Editoriale

 

 

E con questo facciamo 200! È sempre difficile scrivere qualcosa sul raggiungimento di un obiettivo come questo, senza correre il rischio di cadere nella retorica o nell'autocompiacimento. Ma il traguardo dei 200 numeri pubblicati di questa newsletter è per noi davvero importante. Il primo ringraziamento va anzitutto a tutti voi lettori e iscritti, perché ci date un continuo sostegno attraverso i numeri, che abbiamo registrato in costante crescita. Non solo come numero di iscritti (siamo oramai alla soglia dei 18000), ma per le letture effettive dei nostri articoli e delle segnalazioni.

 

La I Conferenza ha rappresentato un importante momento di riflessione generale sul tema della crisi dei diritti che il nostro sistema di Welfare sta vivendo, e sulle strade da percorrere per continuare a garantirne l'esigibilità.
Tale riflessione era, e continua ad essere, un'esigenza ineludibile, considerati i profondi tagli alle risorse del Fondo sanitario Nazionale (1,5 miliardi di euro nel 2011), così come la riduzione o azzeramento di importanti fondi dedicati ad interventi di carattere sociale, la mancata applicazione dei LEA in tutto il sud dell'Italia compreso il Lazio, l'aumento vertiginoso dell'imposizione fiscale e del livello di compartecipazione al costo per le prestazioni nei confronti dei cittadini, la profonda riduzione dell'offerta ospedaliera senza la contestuale attivazione dei servizi sul territorio, le liste di attesa sempre più lunghe, nonché il mancato riconoscimento di molte patologie croniche e rare.

punto_29_04_10Gli elettori contano. Contano quando devono scegliere i candidati alle primarie, contano quando vanno liberamente e serenamente a votare. Questo è il sentimento che suscita il risultato della competizione elettorale dei giorni scorsi. L'impressione che si ha è che qualcosa di profondo sia cambiato nel modo di comportarsi del corpo elettorale. Sembra più libero, meno vincolato a schemi preconcetti, così come a ordini di scuderia.

punto_29_04_10Mentre qui in Italia stiamo lottando per garantire che tutti possano consapevolmente andare a votare il 12 e 13 giugno per i referendum, fuori dai nostri confini altri cittadini attivi, variamente organizzati, si danno da fare per garantire, come noi, l'avanzamento di pezzi di democrazia.
Forse non tutti sanno che Cittadinanzattiva sta lavorando da tempo in Colombia, nel quadro del programma Art delle Nazioni Unite (UNDP), per dare attuazione a quei principi di partecipazione civica, contenuti nella Costituzione di quel paese, molto predicati ma poco attuati.

 

punto_29_04_10Il 12 e 13 giugno rappresentano una data molto importante. Si voterà infatti su 4 quesiti, di cui 2 riguardano nello specifico il disegno di legge che prevede l'obbligo di privatizzazione del servizio idrico nel nostro Paese.
L'appuntamento referendario rappresenta di per sé un appuntamento fondamentale per chi, come noi, sostiene l'importanza dell'esercizio democratico del voto e del ruolo dei cittadini nelle scelte pubbliche.

 

E’ venuto il momento di dire basta! E' ora che ciascuno di noi si assuma le proprie responsabilità, e faccia il proprio dovere.  Dopo l’attacco alla Magistratura milanese perpetrata nel mese di aprile attraverso l’affissione di manifesti con i quali i PM venivamo equiparati ai brigatisti, un ulteriore spettacolo scandaloso è stato quello di utilizzare la Giornata della Memoria a fini elettorali, acuendo lo scontro tra poteri dello Stato e dimenticando quanti Magistrati, fedeli servitori dello Stato, insieme agli uomini delle loro scorte, hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane.

 

punto_18_02_10Poiché il nostro Paese è trattato, a volte, da chi lo governa neanche fosse un fumetto di ultim’ordine, mi permetto un paragone in tema ispirato dall’onorevole Ceroni, alle prese con l’articolo numero 1 della Costituzione italiana. Per chi ama i fumetti, la numero 1 è la leggendaria moneta di Zio Paperone, il suo primo guadagno, il punto di riferimento, quello che dà un senso all’intera sua fortuna: perderla equivarrebbe alla fine della sua ricchezza. Leggi tutto

punto_18_02_10Sono già passati quattro mesi dall’inizio dell’Anno Europeo del volontariato e per il Governo italiano è l’ennesima occasione persa.
Per confermare questa idea basterebbe chiedere alle associazioni di volontariato un commento sulla Conferenza di apertura dell’Anno Europeo, svoltasi a Venezia il 31 marzo e il 1 aprile scorsi. Una conferenza nata e finita male. Un programma costruito a tavolino, senza alcun coinvolgimento delle associazioni e dei volontari.

 

Oggi più che mai registriamo come l’intoccabilità di tutti quei diritti previsti dalla nostra Carta Costituzionale, che qualificano il grado di civiltà di uno Stato, stia venendo meno.
Oggi, quei diritti sono messi fortemente sotto attacco da coloro i quali, non volendo e non essendo in grado di sostenerli attraverso specifiche politiche sanitarie, sociali ed economiche, preferiscono considerarli come una delle tante fonti di spesa, da ridurre ad ogni costo: una sorta di palla al piede per lo Stato.
Per comprendere il senso di queste affermazioni credo sia importante partire dall’art. 38 della Costituzione Italiana: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.

Mercoledì 13 aprile, la Camera dei deputati con l’approvazione della legge Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell’articolo 111 della Costituzione e dell’articolo 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ha deciso chi potrà godere del diritto alla giustizia e chi no. Il testo, emendato dalla Commissione Giustizia della stessa Camera, tornerà in Senato per l’approvazione definitiva. Sembra una commedia dell’assurdo ma, invece, è proprio quello che accade in Italia. Il Governo e la sua maggioranza parlamentare hanno scelto di manomettere la Costituzione Italiana laddove afferma e garantisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. 

Condividi