lo scorso 6 settembre la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della polizia delle frontiere del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, rispondendo con una circolare a un quesito della Questura di Firenze. Inoltre, nel ribadire il principio, il Ministero dell’Interno ha aggiunto che le condizioni reddituali vanno accertate anche per i minori “attraverso una disamina complessiva del patrimonio familiare”.

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